La Reggina rischia seriamente di presentarsi dinnanzi al Consiglio di Stato “svuotata” del proprio parco tecnico
di Rocco Genovese
Tra i tanti frutti avvelenati serviti ai tifosi amaranto in questa estate adesso c’è anche la “mora“. All’indomani della comunicazione del respingimento del ricorso al TAR contro la mancata ammissione al prossimo campionato di serie B e dietro impulso dell’Associazione Italiana Calciatori, tutti i tesserati della Reggina hanno formalizzato la richiesta di messa in mora della società dello Stretto, inviando ad essa ed alla Lega Nazionale Professionisti Serie B (LNPB) una pec contenente i motivi della sua suddetta richiesta, denunciando, oltre al mancato pagamento della mensilità del mese di giugno e dell’intero ammontare della c.d. Parte Variabile (quali premi collettivi o del singolo calciatore) maturata nel girone di ritorno dello scorso campionato, (poichè il pagamento non è stato effettuato entro il termine perentorio previsto dal Sistema per le Licenze Nazionali 2023/24 del 1° agosto, in caso di reintegro della Reggina tra le squadre della serie B 2023/24, è certa una penalizzazione di 2 punti), varie criticità in merito, tra l’altro, alla tenuta dei campi di allenamento ed all’assenza di medici e fisioterapisti sotto contratto con la società amaranto (Leggi qui).
L’azione portata da calciatori e staff e tecnico è disciplinata da vari accordi collettivi che la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), al fine di dare attuazione all’articolo 4 della legge 23 marzo 1981, n. 91, nella parte in cui devolve alla contrattazione collettiva il compito di predisporre il contratto tipo per la disciplina del rapporto di lavoro, ha stipulato nel luglio del 2014 con le Leghe professionistiche e le associazioni dei calciatori (AIC), degli allenatori (AIAC), dei direttori sportivi (ADISE) e dei preparatori atletici (AIPAC). In particolare (Leggi Qui), ai sensi del comma 3 dell’articolo 13 dell’Accordo tra FIGC, LNPB e AIC: “La risoluzione del Contratto non può essere pronunciata qualora la Società provveda, entro venti giorni dal ricevimento della raccomandata di messa in mora, al pagamento di quanto dovuto, da effettuarsi mediante bonifico bancario sul conto del calciatore.”
Perciò, al netto di un sempre meno probabile anticipo della udienza (ad oggi prevista per il 29 agosto), la Reggina rischia seriamente di presentarsi dinnanzi al Consiglio di Stato “svuotata” del proprio parco tecnico, per tacere dei vari dipendenti c.d. “non federali” che ancora attendono diverse mensilità dalla società uscente. Dopo quanto accaduto al TAR, giocarsi l’ultima possibilità con un “biglietto da visita” del genere sarebbe una mossa sciagurata…








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