Il tutto ruoterebbe intorno ad una presunta tangente ancora da dimostrare. Ma c’è dell’altro tanto che la Procura di Salerno vuole andare avanti nelle indagini verso chi ha fatto del male alla Reggina

Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Perugia a carico del Tenente della Guardia di finanza Pasquale Striano e del PM della Dna Antonio Laudati che, al momento sta facendo tremare il mondo politico e istituzionale, si allarga a macchia d’olio e colpisce anche il mondo del calcio soprattutto nella persona di Gabriele Gravina. Secondo il castello accusatorio – ancora tutto da dimostrare – un documento firmato da Laudati e trasmesso un anno fa dal procuratore nazionale Giovanni Melillo ai colleghi romani è finito al centro di un’indagine (ancora adesso) aperta. Il tutto ruoterebbe intorno ad una “presunta” tangente per l’affidamento di un appalto avverso il pagamento di opzioni d’acquisto – rinnovate più e più volte ma mai esercitate – di libri antichi di proprietà del Boss della Federcalcio che, alla fine, sarebbero rimasti allo stesso Gravina il quale, però, avrebbe intascato all’incirca 250.000 euro, forse poi utilizzati per l’acquisto di un appartamento a Milano benché non ci sia un documento che attesti tale acquisizione. Ripetiamo: il tutto è ancora da dimostrare anche perché l’ipotesi comunicata ai magistrati romani per il “vaglio” non ha portato finora a nulla di definito. La Procura di Perugia, invece, ritiene di avere scoperto che, alla base dell’atto d’impulso non c’era quanto dichiarato ufficialmente – e cioè “elementi informativi provenienti dalla Procura di Salerno e da quest’ultima acquisiti nell’ambito di proprie attività investigative” – ma da notizie fornite a Striano da Emanuele Floridi, ex collaboratore di Gabriele Gravina poi passato nell’orbita del suo “avversario” e Presidente della Lazio Claudio Lotito, in almeno quattro incontri – fra maggio e giugno 2022 – “promossi dallo stesso Laudati”. C’è da segnalare che a Salerno (ad ogni buon conto) esisteva un fascicolo aperto dopo una denuncia sull’acquisto della Salernitana da parte dell’imprenditore Danilo Iervolino, realizzato a fine 2021 — data limite imposta da Gravina — e considerato un’ingiusta svendita dall’ex proprietario Lotito, costretto a cedere per l’incompatibilità con la guida della Lazio dopo la promozione della società campana in serie A. Inoltre, il Presidente Lotito è tra i testimoni ascoltati da Cantone per provare a “sbrogliare questa matassa”. Nell’elenco degli accessi alle banche dati contestati all’ufficiale della G.d.F. Striano ci sono pure le consultazioni di almeno cinque segnalazioni di operazioni sospette relative a Iervolino nel febbraio 2022, e poi l’invio a un coindagato (tra il 2021 e il 2022) di un atto d’impulso e di alcune informazioni tratte dagli archivi di polizia sempre sul nuovo proprietario della Salernitana, oltre a un appunto chiamato “gravina.doc” che — in base ad una segnalazione dei PM di Perugia — conteneva informazioni “relative ad attività investigative in corso e quindi coperte dal segreto d’ufficio”.

L’avvocato di Laudati, però, assicura che nulla di illecito è stato commesso dal suo assistito, il quale si sarebbe limitato a svolgere approfondimenti sui rapporti tra Iervolino e Gravina, per via di ipotetiche “cointeressenze patrimoniali”, su richiesta della Procura di Salerno la quale, nella giornata di ieri ha comunicato di avere già fornito a quella di Perugia tutte “le informazioni utili e la documentazione necessaria per proseguire le indagini in corso”. Non finiremo mai di sottolineare che una persona è da perseguire solo e soltanto dopo che la giustizia abbia fatto il suo normale corso e accertato, quindi, dei reati ascritti a suo carico. Finora siamo solo a livello di indagini per cui non ci permettiamo di mettere alla gogna chi non ha subito un processo fino al terzo grado di giudizio e quindi condannato. Sebbene Gabriele Gravina in occasione della “querelle” Reggina non si sia comportato in modo lineare e corretto con tutte le società, limitandosi ad affossare soltanto la società amaranto e salvando le terga a Sampdoria e Inter con debiti per svariati centinaia di migliaia di euro, non merita la nostra riprovazione perché noi – che siamo strettesi – ci pregiamo di non comportarci da infami. L’infamia, il disonore e la deplorazione la lasciamo volentieri a tutti coloro che non possono considerarsi strettesi (a buon intenditor poche parole…)







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