La squadra con poca voglia di fare sacrifici fa arrabbiare il dirigente amaranto che parla anche del futuro “troppo prossimo”. Ancora con questa storia dei playoff? E come si può pensare di vincerli con questa squadra?

Nel dopo gara che ha visto LFA Reggio Calabria soccombere a Sant’Agata di Militello, ha parlato il numero della società amaranto, Antonino Ballarino che non ha risparmiato nessuno: “A questa squadra, oggi, sono mancati gli attributi: basti dire che alcuni elementi una volta persa palla rimangono sul posto senza rincorrere l’avversario. Quando siamo chiamati a fare un passo avanti, sistematicamente ne facciamo uno indietro. Così non va”. Una disamina pressocché perfetta quella del massimo dirigente amaranto che puntualizza la scarsa tendenza dei calciatori a conquistare le seconde palle ed a lottare su ogni pallone vagante. È da tempo che da queste pagine ripetiamo questo aspetto riscontrato con la Gioiese, nel corso del primo tempo di Licata per non parlare delle partite con Portici, Siracusa e San Luca. Tutto ciò può essere riconducibile ad un problema fisico frutto della mancanza di preparazione estiva, alla stanchezza, allo stress del dover inseguire (inutilmente) le battistrada nonché all’abbondante carico di lavoro durante la sosta natalizia per recuperare il tempo perduto e la condizione fisica. Ma resta pur sempre un fatto inspiegabile che deve suonare come uno stridente campanello d’allarme soprattutto in chiave futura. E proprio a proposito del futuro, il Professor Ballarino ha espresso questo concetto: “Dobbiamo intervenire per l’anno prossimo ed a proposito di ciò stiamo operando accurati accertamenti. Nessuno può pensare di non raggiungere almeno l’obiettivo dei play off. Spero di vincerli e poi fare domanda di ripescaggio. Per noi sarebbe una grande cosa”. A prescindere dal fatto che, con la sconfitta rimediata contro una diretta concorrente ed il rinvio della partita Casalnuovo in casa dell’Akragas, la squadra amaranto è scivolata pericolosamente al 5° posto, preoccupa il rendimento della compagine amaranto con il Mister che dimostra qualche errore di valutazione. La domanda che ci dobbiamo porre è quindi la seguente: a che serve vincere i playoff? Ma soprattutto: come si possono vincere gli spareggi visto che la squadra sta vivendo un periodo di forte appannamento? E ancora: non sarebbe invece il caso di programmare il “vero” futuro, orientando tutti gli sforzi verso il prossimo campionato? Domande tante. Risposte inefficaci e inutili come fosse il risultato di un’equazione pari a zero visto che il futuro è fin troppo prossimo e relativo ad un qualcosa di veramente incerto, ipotetico e precario. Attenzione: noi non stiamo facendo certamente il processo alle intenzioni e non stiamo mettendo sotto accusa il massimo responsabile de La Fenice Amaranto al quale deve giungere il nostro ringraziamento per aver evitato la sparizione del calcio a Reggio Calabria. Da queste pagine (seguite da molti tifosi amaranto a cui va la nostra riconoscenza e la nostra gratitudine) vorremmo piuttosto sottolineare come e quanto sia difficile fare calcio se non ti chiami Antonini, Caffo e Ricci e non hai le loro forze economiche per sognare, vincere ed esultare. Per colmare questo “gap” servono lungimiranza, competenza, professionalità e fortuna. Ma soprattutto programmazione perché solo con le esperienze specifiche e con la pianificazione si sogna, si vince e si esulta. Intanto oggi si saprà di “che morte vivrà” (cit. di un amico degli amici) la Reggina 1914. I più ne auspicano il fallimento e tra questi ci siamo pure noi di Albamaranto.org consci che quella società ha fatto più danni di uno tzunami. Dalle ceneri di quello che fu potrebbe rinascere una vera Reggina, una nuova Reggina, una forte Reggina. Ballarino, a tal proposito, ha sentenziato: “Noi siamo pronti a cercare di essere Reggina e meritare di esserlo”. Tutti (ma proprio tutti) lo speriamo. E siamo più che convinti che il Professore Antonino Ballarino venuto da Catania da solo potrebbe “combinare” ben poco. Questa è una semplice sensazione di chi non vuole avere peli né sulla lingua né tanto meno sullo stomaco







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