Un guizzo di Coppola al 91′ decide la (brutta) partita del “San Ciro”. Un legno per parte nel primo tempo, Marras si presenta calciando alto un rigore. Teniamoci i 3 punti, e basta

di Rocco Genovese
La Fenice Amaranto coglie il primo successo della sua storia, ma non si può certamente essere soddisfatti per quanto visto nella sfida odierna: il Portici trova la quinta sconfitta in 6 giornate, nonché la terza su 3 gare disputate davanti al “pubblico amico” (molto sparuto, visto che si è giocato nel primo pomeriggio di un giorno feriale…), ma è grande il rammarico tra i campani per le occasioni fallite in tutto l’arco della gara. Lo schieramento tattico di mister Ciaramella, subentrato alla guida tecnica dei padroni di casa solo 24 ore prima, ha più volte messo in difficoltà gli ospiti, – sicuramente con un tasso tecnico superiore ma in palese ritardo di condizione ed a corto di alternative in più di un reparto – ma più di una scelta del collega Trocini è stata discutibile, già a partire dalla lettura delle formazioni: la comprensibile necessità di far rifiatare qualche elemento ha determinato una maglia da titolare per Ricci e Zucco in mediana con Salandria, nonchè l’esordio assoluto per Dervishi, Girasole e Marras, ma ha lasciato perplessi l’avanzamento nel tridente offensivo del terzino Zanchi, con l’ex Brindisi e Coppola (unica punta di ruolo “superstite” dopo il grave infortunio di Rosseti).
Eppure l’inizio non è negativo, visto che dopo nemmeno 3 giri di lancette Coppola sugli sviluppi di un corner grazia il portiere di casa Aniello centrando la traversa da pochi passi, ma con il passare dei minuti il Portici trova campo ed impensierisce sempre più Martinez, il quale già al 20′ si guadagna la pagnotta respingendo la botta a colpo sicuro di Maione e due minuti dopo deve “ringraziare” il palo alla sua sinistra, che ha respinto la sassata di Squerzanti: l’ala classe ’99 è stato il più pericoloso di una compagine nella quale si sono messi in mostra anche il compagno di reparto Sow ed il fluidificante Sellaf, ed in più di un’occasione gli ospiti hanno contenuto a fatica le sue incursioni.
Gli amaranto, smarrito l’abbrivio iniziale, hanno via via perso di intensità, e neppure un estemporaneo passaggio al 3-5-2 ha sortito effetti; tuttavia, il livello tecnico complessivo dei vesuviani è quello che è, e la distratta retroguardia di casa consente a Zucco e Marras di mettere palloni in area in un paio di circostanze. Al 38′ quest’ultimo trova lo spunto giusto e anticipa Zanoni che, diversamente da quanto accaduto 8 minuti prima con Coppola, interviene irregolarmente, così l’arbitro Pizzi assegna la massima punizione: Coppola prende la palla, ma chi ha subìto il fallo pretende di battere il rigore e non vuole sentire ragioni. Peccato che tanta determinazione non porti ad un’esecuzione perfetta: Marras calcia come peggio non potrebbe e spedisce la sfera sopra la traversa. Lo 0-0 a fine primo tempo è il risultato più giusto.
I due tecnici rinnovano la mediana con due cambi per parte nell’intervallo: Turchet e Caruso rilevano Schiavi e Marcucci tra la file del Portici, in casa LFA Salandria e RIcci cedono il posto a Mungo e Barillà, che saggia subito i riflessi di Aniello con una conclusione da fuori area. Come nella prima frazione, anche nella seconda frazione gli ospiti sbagliano troppi passaggi e lasciano spazi alle ripartenze avversarie, aumentando pericolosamente la distanza fra i reparti, ma il Portici non ne approfitta. A metà ripresa Trocini pone fine all’esperimento attuato con Zanchi ed inserisce Bianco, che entra subito in partita sfondando sulla propria fascia di competenza e buttando un pallone in area che Zucco non riesce a raccogliere come vorrebbe per depositarlo in rete.
Dopo un’interruzione forzata per un infortunio ad un guardalinee, il Portici decide di alzare i ritmi, ma non riesce ad avere la meglio di una formazione ospite stanca ed allungata, anche se al minuto 83 Squerzanti, totalmente dimenticato dai centrali amaranto, colpisce male il pallone che Sellaf gli aveva gentilmente scodellato in area, e lo spedisce fuori. Il numero 10 di casa ci riprova con un destro secco 3 minuti dopo, ma Martinez conferma di essere uno dei migliori innesti in casa LFA e blocca con sicurezza.
E così accade che il Portici che, ai punti, avrebbe meritato di vincere, subisce la beffa nel recupero: Bianco sfonda un’altra volta e crossa in area, la palla arriva a Coppola che ha tutto il tempo di stoppare la palla e trovare il tiro che decide la contesa.
I campani tentano l’assalto con la forza dei nervi, e quasi riescono ad acciuffare il pari, ma Martinez si oppone sul colpo di testa di Turchet ed evita che Gjuci, subentrato a Maione a metà ripresa, possa ribattere a rete, arpionando la sfera sulla linea di porta.
Brutta prestazione, bel risultato: i 3 punti conquistati consentono a LFA Reggio Calabria di scavalcare in classifica proprio il Portici e la Gioiese ed agganciare al quartultimo posto Locri e San Luca, ma Trocini è ben consapevole che c’è parecchio da mettere a posto.
Ogni ragionamento sulla partenza in ritardo è legittimo, ma alla lunga può diventare un comodo alibi: la condizione di alcuni elementi è carente, ma qualche scelta tattica andrebbe ripensata, e non sempre gli avversari non sfrutteranno i nostri errori.
Coppola si è sbloccato ed ha trovato una rete pesante, ma per mantenere qualche velleità di provare a contendere la vittoria del campionato a Trapani, Siracusa e le altre servono attaccanti di razza: fa sorridere amaramente pensare che 25 anni fa, proprio in questo periodo, a Reggio Calabria arrivavano elementi come Fabio Artico, Davide Possanzini e Goran Tomic, ed una squadra che stentava nelle retrovie iniziava a decollare e fare la storia. Ecco, una società che davvero non vuole cancellare quella storia potrebbe prenderne spunto…








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