Se Saladini avesse richiesto l’aiuto di “qualcuno”. I rimpianti, quelli veri…

Lo Spezia cerca aiuto agli arabi. Con i debiti astronomici che opprimono e affossano tante società di calcio sia professionistiche – vedi Genoa e Sampdoria per fare un esempio – che dilettantistiche – vedi Gioiese e San Luca per rimanere nel Girone I della Serie D – bisogna trovare le migliori soluzioni possibili per rendere più sostenibile l’intero “sistema calcio”. E non credo che ridurre le retrocessioni dalla A alla Serie B possa essere l’escamotage più logica perché non ha nessunissima attinenza tra le due “cose”. Ci sarebbe, tutt’al più, da spendere di meno o, quanto meno, da rivedere le spese superflue e ritoccare gli ingaggi faraonici che “circolano” incontrollati anche – e soprattutto – in B. Un po’ come successo alla Reggina lo scorso anno dove Felice Saladini ha speso cifre folli salvo poi “far affondare” la propria navicella in modo ignominioso. La società spezzina, che fa capo ad una società statunitense (i Platek) pur non avendo debiti ingentissimi, nell’intento di far crescere il club , ha richiesto l’intervento della Blackbridge Sports, azienda leader negli investimenti nel calcio e nello sport in generale e specializzata in intermediazioni, fusioni, acquisizioni e ristrutturazioni del debito. Con sede a Londra, New York e Dubai, il colosso finanziario ha fornito consulenza e “salvato” dal tracollo alcuni club calcistici in tutta Europa. Chissà: se il lametino avesse richiesto l’aiuto agli arabi non agendo quindi di testa propria e per il proprio tornaconto, la Reggina sarebbe stabilmente in B e non certamente in Serie D dove conduce un campionato senza lode e senza infamie – attualmente occupa il sesto posto e quindi fuori dalla griglia dei playoff – e con una società – LFA Reggio Calabria – che stenta ad entrare giustamente nei cuori del popolo amaranto. I rimpianti, quelli veri…







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