Avevamo un gioiello, un fiore all’occhiello, un centro sportivo che tutta Italia ci invidiava
di Elvyrusseddu

Il Sant’Agata nato sulle sponde di un torrente asciutto, dove prima c’era una discarica a cielo aperto era, quando è stato costruito, un qualcosa che nulla aveva da invidiare a Milanello o Appiano Gentile. Campi in erba per fare allenamenti e partite per le squadre giovanili, i primi campi in erba sintetica costruiti in Italia, palestra, foresteria per i ragazzi e mensa.
Da tutta Italia venivano a vedere com’era fatto per poterlo riprodurre, era diventato un fenomeno di studio.
E poi tutti i campioni che da quel centro furono sfornati: Perrotta, Di Lorenzo, Missiroli, Viola e lo stesso Barillà solo per citarne alcuni.
Avevamo un gioiello che oggi non c’è più e nell’intervista rilasciata oggi dal Direttore generale della LFA Reggio Calabria Nino Ballarinolascia attoniti su quale realtà si trovano ad affrontare per rilanciare la Reggina ed il calcio a Reggio Calabria.
Ballarino dice che attualmente presso il Centro sportivo di via dell’Industrie un campo in erba è inservibile e che i due campi in erba sintetica non sono omologati, sono da rifare e quindi inutilizzabili e che la squadra Allievi è dovuta andare in giro per la provincia per trovare un campo dove giocare la sua prima partita del campionato. Assurdo.
A sentire quell’intervista si capisce quanti danni hanno fatto alla Reggina le gestioni di Gallo prima e Saladini dopo. Due gestioni fallimentari che hanno rappresentato delle vere e proprie metastasi per la squadra amaranto.
Debiti, stipendi non pagati, tasse non versate e strutture lasciate nel degrado più assoluto.
In queste condizioni è dura ripartire, Reggio e la Reggina hanno bisogno di gente seria che non faccia proclami roboanti ma programmi credibili e progetti di crescita.
Siamo stufi degli uomini della provvidenza, non ci servono, non servono alla Reggina.







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