La serie B fa i conti con le problematiche legate alla disponibilità di un impianto di gioco idoneo di alcune società neopromossedi Rocco Genovese

Il Lecco vede le streghe perché (forse) ha trovato troppo tardi un’altra società che lo ospiti, il Catanzaro (pur essendosi mosso per tempo in virtù della promozione già in tasca da marzo) mette in conto che andrà a giocare a Lecce, la FeralpiSalò vivrà il primo campionato cadetto della sua storia in un’altra regione, Ascoli e Reggina potrebbero andare, rispettivamente, a Bologna o a Bari (e mettiamoci pure lo Spezia, che ha iniziato i lavori di ristrutturazione del “Picco”, e la Reggiana, “ospite a casa sua”, visto che il “Città del Tricolore” è di proprietà del Sassuolo)… La serie B (come “bordello“?) 2023/24, prima ancora di partire ufficialmente, deve fare i conti con le problematiche che buona parte delle sue partecipanti ha in merito alla disponibilità di un impianto di gioco idoneo, secondo gli standard della Lega Nazionale Professonisti Serie B (corsivo non casuale) alla disputa di incontri calcistici ed in presenza del pubblico; una situazione che, pur non essendo una novità assoluta (basti pensare, nel recente passato, alle peripezie di Perugia e Pordenone), sta assumendo proporzioni preoccupanti, rendendo ancor più bollenti le situazioni di più di una società titolata a partecipare al prossimo torneo cadetto (e gli spiriti di chi vorrebbe prendere il loro posto…).

Mi sono permesso di prendere qualche appunto, che spero abbiate piacere di leggere e condividere:

1) il Titolo II) del Sistema delle Licenze Nazionali della Lega Serie B 2023/24, pubblicato sul sito della FIGC lo scorso 9 novembre, indica alla lettera A) la data del 15 giugno come termine perentorio (prevedendo il mancato rispetto del termine come un illecito disciplinare, punibile con una serie di sanzioni amministrative di tipo pecuniario) entro il quale le società titolate a partecipare alla Serie B 2023/24 avrebbero dovuto depositare presso la Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi (preposta, ai sensi del comma 5 dell’articolo 90 sexies delle NOIF, a “valutare il rispetto da parte delle società richiedenti la Licenza Nazionale dei criteri infrastrutturali e dei criteri sportivi e organizzativi stabiliti dalla FIGC“):

– la documentazione che comprovi la proprietà o qualsiasi convenzione per l’uso dell’impianto che si intende utilizzare per tutte le gare ufficiali della stagione 2023/24;

– la licenza, firmata del Questore della provincia dove è ubicato l’impianto ai sensi dell’articolo 68 del Testo Unico delle Leggi sulla Pubblica Sicurezza (TULPS), per l’effettuazione di eventi in luogo pubblico ed in presenza di pubblico;

– l’attestazione di solidità e sicurezza dell’impianto, rilasciata dalla Commissione di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo ai sensi dell’articolo 80 TULPS;

– nel caso in cui la richiedente non disponga di un impianto nel proprio Comune, l’istanza per ottenere la deroga all’utilizzo di un impianto sito in un Comune diverso, corredata dal nulla osta del Prefetto relativo ad un impianto ubicato nel territorio nazionale.

Nella successiva lettera B) viene specificato che entro e non oltre il 20 giugno sarebbe stato comunque possibile integrare la documentazione, fatte salve le sanzioni previste alla lettera A).

2) Nello stesso Titolo II) viene fatto riferimento ai requisiti infrastrutturali, indicati come criteri “A” nell’allegato sub A) del Sistema delle Licenze, che prevede una serie di disposizioni di dettaglio: fra queste, ad esempio, vi sono quelle (punti 16-17) riguardanti la capienza minima prevista, che non deve essere inferiore a 5.500 persone, ed il fatto che ciascuno dei quali debba avere a disposizione un posto a sedere numerato, fisso al terreno e separato dagli altri (non consentendo quindi l’adozione di installazioni temporanee: questo è fra i principali motivi per i quali lo stadio “Turina” non è stato ritenuto idoneo ad ospitare la FeralpiSalò, che ha dovuto ripiegare sul “Garilli” di Piacenza). Tali prescrizioni, già abbastanza stringenti, sono state ulteriormente arricchite da “norme programmatiche”, in parte già anticipate nell’allegato relativo alla stagione da poco conclusa che entrano in vigore proprio a partire dalla stagione 2023/24 e riguardano:

– l’aumento dei valori dell’illuminamento verticale medio e dell’illuminamento verticale dell’impianto; 

– l’aumento dei posti a sedere e degli armadietti negli spogliatoi delle squadre;

– l’aumento delle dimensioni degli spogliatoi degli arbitri;

– l’aumento dei parcheggi messi a disposizione di ufficiali di gara e squadre nelle immediate vicinanze degli spogliatoi;

– l’aumento dei servizi igienici (con la previsione di almeno 1 ogni 15 spettatori disabili);

– l’allestimento di almeno 5 postazioni coperte per radiocronisti e telecronisti, situate all’interno della tribuna principale dotate di una presa elettrica, copertura Wi-Fi, di una superficie di lavoro ed almeno 3 posti a sedere;

– l’allestimento di almeno 1 studio televisivo e 2 postazioni per le c.d. “flash interview”,;

– l’allestimento di una zona riservata allo stazionamento degli automezzi attrezzati per le trasmissioni audiovisive dall’esterno (c.d. “TV Compound”), di almeno 300 mq.

– l’aumento dei posti a sedere nel locale utilizzato per le conferenze stampa;

– la messa a disposizione, in tribuna centrale, di almeno 75 posti riservati alle Autorità, nonchè di un’area ospitalità e di almeno 100 parcheggi ad esse dedicate;

Si tratta, pertanto, di una pluralità di interventi che comportano costi e tempi di realizzazione non proprio contenuti; tuttavia, in più punti dell’allegato la FIGC fa riferimento ad un elenco non esaustivo di “motivate ragioni oggettive” che consentirebbero l’applicazione di deroghe autorizzate dalla Lega Serie B con il beneplacito della stessa Federazione, quali: 

– esistenza di vincoli strutturali; 

– interventi di ammodernamento, ristrutturazione, ampliamento per l’adeguamento a tale criterio, iniziati nella stagione sportiva 2022/2023 o in quelle precedenti; 

– disponibilità di un progetto esecutivo, approvato dalle autorità competenti, per la costruzione di un nuovo stadio totalmente adeguato; 

– società neopromosse;

– provvedimenti delle competenti autorità amministrative e/o di pubblica sicurezza locali.

La situazione più controversa è quella del Lecco: promosso a causa dello slittamento dei playoff di serie C solo il 18 giugno scorso (quindi, 3 giorni dopo il termine riportato nel Sistema delle Licenze) e con il proprio stadio privo dei requisiti previsti, alla fine chiesto ed ottenuto ospitalità dalla società Calcio Padova per l’utilizzo dello stadio “Euganeo” (ristrutturato nel corso del 2022), con l’avallo del Prefetto della città veneta che, stando ad alcuni organi di stampa (leggi qui), sarebbe arrivato in tempo utile per consentire ai manzoniani di completare la procedura d’iscrizione. 

Come finirà? Si potrebbe capire di più dopo l’Assemblea di Lega prevista per il tardo pomeriggio di oggi…

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