In ambito crac finanziario della Reggina Calcio 1986: 1 anno e 10 mesi per l’ex Presidente ed 1 anno, 6 mesi e 20 giorni per l’ex A.U.

Alla fin fine, l’ex “Presidentissimo” Lillo Foti che – ricordiamo – ha “regalato” ben 9 anni di serie A ai tifosi della Reggina, ha riconosciuto la propria responsabilità nella bancarotta della Reggina Calcio Spa patteggiando la pena a 1 anno e 10 mesi. Stesso iter per l’allora Amministratore Unico Giuseppe Ranieri che ha patteggiato 1 anno, 6 mesi e 20 giorni di pena.
Lillo Foti e Giuseppe Ranieri, scrive La Gazzetta del Sud nell’edizione odierna, risultavano indagati «per avere distratto e occultato beni cagionando con dolo e per effetto di operazioni dolose il fallimento della Reggina Calcio Spa procedendo al sistematico finanziamento dell’attività d’impresa attraverso il mancato pagamento dei debiti erariali». Secondo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2015, Foti «tratteneva, non versava e si appropriava» di ingenti somme relative alle ritenute Irpef e Iva oltre ad un vorticoso giro di «fatture per operazioni inesistenti».
Il Pubblico Ministero Stefano Musolino all’atto di chiusura indagine ha “segnalato” che i due imputati avrebbero «al fine di recare pregiudizio ai creditori e procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto falsificavano, in tutto o in parte, i libri e le altre scritture contabili e li tenevano in maniera da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari. Nel bilancio della Reggina Calcio Spa – scriveva il pm – Foti e Ranieri annotavano «crediti verso il Comune per migliorie su Stadio Granillo» per un importo che sfiorava i 3 milioni di euro «appostandoli come immobilizzazioni immateriali, con conseguente ammortamento dell’apparente costo». “Dalle indagini, invece, è emerso che quel credito era inesistente, in quanto la maggior parte dei lavori e degli impegni contrattuali assunti dalla Reggina non erano stati rispettati” sottolinea il quotidiano






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