È tempo di mettere in campo progettualità a medio lungo termine. Noi tifosi di questo dobbiamo esserne consapevoli, specialmente adesso
di Elvy Russeddu

È vero che ognuno dei tifosi amaranto avrebbe voluto una squadra pronta che avesse stracciato il San Luca ed avesse inflitto la prima sconfitta stagionale al Siracusa. Così non è stato. Così non poteva essere. Non poteva essere perché solo il 10 settembre, meno di un mese fa, non sapevamo neanche se ci potesse essere una squadra di calcio a Reggio Calabria. Non poteva essere perché solo il 15 settembre arriva l’allenatore e perché il 19 settembre, meno di quindici giorni fa ed a soli cinque giorni dall’esordio a Locri, la rosa era composta da nemmeno 10 giocatori a mercato chiuso con limitate condizioni di scelta. La drammatica estate, fatta di sentenze e ricorsi, ci ha fatto correre il rischio di veder cancellato il calcio a Reggio Calabria. Ma questo, a leggere i commenti del post gara contro il Siracusa, sembra che ce lo siamo dimenticati. Il tifoso ha la memoria corta. “Ma aundi aimu a jiri” oppure “In serie D in eterno” sono i commenti dei tifosi che oggi popolano i social. Il trionfalismo che ha portato a sottoscrivere nel giro di due giorni oltre 2700 abbonamenti ha lasciato lo spazio al catastrofismo più nero. Io credo che noi, una volta per tutte, si debba fare i conti con le difficoltà che evidentemente ci sono nel fare calcio di un certo livello al sud ed in particolare a Reggio. Evocare i fasti della serie A della Reggina di Lillo Foti ci fa male perché parliamo di un mondo che non c’è più. Il calcio da allora è cambiato, ha nuovi padroni che possiedono ingenti risorse. Le differenze con i campionati stranieri sono lampanti ed anche in Italia le disparità tra nord e sud sono aumentate. Si riesce a fare calcio di qualità al sud se c’è programmazione, se si curano i vivai, se c’è attenzione alla sostenibilità. In questo Lecce e Frosinone sono da esempio. La Reggina negli ultimi otto anni ha rischiato di sparire per ben due volte con gestioni che hanno accumulato svariati milioni di debiti. Non è più il tempo di quando Bortolotti, Presidente della Longobarda nel film L’Allenatore nel pallone, al suo mister Oronzo Canà: “Mister indovini chi le ho preso? Maradona“. È tempo invece di mettere in campo progettualità a medio lungo termine. Noi tifosi di questo dobbiamo esserne consapevoli, specialmente adesso. Adesso che per la nuova Reggina inizia un mese di ottobre davvero terribile non possiamo essere catastrofisti e non dobbiamo far mancare il supporto ai ragazzi amaranto. Ha ragione mister Trocini a dire che in questo mese di ottobre, sia con il bello che con il brutto gioco, l’unica cosa che conta è fare punti, più punti possibili. E per fare questo serve che la squadra sia sostenuta dal suo pubblico, dalla sua curva, dai suoi tifosi con l’entusiasmo che solo loro sanno dare.








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