La gloriosa società che fu dei vari Granillo, Matacena, Benedetto, Foti e Praticò non è stata ammessa al prossimo campionato di B. Ma a due ore dall’ufficialità nessuna “Pec” è giunta a destinazione.

“Dura Lex sed Lex”. Così ha lasciato intendere il provvedimento punitivo della Co.Vi.Soc. che ha rigettato la richiesta di ammissione al prossimo campionato cadetto della Reggina. Mancherebbero, infatti, i famosi 780 mila euro destinati all’Erario (per lo stralcio del debito nei confronti dello Stato) e 650 e rotti mila euro relativi agli incentivi all’esodo.

Su un portale d’informazione di Brescia si è scritto che oltre a questi importi sono presenti altre gravi anomalie “rilevanti” ai fini della relativa iscrizione al campionato. La domanda a questo punto è la seguente: “come mai i giornalisti di Brescia hanno saputo alle 15,50 quello che sarebbe divenuto ufficioso soltanto dopo le 16.15? E poi: questo giornale come avrà fatto a conoscere in anteprima le motivazioni dell’esclusione che riguardano la società amaranto? Altra “cosa” molto strana: a due ore dall’ufficialità non esiste nessuna comunicazione alla Reggina. Nessuna E-mail, nessuna PEC, nessuna missiva, nessuna telefonata. Niente di niente.

Però a tutt’oggi i tifosi della Reggina non devono demordere: ci sarà giustizia “vera” (forse) nel momento in cui si potrà dimostrare la verità secondo le leggi dello Stato e non certamente da corti circuiti normativi. E’ vero che esisterebbero (il condizionale è d’obbligo) i mancati versamenti di cui sopra ma è pur vero che il Tribunale di Reggio Calabria ha indicato nel 12 luglio la data ultima per assolvere a tali pagamenti. Data che l’organo federale di controllo non avrebbe riconosciuto per via della ferrea “autonomia normativa federale”. Questi importi , secondo I Giudici “endofederali” sarebbero stati da pagare il 20 giugno 2023. La bocciatura della Co.vi.soc., quindi, starebbe tutto all’interno di questo passaggio.

Sarebbe gradita però, a questo punto, una vera conferenza stampa aperta alla città, ed ai tifosi, da parte del Patron amaranto per fugare ogni dubbio sulla correttezza del suo operato e per affermare quella tanto decantata trasparenza che da qualche settimana a Reggio ed alla Reggina stanno mancando.

Prossima tappa il Tar del Lazio. Ma il Tribunale Amministrativo Regionale con giurisdizione sul tutto il suolo italiano, di fronte ad un dispositivo giuridico, a chi potrebbe dare ragione? Varrà ancora l’autonomia normativa di un ente sportivo oppure valgono le leggi promulgate dallo Stato? Si va verso una Serie B a 21 squadre, come preconizzava il neo vicepresidente della UEFA Gravina?

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