LA SAMPDORIA lanciata nel futuro, mentre la Lega fa l’occhiolino ai dollari del Qatar.

(Molte notizie e riferimenti contenuti in questo articolo sono tratti integralmente dal Libro le Nuove Guerre del Calcio – di Marco Bellinazzo edito da Feltrinelli. I brani saranno indicati in corsivo ed asteriscati).

Le vicende che hanno afflitto la Sampdoria, fino al suo cambio di proprietà, avvenuto nel maggio scorso, potrebbero rappresentare uno spartiacque non solo per la serie B ma per tutto il calcio italiano in generale.

Infatti possiamo dire che, alla luce degli sviluppi e degli accadimenti in casa doriana, quello che è avvenuto alla compagine blucerchiata non è stata la solita acquisizione societaria, e nemmeno un salvataggio di una squadra di calcio. Ma un investimento “calcistico” strategico, che rientra in un preciso disegno oramai esteso a livello planetario.

Difatti secondo qualcuno, la penetrazione nello sport e nel calcio in particolare, che molti di questi Paesi, come quelli arabi, oppure la stessa Russia – sebbene in declino ormai, stanno adottando da almeno un decennio fa parte di quella strategia intimamente connessa a quel fenomeno chiamato sportwashing. Ovvero una sorta di “lavaggio”, appunto, una ripulitura di facciata della coscienza, attraverso il pallone, per quelli che sono da sempre i limiti da quelle parti: il riconoscimento pieno e convinto di diritti umani e civili.

In definitiva non siamo lontani dal vero quando diciamo che “i club calcistici in particolare, sono diventati oggetto del desiderio di governi autarchici, per legittimarsi a livello geopolitico”*

Pochi sanno che attualmente sui campi di calcio sta avvenendo una sorta di polarizzazione con l’avvento di vere e proprie corporation sportive che ha prodotto non pochi squilibri e diseguaglianze*.

Un fenomeno che vede coinvolti anche Paesi non sempre in linea con i tradizionali valori occidentali di libertà, democrazia riconoscimento di diritti da noi consolidati e comunamente condivisi.

E l’operazione avvenuta all’ombra della Lanterna potrebbe non discostarsi da questa logica. Basti pensare che già dallo scorso settembre con una lettera indirizzata all’Ansa, Khalid Faleh Al Thani, annunciava il desiderio di acquistare la società blucerchiata Tanto che oggi questa  acquisizione potrebbe essere la risposta “qatariota” all’acquisizione, avvenuta lo scorso anno, da parte degli Emirati del Palermo.

La società rosanero ormai si trova di fatto nel novero di Club appartenenti alla galassia Football City Group società pensata dal suo fondatore, lo sceicco Mansour Al Nahyan, appositamente per gli investimenti nel calcio e che vede nel Manchester City la sua stella più bella e luminosa.

Infatti se è vero come è vero che l’acquisto della società di Corte Lambruschini, è avvenuta da parte di Andrea Radrizzani (con il suo Fondo Ares Ventures) e dal suo socio Matteo Manfredi (attraverso il Fondo Gestio Capital), bisogna anche segnalare che nell’operazione sono presenti come investitori i qatarioti attraverso il QSI (il Qatar Sports Investments, il cui presidente è il boss del PSG Nasser Al-Khelaifi e che fa capo al fondo sovrano del Qatar).

E sempre dal testo di Marco Bellinazzo, traiamo questa sintetica genesi e appartenenza del Qatar Sports Investmentsl’emiro Hamad bin Khalifa Al-Thaini ha istituito nel 2005 i Fondo sovrano Qatar Investment Authority ed il (suo nds) braccio operativo Qatar Sport Investment. ……Il cui principale investimento sportivo rimane l’acquisizione nel 2011 del PSG per circa 100 mln . ……Oggi il Fondo vale circa 300 miliardi”

Di fronte a queste cifre viene da sorridere, ma amaramente, quando sentiamo un presidente di Lega oppure, peggio, un ministro dello Sport parlare di equa competizione. Qualcuno mi spieghi come si fa a parlare di equa competizione quando di fronte ho delle compagini pensate e create con risorse illimitate e di converso invece le piccole realtà territoriali nazionali, soprattutto in serie B sono costrette ogni anno magari a privarsi dei talenti migliori per potersi concedere ancora una stagione di sopravvivenza.

E certamente non fu “casuale” l’incontro del maggio scorso a Genova, tra il Presidente della “Lega B” Balata ed il presidente qatariota Hamad Bin Khalifa Ahmad Al Thani, per instaurare un rapporto di collaborazione, e allargare gli orizzonti commerciali della Lega B, (Creando nds), … un progetto di interscambio culturale, sportivo e di crescita formativa nel Paese del Medio Oriente grazie al contributo e l’esperienza delle società italiane che compongo la Lega B (comunicato ufficiale della LNPB). Tradotto in termini realistici: apriamo le porte ai dollari qatarioti per spostare la notte (della resa del calcio italiano nds) un po’ più in là. Intenti poi ribaditi dal Presidente Balata in un incontro avvenuto a Roma, lo scorso 11 luglio con l’ambasciatore qatariota S.E. Khalid Yousuf Al -Sada.

Foto tratta da calcio Ascoli

Insomma “Per il Qatar, quello di Genova, sarebbe il primo sbarco in Italia, funzionale alla nuova strategia di espansione», spiega ancora Marco Bellinazzo,

Ed oggi allora io mi chiedo a cosa serva ragionare ancora su quelle che possono essere state le criticità che caratterizzavano la posizione economica e finanziaria della squadra blucerchiata, quando questi sono stati i presupposti della acquisizione del duo Radrizzani – Manfredi con la benedizione del QSI (il Fondo qatariota).

Ed allora capisco bene che è vero che la Sampdoria aveva, ed ha tuttora, una corposa esposizione debitoria verso dipendenti, calciatori e procuratori, ed ancor di più verso le banche; però è altrettanto vero che il CdA ha trovato un nuovo socio (Ares Spa di Manfredi e Radrizzani) che ha proceduto a ricapitalizzare la società con un prestito da 30 milioni di €. (e che i debiti verso gli istituti di credito non sono “federali”, e non danno luogo a penalizzazioni o esclusioni).

E’ assolutamente vero che l’anticipo del “paracadute” è stato sicuramente irrituale, ma era comunque un credito che la Sampdoria poteva vantare e molto probabilmente sarebbe andato perduto in caso di fallimento (e se una azienda fallisce, con cosa soddisfi i creditori?);

Così come è stato consistente l’aiuto, da parte dello Stato, di permettere alla Sampdoria di diluire il pagamento del prestito (garantito dallo Stato) contratto dalla società blucerchiata durante la Pandemia e che (è notizia di questi giorni) è stato ulteriormente spalmato per altri dieci anni,

Ed ancora, la Sampdoria ha approvato il bilancio del 2022 lo scorso 19 giugno ed ha presentato questo bilancio più tutta la documentazione prevista entro il 20 giugno, osservando quelle che erano le scadenze federali. Tenendo conto che, di fatto, la Sampdoria ha una nuova società che la controlla: la Blucerchiati Srl (che fa sempre capo ad Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi costituita il 12 giugno scorso e così ridenominata dalla precedente F-Harvest), oltre che un organigramma ben definito, ed una governance che per tutte le considerazioni di cui sopra ha dato alla Federazione le garanzie necessarie di continuità ed affidabilità tali per completare la stagione 2023/24.

Ed infine “per ultimo ma non ultimo” è di tutta evidenza la visibilità che Lega Serie B sta cercando in Qatar e di cui sopra ne abbiamo dato ampio resoconto.

Improponibile per tutte le ragioni appena sviscerate il parallelismo che molti, in questi giorni, hanno voluto tracciare tra i blucerchiati e la società amaranto. Ma io aggiungo tra questa acquisizione e qualunque altra avvenuta in Italia (ad esclusione del Palermo).

La storia recentissima della Sampdoria, quindi, ci ha portato comprendere che ragionare (di calcio) secondo i vecchi e rassicuranti parametri, oppure voler battere le rotte del calcio moderno secondo mappe e bussole del novecento è impresa improba, che inevitabilmente ci porterà a naufragare contro le terribili corazzate rappresentate da “Fondi di investimento, broadcaster, imprese di telecomunicazioni oppure giganti del Web”*.

Voglio chiudere riprendendo quelle che possono sembrare parole distopiche e raggelanti dell’autore da “Le guerre del calcio”, ma che invece, facendole nostre e donando loro una connotazione ancora e nonostante tutto, popolare e passionale possono essere ancora lette come parole di speranza.

Il football con le sue mille sfaccettature rappresenta da sempre un formidabile prisma di rifrazione: analizzare i conflitti che si materializzano attorno a quel rettangolo d’erba di 105 metri per 68, significa in molti casi intravedere in anticipo pericoli e opportunità dello sviluppo socio economico (di questa immensa comunità chiamata mondo nds)

E sarà sempre più aspro, (il conflitto nds) nel prossimo futuro, tra chi ambisce a costruire un calcio orientato allo show business e chi, nel solco del calcio popolare che è stato dei Maradona e dei Paolo Rossi, auspica il ritorno ad un modello sostenibile con meno sprechi e meno ingaggi, e che riconosca e valorizzi il ruolo dei tifosi”. (M. Bellinazzo)

Foto tratta da Sampnews24

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