Manifestazione pacifica ieri sera allo Stadio Granillo di Reghion. Il prossimo appuntamento il 29 agosto a Roma
Non c’erano soltanto gli ultras a manifestare in modo sereno contro le vicende che “attanagliano” il territorio strettese e la sua massima espressione calcistica: c’era la città in tutte le sue componenti, circa sei mila persone a dire “no” al calcio moderno, “Saladini togli il disturbo” e soprattutto per lanciare slogan all’indirizzo di F.I.G.C. e Lega di Serie B.

C’era anche il suo condottiero Pippo Inzaghi che giusto ieri festeggiava i suoi primi 50 anni, c’era la moglie e c’erano i figlioletti in una serata di metà estate che da spensierata e gaia come dovrebbe essere da quelle latitudini è divenuta terrificante, orrenda e senza senso.

C’era pure il DS Massimo Taibi a rappresentanza di sé stesso e non della società (quale?) con il Presidente Marcello Cardona e con il lametino Felice Saladini (proprietario e amministratore unico) latitanti. E c’erano i calciatori. Sì, proprio loro: quelli che, quale atto dovuto, hanno messo in mora la Reggina per la mancata retribuzione dell’ultimo stipendio (e qui ci sarebbe da disquisire: se la squinternata azienda di Saladini non è stata ammessa alla Serie B, quindi senza Licenza Nazionale, non si capisce perché “l’innominabile” avrebbe dovuto pagare).

Parole al vento? Può anche darsi. Anzi forse lo saranno: “Un giorno tornerò per completare ciò che ho lasciato incompiuto” le parole di Inzaghi e quel “comprendeteci” proferito da tutti i calciatori. Non è finita. Non solo non è finita la storia della Reggina, la vita di questa che non può essere identificata come una semplice squadra di calcio come lo sono tante nel panorama calcistico italiano e non solo. La Reggina è fede, è appartenenza, è orgoglio, è tutto!

E allora tutti indistintamente hanno fatto una promessa: il 29 agosto la Reggina non sarà e non potrà essere sola. Da Reghion si sta infatti organizzando la “marcia su Roma” con carovane di pullman, istituendo treni “charter” loro dedicati, chi alla spicciolata e con mezzi privati. Non importa come: è doveroso esserci. E ci saremo pure noi non solo per limitarci a raccontare una giornata speciale (e speriamo lieta per Reghion e per tutta l’area dello Stretto) ma per gridare al mondo: “oggi a me domani a te…”. Ma se anche il Consiglio di Stato dovesse avvalorare le tesi di FIGC, CONI e TAR, i reggini ritorneranno alle loro faccende quotidiane non con la morte nel cuore (come più di qualcuno spera) ma con la consapevolezza che l’amaranto rinascerà dalle ceneri come fece l’Araba Fenice. Viva Reghion dello Stretto!

Ringraziamo sentitamente il nostro amico fraterno Domenico Romeo per il contributo fotografico della serata di ieri.

Vogliamo rendere omaggio ad un amico che ha scritto un “qualcosa” sul legame tra Reggina e Reghion:
REGGINA, WHAT ELSE?
(Sandro Scialpi)
La Reggina non é squadra,
non é club, é assai di piú,
é città che scende in campo,
sono io, sei tu…
É una maglia che combatte
(amaranto é il suo colore)
per rivalsa alle sconfitte
rimediate chissà dove…
É un popolo che balla
é la festa patronale,
il suo animo gentile,
la sua gente ospitale.
É l’Arena con Athena,
la bellezza in ogni scorcio,
il chilometro piú bello,
che tu abbia mai percorso.
É i suoi Bronzi ed il Castello,
il Duomo, Zerbi e Rabarama,
le colonne di Tresoldi,
Chianalea, Fata Morgana.
É una brioche con il gelato,
il vulcano che hai di fronte
u “stratuni” col suo “struscio”,
é Gambarie, l’Aspromonte.
É il sole anche d’inverno,
mare, traffico e tran tran,
i “venti gradi” che ama Inzaghi,
non la gelida “Milàn”…
É ‘na nzudda, ‘na scorcitta,
il bergamotto ed il ragù,
le trasferte in lungo e in largo
per l’Italia, su e giù…
Certo, é questo e tanto altro
la Reggina in verità,
inimitabilmente unica
proprio come la città.
Son da sempre sola cosa,
non puoi metterle a confronto,
due gemelle proprio uguali,
non comprende sol chi é tonto.
E voi cuori sanguinanti,
massacrati dal raggiro,
su, reagite con orgoglio,
perchè l’amaranto é vivo!!!
Chi ha schernito e poi stuprato,
abbandonandola al destino,
mai comprendere potrà
il dolore del reggino…
Un tifoso così pregno
di passione e fedeltà
che ora soffre e si dispera
per inerzia e altrui viltà.
Passerà questo momento,
attraversarlo sarà duro,
perché spazzerà di colpo
il presente, no il futuro.
Sol chi cade può risorgere
e noi un dì risorgeremo,
perché il nostro nome é “Rhegion”,
il nostro popolo supremo!!!
By Sandro Scialpi (tratto dai social)






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