L’esordio della Reggina al campionato di Serie D è alle porte ma manca “tutto”. Compresa la fiducia…
“La Fenice Amaranto”è ufficialmente iscritta al massimo campionato dilettantistico nazionale. Certo, questa denominazione, come direbbero a Roma, “non se po’ sentì” ma è così se vi pare fino al 5 luglio del prossimo anno. L’art. 17 delle NOIF impone, infatti, che il “mutamento di denominazione sociale delle società può essere autorizzato, sentito il parere della Lega competente dal Presidente della F.I.G.C. su istanza da inoltrare improrogabilmente entro il 15 luglio di ciascun anno; per le società associate alla Lega Nazionale Dilettanti tale termine è anticipato al 5 luglio e non è ammessa l’integrale sostituzione della denominazione sociale con altra avente esclusivo carattere propagandistico o pubblicitario”. Va da sé che la “nuova società” potrà riappropriarsi della denominazione e dell’emblema soltanto dopo l’eventuale sparizione della “vecchia società” (il 25 settembre è vicino e, visto l’andazzo, non diamo per scontato che Saladini la possa spuntare sull’Agenzia delle Entrate) ma facendo (sempre e comunque) riferimento alla data del 15 Luglio 2024. Tra l’altro sui social stanno circolando bozze di ogni tipo che (si spera) non vengano prese in considerazione vuoi perché povere e vuoi perché inopportune.
I tifosi dovrebbero sperare, piuttosto, che il Direttore Sportivo Maurizio Pellegrino, abbia già individuato la figura dell’allenatore intorno al quale costruire la squadra. Il nome più gettonato nei giorni scorsa era quello di Michele Pazienza ma l’ex Cerignola ha firmato con l’Avellino a seguito dell’esonero di Rastelli. Rimarrebbero quindi Beppe Scienza e Giuseppe Raffaele. Il primo è una vecchia conoscenza dei tifosi di Reggio Calabria avendo indossato la casacca della Reggina durante il campionato di B 1989/90. Nato a Domodossola il 14 ottobre 1966, ha allenato a Legnano, Viareggio, Brescia, Cremonese, Feralpisalò, Alessandria, Chiasso (Svizzera), Monopoli e Pro Vercelli. Il modulo a lui più congeniale è il 3-5-2 che prevede sincronismi abbastanza particolari dove, in fase di ripartenza, i due interni di centrocampo vanno ad aggredire gli spazi resi liberi dagli esterni che diventano, così, parte integrante dell’attacco. Gioco dispendioso e se vogliamo pericoloso (ecco spiegato qualche esonero di troppo). I suoi anni più brillanti li ha vissuti a Salò e a Monopoli. Si parla anche di Giuseppe Raffaele, 47enne messinese di Barcellona Pozzo di Gotto che ha allenato, tra le altre, Igea Virtus, Catania, Viterbese e per ben due volte il Potenza, l’ultima delle quali da subentrato. La sua peculiarità? Tutti dietro la linea del pallone e ripartenze improvvise: un 3-5-2 mascherato da 5-4-1 sicuramente né brillante né tanto meno divertente. Una volta individuato il tecnico, il DS Pellegrino dovrà pensare a costruire l’organico, compito non facile visto il poco tempo a disposizione. Antonino Barillà è uno dei nomi più ricorrenti ma ci sarebbe anche l’ala sinistra Alessandro Provazza classe 2003 che tanto bene ha fatto con la Vis Pesaro fino all’infortunio che lo ha tenuto fuori dal campo per alcuni mesi. Poi il “deserto”.
La “cosa” crea (giustamente) subbuglio e preoccupazione tra i tifosi visto l’imminente esordio in un campionato difficile e per certi versi “pericoloso”. E allora la domanda sorge spontanea: c’è un piano ben preciso? Lo speriamo vivamente ma la fiducia (quella vera) riposta ai Ballarino viene lentamente scemando da parte di tutti a Reggio Calabria.









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