Tra le prime nove squadre in classifica la Reggina è quella che segna di meno, solo dodici gol all’attivo
In principio si pensava fosse la mancanza di un attaccante capace di segnare la causa della difficoltà di fare gol per la nuova Reggina e tutti si sperava che l’arrivo di Bolzicco potesse risolvere quello che risulta essere uno dei più grossi limiti della squadra amaranto.
Ma l’innesto del centravanti argentino al centro dell’attacco reggino non ha risolto alcun problema che continua a persistere. I numeri sono davvero sconfortanti ed il confronto con le altre realtà del campionato è impietoso.
Tra le prime nove squadre del Girone I della Serie D gli amaranto sono la compagine ad aver segnato meno con 12 reti in 12 partite, con una media di una rete a partita. Se solo dovessimo vedere i numeri delle prime quattro squadre in classifica notiamo che il Trapani ha segnato 31 reti, il Siracusa addirittura 36, la Vibonese 30 ed il Licata 20. Altri numeri rispetto a quelli di Reggio Calabria che fortunatamente regge la posizione in classifica grazie ai pochi gol subiti che finora sono 6.
Inoltre val la pena sottolineare che dei 12 gol fatti solo cinque sono stati segnati dagli attaccanti: due Marras ed uno a testa Coppola, Rosseti e Perri. Tutto ciò ci dice della leggerezza di tutto l’apparato offensivo della Reggina che, come si diceva prima, non ha aumentato il peso neanche con l’innesto di Bolzicco. Nelle due giornate giocate finora dall’argentino non si è notata alcuna differenza anzi, nella partita giocata oggi ad Agrigento, Bolzicco è apparso come un pesce fuor d’acqua senza che in novanta minuti gli sia arrivata una palla giocabile e da buttare in fondo alla rete.

Perchè è vero e lo abbiamo visto anche oggi contro l’Akragas, la Reggina, oltre a regalare sistematicamente un tempo agli avversari, solo rare volte lascia intravvedere trame di gioco che possano portare i propri giocatori offensivi davanti la porta per fare gol.
Mancanza di bomber di razza ma non solo, sul banco degli imputati c’è anche la mancanza di un gioco offensivo. Sono questi i veri limiti della compagine dello Stretto.
Oggi ad Agrigento solo nel secondo tempo si è visto un gioco che si apriva sulle fasce oppure quelle verticalizzazioni necessarie per creare occasioni limpide da gol.
Così non va, se si vuole giocare un campionato di prim’ordine occorre correre immediatamente ai ripari. C’è un gioco da trovare, ci sono schemi da provare, per far si che la nostra batteria di attaccanti possa essere messa nelle condizioni di fare quello per cui sono impiegati.






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