di Giuseppe “Fossa” Criaco
Ed eccoci qui con un nuovo nome (albamaranto.org), una nuova veste grafica, ma anche una nuova realtà sportiva che non avremmo mai voluto raccontare. Oggi la Reggina sarebbe fuori da ogni competizione e pensare che lo scorso dicembre pregustavamo un nuovo blog, “serieAchepassione”. Non sarà certo questo ad avvilirci, ma era improponibile mantenere la vecchia denominazione.
Difatti Il nome Alba amaranto vuole proprio essere sinonimo di rinascita, sinonimo di fiducia, sinonimo di un qualcosa di nuovo che sorge irraggiando tutto lo stretto con i colori della nostra città. Alba, infine, topos bifronte che può indicare l’inizio del giorno ma sta anche ad indicare la fine della notte. Il sorgere del sole ma anche il dissolversi del buio, delle tenebre.
Ed è questo che spero riusciremo a fare con i nostri scritti, irraggiare fiducia e chiarezza nei nostri lettori a cui da oggi in avanti ci rivolgeremo: i reggini ed il popolo del Granillo.
Vogliamo essere l’ennesima voce a sostegno della Reggina e della passione amaranto, ben consapevoli che parlare oggi di rinascita (e di Alba) è davvero dura e forse anche pretenzioso. Ma in cuor nostro, sommessamente, vogliano sperare che Reggio e la Reggina da questa crisi trarranno gli anticorpi per scacciare i falsi mercanti dalla città, semmai ancora dovessero presentarsi.
Siamo, altresì, purtroppo (tutti) consapevoli che ci vorrà tempo per portare a compimento un nuovo assetto societario credibile e autorevole dopo le macerie lasciate dalle ultime proprietà: un Presidente arrestato per frode fiscale o quantomeno presunta (i processi non hanno ancora detto la parola fine) ed il nuova Patron incomprensibile nel suo distruttivo operato.
Una credibilità che andrà riscostruita giorno per giorno con un lavoro serio ed una programmazione oculata, anche in serie D. Sebbene siamo ben consci che stiamo parlando di cose che in questa città poche volte hanno trovato albergo, soprattutto nella classe politica.
Il fattore tempo quindi diventa l’unica bussola che dovrà guidare il nostro lavoro di osservatori e cronisti inflessibili, ma anche bussola per organizzare una struttura societaria forte e non più improvvisata sulle “ubie” del nuovo “patron” di turno. Tempo affinchè la città tutta metabolizzi questa discesa agli inferi e trovi la forza di rialzarsi, tempo per trovare le risorse ed allestire una struttura tecnica e sportiva investendo anche e soprattutto nelle risorse del nostro settore giovanile. Tempo per ricostruire quella credibilità “disintegrata”, in questi tre anni, di fronte all’opinione pubblica italiana ed agli stessi organismi federali.
Pertanto il nostro nuovo nome è un po’ anche il nostro battesimo nella serie dilettantistica. Sarà anche per noi un nuovo modo di vedere e vivere il calcio, ma soprattutto di raccontarlo. Niente più palcoscenici prestigiosi, ma polverosi campi di provincia, niente più riflettori puntati ma infuocati catini talvolta dalle atmosfere roventi ci attenderanno da oggi in avanti. Ci vorrà quindi una Reggina più da cappa e spada che da fioretto, una Reggina da lacrime e sangue, che da geometrie variabili.
Ed a noi toccherà raccontarla questa Regina, nella speranza di vederla crescere lentamente ma inesorabilmente. La racconteremo con il solito impegno, ma stavolta non faremo sconti a nessuno. Stavolta non ci faremo ipnotizzare da nessun prestigiatore, stavolta non firmeremo nessuna cambiale in bianco sulla fiducia. Troppo forte e doloroso il sale della delusione che è stato cosparso a piene mani sulle nostre e le vostre ferite. Sulle ferite di tutta la città.
Fin da oggi ci piacerebbe raccontare una nuova Reggina, vorremmo raccontare una nuova presa di coscienza capace fra qualche anno di permetterci di raccontare la rinascita di questa città e di questa squadra.
Ma una cosa dobbiamo farla, conserviamo un mucchietto di queste immense macerie, morali e sportive, e raccogliamole (idealmente) in una teca da tenere al Granillo. Perenne ricordo di questi giorni e di questi personaggi che hanno infangato la storia amaranto.
Adesso però è tempo di andare, è tempo di metterci al lavoro. E’ tempo di raccontarla questa nuova Alba Amaranto che, statene certi, sorgerà ancora su questo mare confinato (tra le due sponde dello stretto).

(Foto tratta dal sito fotocommunity)
Giuseppe “Fossa” Criaco
(nell’immagine di copertina Eos/Aurora la divinità greca dell’Alba)
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