di Giuseppe “Fossa” Criaco

Troppe cose sono successe quest’anno in casa REGGINA. E purtroppo dagli esiti altalenanti. Da un 2022 che da giugno in poi ha fatto sognare i tifosi e tutto l’ambiente culminato con un secondo posto in classifica alla fine del girone di andata ad un 2023 “horribilis” costellato di sconfitte, deferimenti, penalizzazioni e infinite polemiche dentro e fuori il campo da gioco.

Poi da giugno sembrava essere tornato il sereno su tutto l’ambiente. Ma, prima le parole sprezzanti sulla Legge (utilizzata dalla Reggina per effettuare un salvataggio che sa di miracoloso) del Ministro Abodi e poi quelle sibilline di Gravina per concludere (notizia di appena ieri nds) con l’annunciato decreto sullo Sport. Insomma, sembra che il “sistema calcio” non abbia affatto digerito le strategie della società amaranto per depurare i propri bilanci da un pesantissimo passivo e rinascere più bella e più forte che “pria”.

Di tutto questo ed anche di altro ne abbiamo parlato con Rocco Calandruccio giornalista, blogger  reggino attivamente presente sui social e nella vita sportiva della città.

Rocco puoi darci la tua analisi in quello che è stato tutto il percorso della Reggina di “Saladini” e cosa riserverà il futuro alla Reggina dopo questa omologa sia in chiave finanziaria che di mercato.

Purtroppo di Reggina, in questi ultimi anni, si è parlato più per le vicende extra calcio che per i risultati ottenuti sul campo (comunque pregevoli nds). Speriamo che da oggi la cosiddetta omologa del Tribunale fallimentare abbia scritto la parola fine e da oggi a Reggio si possa solo parlare di calcio. E questo è il grande traguardo che questa proprietà ha raggiunto. Adesso speriamo che l’ottimo risultato giudiziario-economico sia valorizzato con un impegno sportivo altrettanto vincente. Mettendosi alle spalle tutte le cattiverie che in questi mesi si sono dette. Perché alla fine dei conti la Reggina si è mossa secondo legge e creando sicuramente un precedente possa essere da “modello” per tutto il calcio italiano per tornare ad essere sostenibile. Abbinando una buona gestione ai risultati sportivi.

Rocco alla luce delle tue parole, sacrosante e condivisibili, non credi invece che tutta l’acrimonia (ed uso un eufemismo) che la Reggina sta subendo è a causa di quella strada assolutamente legittima, aggiungo io, che nessuno aveva visto e che potrebbe diventare un problema per molti. Anche per lo stesso sistema calcio?

Intanto bisogna premettere che le società di calcio sono delle aziende a tutti gli effetti e che avere conti a posto bilanci credibili deve diventare una esigenza ormai ineludibile. Quindi la presenza anche di manager capaci è diventata fondamentale. Le società di calcio non sono formate solo dagli attori che scendono in campo, ma dietro e dentro un club ruotano tutta una serie di figure dal manager al magazziniere che significano anche posti di lavoro e di conseguenza famiglie. Va da se che le gestioni sane possono anche essere vincenti come è già successo in serie A, vedi il Milan (oppure il Napoli – nds) ma anche in serie B. Strutturandosi e puntando al settore giovanile, al marketing, insomma tutte quelle componenti che permettono ad una società di essere competitiva su tutti i fronti.

Certo però che fino a quando si permette a certi personaggi, dopo aver provocato buchi di centinaia di milioni di euro presso il club detenuto fino a pochi giorni fa di andare in trattative di acquisto (gia oggi si parla già di una sua nuova acquisizione) allora davvero una soluzione vera non la si vuole attuate. Ecco se il “calcio italiano” permette tuto questo allora la situazione non potrà mai risollevarsi.

E visto che parli di settore giovanile e di calcio sostenibile anche nelle serie minori, è di oggi la notizia che il Pordenone non si iscriverà al campionato di Serie C, mentre l’Atalanta storicamente una società con un settore giovanile di grande spessore lo potrebbe rimpiazzare in serie C.

Esattamente. Infatti stiamo assistendo ad un declino “calcistico” sempre più evidente anche in piazze economicamente significative, come Piacenza, Varese, Vicenza lo stesso Pordenone che stanno evidenziando una verità non più ineludibile: in questo Paese si fa sempre più difficoltà a fare calcio e farlo ad un certo livello. Ma nonostante tutto si parla da anni di riforme strutturali del calcio e del “sistema” ma poi rimane tutto fermo a livello di proclami. Anche se poi naturalmente fino a quando trovi società come la Juventus che fanno capitalizzazioni importanti come 200, 300, o 400 milioni di capitalizzazioni capisci che oggi non per tutti è un calcio ormai sostenibile.

Beh non è un caso, infine, che ormai questo calcio dove devi vincere subito, dove non riesci più a partorire talenti, dove la Nazionale è già alla seconda mancata qualificazione mondiale, che non alziamo una Champions da tantissimi anni ma solo una modesta Conference, beh se metti tutte queste cose insieme ti fai una idea di come nel calcio italiano si spenda tanto e male. E bisognerebbe mettere in discussione non solo i vertici del nostro calcio ma anche le capacità di alcuni nostri dirigenti. E non so ancora cosa deve succedere per operare davvero delle riforme serie per salvare il calcio almeno in Italia.

Tornando alla attenzione al mondo giovanile dobbiamo ammettere che un modello Ajax per fare crescere i propri giovani talenti è  sempre più raro. E poi soprattutto dobbiamo anche stare attenti nel modo come portare i ragazzi nel mondo professionistico. Ad esempio vedi la nazionale under 20 sarà interessante capire quanti arriveranno ad affermarsi poi nel mondo professionistico

L’attenzione della Reggina potrebbe o dovrebbe diventare significativa al settore giovanile, un po’ perchè costretta ed un po’ perchè potrebbe davvero diventare la nuova visione della Reggina 2.0 targata Felice Saladini. Con Geria elemento di assoluto valore come valorizzazione del  mondo giovanile

Certamente serve competenza, serve lungimiranza per impiantare davvero il futuro e rilanciare il settore giovanile. Naturalmente una figura migliore di Giuseppe Geria per il settore giovanile amaranto non poteva essere individuata. Per questo motivo sarebbe importante cambiare il paradigma e puntare ancora, come nel passato, sugli elementi dei vivai e portarli alla ribalta valorizzandoli e ricavandone poi anche benefici economici non indifferenti. Come possono essere stati i vari Perrotta, Missiroli, Viola. Per quanto riguarda invece la prima squadra bisogna valutare gli sviluppi anche del settore tecnico con la permanenza o meno di Taibi e di Inzaghi. Facendo davvero partire un progetto finalizzato al raggiungimento di un risultato sul medio lungo periodo non solo con i nomi già affermati ma con gli omologhi di Fabbian e Pierozzi ma usciti dal Settore giovanile amaranto. Naturalmente per fare questo serve tempo, pazienza e competenze.

Questo però cozzerebbe con le legittime ambizioni di Inzaghi, non potendo garantire quel risultato immediato che Pippo invece vorrebbe realizzare alzando quella famosa asticella.. Ma per un attimo possiamo immaginare una società che pur limitando le ambizioni nel breve periodo possa investire nel medio lungo periodo e far diventare la Reggina un modello virtuoso e vincente?

Indubbiamente Inzaghi oggi si trova a dover affrontare una situazione fuori dalla norma. Ma alla luce dei due anni di contratto forse potrebbe anche voler partecipare a questa nuova linea verde rinunciando ai risultati immediati ma guardando al futuro. Sebbene sappiamo che Inzaghi ad oggi è lontano dalla Reggina.

Ma scusa se interrompo il tuo ragionamento: nella sciagurata ipotesi che Superpippo lasci la Reggina, te la butto lì: come vedresti un profilo come quello di Fabio Caserta alla guida di una Reggina a trazione verde e giovane? Oggi è un nome che viene accostato a molte società

Sicuramente un profilo di cui parli tu come Fabio Caserta è una figura molto particolare. Mi impressionò molto la sua visione del calcio. Un allenatore che fa un calcio molto propositivo e che valorizza molto i giovani. E quindi potrebbe essere una po’ il profilo di cui stiamo parlando per realizzare quella Reggina del futuro. Al pari di quella famosa Reggina di Atzori che sfiorò la serie A senza nomi altisonanti nello spareggio poi perduto di Novara.

Soprattutto in un campionato di serie B dove l’equilibrio regna sovrano e non sempre chi più spende vince. Ma spesso vince chi sa investire chi sa guardare oltre. 

Ed arriviamo così all’ultimo punto della nostra intervista. Come vedi il futuro della Reggina con Saladini oppure con Saladini nella Reggina, La Reggina oggi comunque è ancora nelle mani di Felice Saladini nonostante gli otto milioni di euro che la Enjoy srl dovrà pagare in due rate tra la fine di giugno 2023 e il giugno 2024.

Sicuramente il Patron amaranto si è impegnato molto nella Reggina e per la Reggina, vedi tutto quello che è stata la manovra relativa alla ristrutturazione del debito. La sensazione, ma è una sensazione da molti condivisa Reggio sembra che però Felice Saladini sia di transizione. Non nell’immediato ma molti danno per verità la sua dipartita da qui a qualche anno.  con la prospettiva che la Reggina possa passare di mano. Poi che sia un fondo oppure un’altra cordata questo non lo so. Ma non credo che Saladini rimarrà per molti anni alla guida della Reggina. Sul futuro la sensazione è che stavolta la proprietà che dovrebbe o potrebbe subentrare a Saladini sia una proprietà che arrivi dall’estereo. Sperando che sia una figura di rilievo, sana e che davvero possa far compiere alla Reggina quel salto di qualità che tutti auspichiamo

Poi notizia di oggi, l’approvazione nel decreto dello Sport nella giornata di ieri (venerdi 15). Pensi che questa velocità, da parte del Governo non sia un po’ sospetta e pericolosa, come sin da stamattina io ho scritto sollevando un vespaio (voluto) sui social. E volutamente buttando una bomba nello stagno quindi ho dovuto fare quell’articolo per accendere un faro sul questo provvedimento.

Dammi un tuo giudizio spassionato lasciando stare la mia estrema provocazione ma che voleva solo accendere un faro su una decisone politica che rimane davvero sospetta.

Per come la vedo io sono ottimista, anche alla luce dell’imminente cambio di proprietà di cui ormai in città si da come cosa fatta. Quindi non vedo fattori di preoccupazione anche se ammetto che come dici tu, nel tuo contributo, meglio tenere gli occhi sempre bene aperti. I colpi di mano del potere calcistico sono sempre dietro l’angolo (nds). Quindi questo sta a significare che tutto il percorso amministrativo e giudiziale intrapreso dalla società faceva parte di una strategia ben definita. Naturalmente adesso non ci resta che attendere il 20 giugno (termine ultime per completare l’iscrizione al campionato di serie B nds), ma direi di stare tranquilli perchè la Reggina si è mossa molto bene in questi mesi. Ma mai abbassando la guardia, rimaniamo in attesa.

Fin qui le parole di Rocco Calandruccio. Parole che illuminano perfettamente quella che è stata la stagione della Reggina, ma anche dei suoi tifosi. Una stagione difficile, complicata, ma al tempo stesso anche ricca di soddisfazioni nella prima parte del campionato. Una stagione le cui difficoltà (alla fine superate) si sono condensate nel famoso “Urlo di Inzaghi” oggi ben più famoso, e cliccato, di quello di Munch.

Una analisi lucida sul percorso sportivo e societario della squadra amaranto, che nel breve volgere di un anno dapprima ha completamente cambiato pelle, e poi ha dovuto affrontare forse la battaglia ovvero le partite più dure nelle aule dei Tribunali sportivi prima e Ordinari dopo, per affermare il suo diritto alla sopravvivenza. In spregio ai tanti “se” ed ai tanti “ma” piovuti da ogni parte. Anche da parte di esponenti reggini

Infine una panoramica, affrontata con il giovane giornalista reggino, che ha acceso un fascio di luce su quello che è lo stato “emergenziale” (sempre per usare un eufemismo) del calcio italiano in particolare e di quello europeo in generale.

Insomma un giro di giostra a 360 gradi, fatto assieme, che ci ha permesso di disvelarci l’uno all’altro ancora più di quanto si possa fare in un semplice post oppure articolo che sia.

In un mondo, quello del calcio, che oggi si sta sempre posizionando su avamposti di potere e di competizione non sempre sportiva. Oggi a livello finanziario il calcio mondiale sta conoscendo una diarchia (arabo-statunitense) che lentamente sta globalizzando le emozioni e le passioni, appiattendo un gol, un gesto atletico ad una semplice variazione di borsa.

La nostra speranza è nche un ritorno all’antico, almeno in campionati come quello di serie B, dove si possa ancora respirare quell’aria popolare e passionale che caratterizzava il calcio che fu. E che restituisca anche a piccole realtà (come possono essere quelle delle neo promosse Lecco e Feralpisalò) appena affacciate alla cadetteria, l’orgoglio di contrastare società (e bilanci importanti) anche solo per una semplice partita di calcio anche solo per novanta minuti.

La nostra chiacchierata è finita. E tra noi regna un silenzio colmo di stima. Io alzo gli occhi ed in lontananza scorgo quello che oggi rimane del Lido Comunale. E in un lampo ritorna quel tempo passato, quella estate di tani anni fa e rivedo quel Lido nostrano con la Rotonda, le docce, il bagnino e la sue bacchette allineate. MA il tempo bussa alle spalle e di quel ricordo fugace non rimane che un ricordo di bimbo e negli occhi il colore del mare.

Foto tratta da Reggio Today

Giuseppe “Fossa” Criaco

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