Che non fosse facile la vita del tifoso lo si sapeva, che si stia facendo sempre più dura la vita del tifoso della Reggina lo stiamo scoprendo ogni santo giorno da quando anche il Consiglio di Stato ha decretato la fine della Reggina Calcio
di Elvyrusseddu

Nel giro di poco meno di cinque mesi il tifoso della Reggina si è trovato dall’andare in trasferta a Bolzano per sostenere la propria squadra per la promozione in serie A ad esordire nel campionato di serie D contro il San Luca.
Per tutti i tifosi amaranto quanto accaduto è stata una vera e propria sberla dalla quale non tutti si sono ripresi tanto che oggi, tra i tifosi amaranto, ci sono quelli che accettano a malincuore il tentativo di rinascita della Reggina attraverso La Fenice, quelli che non si riconoscono in questa esperienza ed aspettano chissà quale messia o quale miracolo per rivedere di nuovo la Reggina arrivando perfino a dire che “Sarebbe stato meglio fermarsi per un anno” – con tutte le conseguenze del caso tra cui ripartire dalla terza categoria – ed infine ci sono quelli che ancora dicono “Se c’era Bandecchi” nonostante si fosse davanti ad un chiaro disegno politico e nulla di più (“vi porto in C e poi son fatti vostri” più o meno come fece un certo Gallo, ve lo ricordate?)
Insomma noi tifosi della Reggina siamo divisi tra chi guarda in faccia la realtà e chi invece è ostinato ad estraniarsi dall’attuale consistenza o – peggio ancora – continua a credere nelle favole.
In ogni caso, comunque la si pensi, la vita del tifoso amaranto si fa sempre più dura.
Se parliamo dei tifosi che hanno voluto dar credito alla Fenice va detto innanzitutto che sono in tanti, che sono corsi subito a dare il loro supporto in maniera importante attraverso la campagna abbonamenti ed attraverso anche alla sottoscrizione degli abbonamenti per la visione in streaming delle partite in casa della nuova Reggina. Per questi tifosi la vita è in continua apnea, nell’attesa continua della prossima partita, del prossimo incontro nella speranza di vedere la propria squadra vincere.
Questi tifosi, sin dal primo momento, sin da quando ci si è messi in moto, a mercato chiuso, di costruire la squadra si sono caricati di santa pazienza nell’attesa che si torni a vivere una situazione di normalità anche in una categoria inferiore. C’è da chiedersi però quanto e se durerà questa pazienza, per quanto tempo questi tifosi sono disposti a giustificare il fatto che la squadra è stata fatta in quattro e quattr’otto, che non c’è stata preparazione, che si stanno giocando una serie di incontri così ravvicinati da non dare possibilità di allenarsi.
Il tifoso per sua natura vive di gioie effimere e delusioni che lasciano ferite profonde.
Quello che è accaduto ieri contro il Sant’Agata, al netto di come andrà a finire a seguito del ricorso presentato dalla Reggina, è stata una delusione che ha minato in maniera determinante la pazienza dei tifosi. I ragazzi della curva sud che alla fine hanno urlato “Meritiamo di più” hanno voluto suonare il loro campanello d’allarme.
E’ vero i tifosi meritano di più, meritano di più dalla società che deve intervenire per colmare le tante lacune che la squadra ha, meritano di più dall’allenatore che deve avere una migliore capacità di lettura delle partite e meritano di più anche da parte dei giocatori che specialmente in questo periodo devono dare più di quanto hanno in corpo per portare a casa le partite.
Se non avviene tutto ciò si rischia di dare benzina a tutti coloro che soffiano sul fuoco di questa esperienza di rinascita della Reggina e, cosa peggiore, di cancellare il calcio da Reggio.






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