La società blucerchiata nel mirino delle Fiamme Gialle per false comunicazioni sociali, emissione di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture fittizie in relazione a compravendite di calciatori

La Sampdoria trema (e non può essere altrimenti). È di oggi, infatti, la notizia secondo cui, nell’ambito delle indagini sulla gestione finanziaria della società blucerchiata, la Procura di Genova ha convocato avvocati, revisori dei conti e commercialisti per dare spiegazioni dettagliate a riguardo di plusvalenze e fatturazioni evidentemente “farlocche” emesse nell’ambito di alcune cessioni di calciatori tra club a partire dal 2018 compresi i 7 transitati dalla Juve alla Samp e viceversa. A tal proposito, come si legge sull’edizione genovese de “La Repubblica” (leggi qui), va detto che vi sarebbe un collegamento con l’inchiesta della Procura di Paola sul fallimento di alcune società legate all’ex presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero. Senza entrare nei dettagli, le indagini della Guardia di Finanza avrebbero rivelato presunte violazioni, inclusi falsi in bilancio, truffa allo Stato e malversazione di fondi pubblici utilizzati per sanare debiti delle case cinematografiche di Ferrero. Gli indagati, difatti, sarebbero accusati di «false comunicazioni sociali, emissione di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture fittizie in relazione a compravendite di calciatori». L’obiettivo della convocazione è esaminare il materiale informatico in un processo di selezione compiuto «in contraddittorio per atti non ripetibili». L’articolo puntualizza il coinvolgimento oltre che del “Viperetta”, anche dell’ex vice presidente Antonio Romei e di Alberto Bosco, quest’ultimo ancora operativo nella società. Tutti e tre, ovviamente, sono oggetto di indagine. Ma non è finita qui: il fascicolo del Pubblico Ministero si è arricchito di “altri nomi”, anche perché, lo scorso luglio sono stati emessi decreti di perquisizione e sequestro, anche di istituzioni finanziarie a Milano e Roma. Insomma un “qualcosa” di talmente vasto e intrigato (documenti telematici, file, foto, delibere, mail e posta certificata) che la Procura e gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria sono stati costretti a utilizzare il sistema computerizzato noto come “Bestia” ossia quel programma investigativo precedentemente impiegato nelle indagini sul crollo del Ponte Morandi.
Vedremo come andrà a finire dal punto di vista “sportivo” anche perché nel mirino delle Fiamme Gialle ci sarebbero personaggi che – come riportato dall’articolo de La Repubblica – ancor oggi fanno parte dell’organigramma dirigenziale blucerchiato









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