Il Licata, ancora imbattuto, esce dal Granillo abbastanza ridimensionato: due a zero per gli amaranto
La Reggina si presenta davanti a circa 5000 spettatori (poche decine i tifosi siciliani) con Martinez tra i pali, Parodi a destra e Cham a sinistra con Ingegneri centrale. Poco più avanti Barillà funge da mediano con Zanchi e Dervishi braccetti e Mungo ispiratore. Nel settore avanzato Marras e Zucco esterni con Coppola “bocca da fuoco”. Licata con un 5-3-2 formato da Valenti tra i pali; Orlando, Calaiò, Cappello in difesa; Giannone, Pedalino, Murgia, Rotulo, Lanza e soprattutto Murgia che lo si trova in ogni settore del campo con Lanza faro del settore nevralgico del campo; Saito e Minacori le punte centrali.

È una bella Reggina quella che si vede all’opera nei primi minuti con azioni ficcanti ispirate da Barillà e Zucco per far partire Coppola e dopo dieci minuti si porta in vantaggio per un rigore decretato dal Signor Palmieri per un ingenuo quanto inutile fallo sull’esperto giocatore amaranto. Dal dischetto Barillà non perdona: 1 a 0.
C’è una sola squadra in campo: Dervishi e Cham recuperano quantità abnormi di palloni che smistano saggiamente per Barillà il quale serve sistematicamente Zucco per il cross in area dove Coppola vuoi per mancanza di esperienza vuoi per una condizione ancora approssimativa, non riesce mai a buttarla in fondo al sacco. Siamo più che convinti che con un attaccante di peso, esperto e sgamato, la Reggina avrebbe avuto almeno 3 punti in più.
La ripresa si apre con un’iniziativa di Barillà il quale, ricevuta palla da Mungo, mette in mezzo per la zampata vincente di Marras che insacca all’incrocio dei pali per il più che legittimo 2 a 0 in favore della Reggina.
Da quel momento il Licata cercherà di rimettere in sesto la situazione ma la squadra di Bruno Trocini riesce a fare buona guardia. In questi frangenti abbiamo potuto ammirare Barillà “falso nueve” che dispensa giocate di altissima tecnica, Altamura “sottopunta” che crea spazi per le entrate ora di Salandria ora di Mungo, gioco di ben altra categoria, Reggina di ben altra qualità, alcuni giocatori dalla tecnica che non c’entra nulla con questa Serie D. Nel finale standing-ovation per Barillà, il migliore in campo in assoluto.
La Reggina doveva solo vincere ma nulla vieta di vincere e nel contempo di convincere. Rispetto alle prime tre uscite stagionali, contro il Licata la Reggina ha dimostrato miglioramenti sia dal punto di vista dell’organizzazione di gioco sia per ciò che concerne la tenuta fisica. Una Reggina forte, impavida, tenace, determinata contro un Licata ancora imbattuto e letteralmente annichilito se nelle fila degli amaranto avesse giocato un Infantino, un Celiento, un Puntoriere per fare un semplicissimo ma appropriato esempio. E ora sotto con la Gioiese.

LE ALTRE PARTITE DEL GIRONE I Siracusa e Vibonese chiamano, il Trapani risponde (ma subisce il primo goal in campionato). Successi esterni per le prime della classe. Poker aretuseo in casa della Fc Lamezia, che passa in vantaggio nel primo tempo ma subisce il ritorno degli ospiti e la seconda sconfitta casalinga su 3 gare (già 9 reti al passivo al “D’Ippolito”), blitz Vibonese in casa dell’Akragas, già sotto di due reti dopo 20′ e capace solo di dimezzare lo svantaggio a metà ripresa. Il Trapani passa anche a Ravanusa e coglie il sesto successo in sei gare: apre il solito Cocco, il Canicattì trova il pari con Menezes intorno all’ora di gioco, ma gli ospiti mettono la freccia con una doppietta di Boubakar per l’1-3 finale.
Nelle altre partite, successi di misura fra le mura amiche per Acireale (1-0 sul Portici), Sancataldese (1-0 sul Sant’Agata), Nuova Igea Virtus (2-1 nel finale contro la Gioiese) e Real Casalnuovo che rischia la rimonta del fanalino di coda Castrovillari (senza guida tecnica dopo le dimissioni di mister Colle in settimana) dopo essere stato avanti di 3 reti: silani ancora ultimi ed a zero punti. Colpaccio Ragusa, Locri espugnata con due reti allo scadere, mentre ha riposato il San Luca, il cui presidente ha minacciato di ritirare la squadra se non potrà usufruire ancora del proprio stadio







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