Maggio, bomber del Siracusa, era dato al Trapani: secca la smentita aretusea che manda via il DS Castorina: cosa sta succedendo? LFA: gli under devono capire cosa significhi vestire l’amaranto

Alessio Faella si svincola dal Siracusa. Esterno alto di destra e sinistra, lascia gli azzurri dopo ben 13 presenze ed un assist. I bene informati indicavano il 26enne già tra le fila del Trapani con il presidente Antonini che non bada a spese. L’altra rescissione dal club aretuseo riguarda il centrocampista Luca Palmisano, classe 1997, il quale, stanco di fare panchina ha preferito scendere di categoria per accasarsi al Modica. Nelle ultime ore si era parlato di un possibile trasferimento al Trapani del forte attaccante Domenico Maggio (capocannoniere del girone con 10 centri insieme al compagno di squadra Alma ed al vibonese Convitto) ma secca è giunta la smentita del club azzurro che, intanto, attraverso una nota ufficiale, fa sapere di avere sollevato dall’incarico di direttore sportivo Salvo Castorina. Qualcosa, evidentemente, bolle in pentola.
L’Acireale perde il 19enne difensore centrale Alessandro Rabini di proprietà del Napoli che lo ha girato al Leonzio. Nessuna presenza con la formazione acese per il ragazzo cresciuto all’ombra del Vesuvio.
Aria di smobilitazione al Castrovillari: lasciano il club rossonero il centrocampista Clemente Crisci, classe 2002, ed il 21enne Giovanni Alfano, difensore centrale. Entrambi hanno già firmato per il Gladiator.
L’attaccante Isgrò Antonio rescinde con la Nuova Igea Virtus (due gol in 14 presenze) per firmare con il Milazzo.
Operazione in entrata per la Gioiese. Il 21enne centrocampista Faraone Diego Roberto, proveniente dal Mascalucia, vestirà la casacca viola fino al 30 giugno 2024.
Il giovanissimo portiere Riccardo Porcellini (è nato il 03.05.2005) di proprietà del Rimini, passa in prestito all’Akragas.
Poco, pochissimo, quasi nulla. Chi credeva che ci fossero spostamenti di massa e sconvolgimenti epocali è rimasto deluso, almeno fino al momento. I pezzi pregiati restano dove sono e guai a spostare gli equilibri che paiono di per sé instabili in un raggruppamento che vede Trapani, Siracusa e Vibonese veleggiare speditamente nel “mare del niente”. In questo niente annoveriamo anche la squadra che rappresenta calcisticamente Reggio Calabria, quella LFA che galleggia con affanno senza riuscire a dare un senso al naufragar (che non può essere dolce). Quella di Mister Trocini avrebbe bisogno di ritocchi considerevoli che riguarderebbero il centrocampo e l’attacco. Se è vero che la difesa ha subito soltanto 8 gol, risultando la meno perforata dopo il Trapani con 5 reti patite, grande merito dev’essere riconosciuto al centrocampo che filtra decine di palloni a gara. Nello stesso tempo è altrettanto vero che i centrocampisti non producono quelle ficcanti verticalizzazioni idonee a rifornire gli attaccanti. Con tutto il rispetto nei confronti di Altamura, Zucco e Perri (troppo leggerini e poco astuti), Salandria e Mungo (ancora astrusi dal gioco che vorrebbe il Mister), la zona nevralgica del campo e – soprattutto – le fasce appalesano ritardi, amnesie, totale mancanza di idee ed assoluta carenza di prontezza di riflessi. Altro campanello d’allarme: nella zona centrale del campo (e di rimando anche la trequarti) alcuni elementi che “dovrebbero mangiarsi il mondo”, non riescono a conquistare le seconde palle tali da stabilire la superiorità numerica ed attaccare quindi gli spazi. Ergo, non arrivano palloni giocabili per Bolzicco e Rosseti che devono lasciare il proprio raggio d’azione per conquistare palloni giocabili ed arrivare in porta senza la giusta dose di lucidità per colpire. Serve insomma ben altro. Tralasciando Alessandro Provazza e Nino Barillà che conoscono l’ambiente e sanno perfettamente cosa significhi indossare la maglia che fu degli Amoruso e Bercarich, dei Bonazzoli e Pianca, dei Tivelli e Toschi, dei Pirlo e Camozzi, dei Taibi e Persico – e chi più ne ha più ne metta – gli altri, in special modo gli under, devono ancora capire che questa è una piazza singolare, unica e irripetibile. Una piazza difficile ed esigente, che si esalta e ti abbandona in men che non si dica. Quindi, se la società deve fare degli sforzi per completare l’organico, anche i “ragazzi” devono sputare sangue per l’amaranto







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