di Rocco Genovese
287 presenze ed 8 reti in 11 stagioni, disputate con le maglie, fra le altre, di Perugia, Cagliari e Genoa, e la prima promozione in serie A del Siena nel 2003 nel proprio palmarès. Luca Cavallo è un gran conoscitore del campionato cadetto, che segue con attenzione anche oggi che si occupa del settore giovanile della Sammargheritese (neopromossa in Eccellenza in Liguria), ed ha accettato con piacere di parlare di calcio con noi “a tutto tondo”.

Luca Cavallo(a destra)–foto Levante News
Luca, venerdì il Consiglio Federale ha confermato l’esclusione dai campionati professionistici di Reggina e Siena. Sono due decisioni che fanno rumore ed immagino che non ti abbia fatto piacere la bocciatura dei bianconeri, peraltro nel ventennale della prima promozione in A che ti ha visto tra i protagonisti…
Reggio e Siena sono due piazze calorose e molto passionali, si tratta di due società con importanti blasoni che dovrebbero stare in categorie più importanti, e quando falliscono delle società, si perdono anche dei posti di lavoro. Mi dispiace particolarmente per il Siena perché ho vissuto quella realtà per 3 anni, molto intensi, ed ho un legame forte con la città e con i tifosi: stiamo parlando del terzo fallimento in 9 anni, la società uscente ha commesso una mancanza di rispetto nei loro confronti. Per quanto riguarda la Reggina, spero che la situazione possa risolversi già con il CONI o, al massimo, con il ricorso alla giustizia amministrativa.

Como, Palermo, Venezia, Parma, Pisa, il “tuo” Genoa… Per fare calcio in Italia, anche in serie B, sembra che non si possa fare a meno di investitori e capitali stranieri. Questa tendenza è preoccupante o, viceversa, reputi che sia un’opportunità?
Penso che ci dobbiamo “rassegnare” a non trovare investitori italiani, anche se ritengo che tutti i fondi esteri non possano fare a meno di inserire soggetti italiani all’interno della struttura societaria delle squadre che rilevano. In ogni caso, bisogna sempre vedere la qualità delle persone e se ci sono figure, anche straniere, che vogliono valorizzare il calcio italiano, ben vengano. Alla fin dei conti, anche la 777 Partners ha operato bene con il Genoa, a parte il primo anno, e sta facendo i passi giusti, perché non era facile ritrovare la A dopo una sola stagione: sicuramente, sono stati bravi a dare un’opportunità a Gilardino e apprezzo che non si siano mossi per puntare esclusivamente su giocatori con nomi altisonanti, ma li abbiano saputi miscelare con elementi di categoria e funzionali al progetto.
Rispetto a quando giocavi tu il campionato di serie B è molto cambiato. Prevedi che il prossimo campionato sarà tecnicamente interessante o temi un progressivo livellamento verso il basso dei valori?
Penso che il prossimo campionato sarà di livello inferiore a quello scorso. Aggiungo che ritengo interessante la formula con playoff e playout, che rende il campionato molto combattuto, con tante in squadra in lotta per un obiettivo fino alla fine, anche se la trovo un po’penalizzante per la terza classificata che, magari, ha condotto un campionato di vertice per tutta la stagione e poi rischia di perdere tutto agli spareggi. Io sarei più per la promozione diretta delle prime 3 classificate, un po’ come quando giocavo io.
Quali sono le tue prime impressioni? Quali squadre credi che saranno le protagoniste della prossima serie B?
Il Palermo sta facendo sul serio, ma come sempre le retrocesse dalla A punteranno ad un’immediata risalita; penso, in particolare, allo Spezia, che ha preso un allenatore perfetto per la categoria come Alvini, mentre vorrei capire meglio cosa vogliono fare Sampdoria e Cremonese. Mi incuriosisce molto il Como, e di sicuro lotteranno fino alla fine il Parma, il SudTirol, il Bari…
A proposito del Bari. Proprio a Siena hai giocato con Michele Mignani: che ricordo hai di lui come compagno di squadra e come pensi che si approccerà al prossimo campionato? Mi spiego: non pensi che, anche alla luce del percorso fantastico della scorsa stagione, ma concluso in modo beffardo, possa essere rimasto scottato ed avere difficoltà a confermarsi?
Michele era già un allenatore in campo, un leader silenzioso ed un giocatore di personalità, ma anche in panchina sta dimostrando di essere bravo e finora ha sempre fatto bene. Non credo che possa risentire dell’epilogo assurdo dello scorso campionato, anzi: conoscendolo, penso proprio che voglia ripartire forte con il Bari e dimostrare che è un vincente.

Foto tratto La casa di C
Passiamo ad un’altra squadra nella quale hai militato: che idea ti sei fatto della situazione della Ternana? Lo stato di incertezza, dettato dalla cessione societaria a Pharmaguida, con il possibile arrivo anche di Massimo Ferrero, non è piacevole ed avrà avuto un peso nella decisione di mister Andreazzoli di andare via…
Non ho seguito a fondo le vicende della Ternana nell’ultimo periodo e non conosco la nuova proprietà, però non credo che per i rossoverdi il cambio societario sarà un “salto nel vuoto”. Bandecchi è un uomo di grande personalità, ha avuto dei contrasti con i tifosi per alcune sue uscite sopra le righe, ma non può rimproverarsi nulla ed avrà fatto di sicuro tutte le valutazioni del caso prima di passare la mano. Terni è una piazza che vive il calcio a 360° e sa darti grande motivazione se viene stimolata, perciò mi auguro che chi ci sarà dopo di lui faccia bene anche se….
Cosa?
Mi lascia perplesso il fatto che Ferrero, dopo i danni commessi nel recente passato alla Sampdoria, possa avere subito un’altra occasione per rientrare nel mondo del calcio… niente da aggiungere, questa è l’Italia. Quanto ad Andreazzoli, penso che il suo addio rientri in un gioco delle parti e non debba destare preoccupazioni: cambia la proprietà, cambiano i programmi, ci sta che cambi pure la guida tecnica.
Sei molto legato al calcio giovanile ed alla ricerca di nuovi talenti, un’attività sempre più importante anche in considerazione delle ripetute amarezze che ci stanno dando le varie selezioni nazionali da un po’ di tempo a questa parte. La serie B negli ultimi anni ha messo in mostra molti giovani calciatori ma i tempi d’oro degli anni ’90 sono lontani. Secondo te, in che modo si dovrebbe intervenire?
Abbiamo poco coraggio nel far giocare i giovani, e penso che anche le regole sul minutaggio degli under vadano riviste, perché sono molti i giovani lanciati nelle prime squadre solo per ottenere indennizzi dalle varie Leghe per il loro utilizzo e poi finiti nelle serie minori dopo 2 o 3 stagioni, una volta superata l’età per giocare come under. In questo periodo mancano i giovani di qualità, ma ancor più mancano figure competenti che sappiano far crescere e responsabilizzare questi ragazzi; ad esempio, io non ho un preconcetto verso le “seconde squadre”, che ci sono anche in altri Paesi e lavorano bene, però penso sia molto più utile per ragazzi di 18-20 anni misurarsi con compagni di squadra più grandi e che, magari, con lo stesso stipendio portano avanti non senza difficoltà una famiglia, piuttosto che in contesti più ovattati quali possono essere una squadra Primavera o una Under23.
Dicci il nome di uno o più giocatori sui quali punteresti e che possono consacrarsi nella prossima stagione.
Mi piacciono molto Cittadini (neo acquisto del Monza, ndr) e Bonfanti, che ho visto giocare lo scorso anno in occasione di Genoa-Modena.


Foto tratte da MB News e TV Qui Modena
Un’ultima domanda. Pronostico a caldo: secondo te, alla fine, quante squadre giocheranno il prossimo campionato di serie B?
Penso che ci saranno 20 squadre.
Con la Reggina o con il Brescia?
(breve pausa di silenzio) Bella domanda… Preferisco non rispondere.
Rocco Genovese






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