di David Tomaino

6 luglio 2017-19 marzo 2023 queste date rimarranno impresse nella storia del calcio a Catanzaro e nella mente dei tifosi giallorossi.

Il 6 luglio del 2017, la famiglia Noto decideva di entrare in campo acquistando la proprietà dell’U.S. Catanzaro 1929. Una decisione lungamente ponderata dai Noto. Tirati in ballo da media, tifosi, persino dalla politica cittadina, affinché potessero dare alla società quella stabilità che nessun imprenditore era riuscito a donare ad una piazza così blasonata che negli anni ’70 ed ’80 aveva conosciuto i fasti della massima serie professionistica.

Ma la storia recente dell’US Catanzaro prende avvio il 16 maggio 2004, che segnò l’ultima partita ufficiale per Roberto Baggio. Una data che il popolo giallorosso ricorderà però per un’altra storica promozione in serie B, dopo un appassionante duello proprio con quel Crotone con il quale anche quest’anno ha duellato per il primato per una buona parte del campionato. Allora ad Ascoli 14 mila tifosi sostennero la squadra calabrese che vinse 2-1 contro il Chieti. Lo stesso tripudio e lo stesso pellegrinaggio che si è replicato a Salerno 17 anni più tardi, stavolta sono stati 10 mila i tifosi giallorossi al seguito per vedere trionfare i propri beniamini al termine di una cavalcata indimenticabile.

Però nella stagione 2004/2005 ed in quella successiva, le cose non andarono affatto bene per i colori giallorossi. L’allora presidente Claudio Parente ed i suoi maggiori soci, Massimo Poggi e Nino Princi, non riuscirono nell’intento di allestire una squadra competitiva, malgrado il bomber Giorgio Corona che con i suoi gol aveva trascinato la squadra alla promozione e acquisti di rilievo come Benny Carbone, Cammarata, Grava e Nocerino, le Aquile si classificarono ultime. Furono riammesse al campionato di serie B in virtù di un ripescaggio. La stagione successiva fu anche peggiore della prima e stavolta per il Catanzaro si spalancarono le porte della serie C. Da lì un calvario continuo con l’onta della C2 e la non iscrizione prima ed il fallimento dopo.

Il salvataggio della Società avvenne grazie alla passione di Giuseppe Cosentino che rilevò la società e la squadra (letteralmente dai capelli) un attimo prima che il “Catanzaro calcio” scomparisse definitivamente.

Nelle mani del compianto Giuseppe Cosentino, la società giallorossa che rischiava di sparire dal panorama professionistico ebbe un immediato rilancio. Dal carattere un po’ naif, Cosentino, aveva avuto il merito di portare la Società immediatamente dalla C2 alla C1. L’imprenditore di Cinquefrondi guidò  il sodalizio dal 2011 al 2017 con lungimiranza ed i conti sempre in ordine. Ma era giunto il momento di cambiare. E così nel 2017 quando decise di abbandonare, consegnò nelle mani della famiglia Noto una Società sana e senza debiti (anche a costo di attingere al suo patrimonio personale).

Floriano Noto, oggi sessantaquattrenne, il minore dei tre fratelli che guidano una delle aziende più influenti dell’imprenditoria del Sud Italia divenne il presidente del US Catanzaro nel tripudio generale e con un’enorme aspettativa da parte della Catanzaro pallonara.

La sua gestione ha portato in sei anni risultati più che lusinghieri: due secondi posti ed un terzo posto nel girone C della serie C, prima dell’indimenticabile stagione dei record che ha lanciato il Catanzaro alla promozione in serie B dopo 17 anni.

E siamo all’oggi: al Catanzaro dei record

Questa stagione sarà ricordata negli annali del calcio per i record che la squadra calabrese ha raggiunto.

  • 96 punti nuovo record per il campionato della serie C, strappato alla Ternana che ne aveva fatti 90
  • 55 punti in casa su 57 disponibili e 41 in trasferta
  • 102 gol fatti, record per la serie C e record stagionale nei campionati professionistici d’Europa.
  • 21 gol subiti e una differenza reti di + 81
  • Prima squadra di calcio in Italia a vincere il campionato nella stagione invernale.
  • Battute tutte le squadre del proprio girone
  • Prima squadra calabrese a vincere la Supercoppa di “Lega Pro”.
  • Tre giocatori in doppia cifra, con Curcio (il quarto) che si è fermato a 9 reti.
  • Iemmello con 28 gol eguaglia il record dell’attaccante del Crotone De Florio che realizzò lo stesso numero di reti nella lontana stagione 1999 /2000.

Numeri da capogiro che senza dubbio hanno come principale artefice il tecnico abruzzese Vincenzo Vivarini che di calcio ne mastica e parecchio. Vivarini il più promettente dei discepoli di Maurizio Sarri, che gli propose addirittura di fargli da secondo quando fu ingaggiato dal Chelsea, arriva a Catanzaro nel novembre del 2021 subentrando all’esonerato Calabro, il quale aveva portato i giallorossi ad un onorevole quanto inasperato secondo posto nella stagione precedente.

Vivarini rivoluzionò il modo di fare calcio con un 3-4-1-2 molto a trazione anteriore e forte di una difesa già granitica. Il tecnico riuscì a portare la squadra ad un secondo posto e ai play off persi in maniera rocambolesca ed immeritata a Padova. Quella sera, davvero amara per i 1500 tifosi presenti all’Euganeo e le migliaia attaccati davanti alla TV, rappresentò una sliding doors per la storia della società calabrese.

La stagione successiva la famiglia Noto decide che non ci si può permettere un altro fallimento sportivo e investe pesantemente. I bilanci dicono che il Catanzaro ha speso il doppio in ingaggi ed acquisti rispetto a quanto fatto dal Cosenza nell’ultimo campionato di B. Sono stati riscattati i giocatori in prestito a gennaio e che avevano permesso di fare il salto di qualità alla squadra, Iemmello, l’attaccante nato proprio nella città dei tre colli, Biasci il toscanaccio terribile che punisce ogni difesa e il favoloso belga Van de Putte che ha chiuso questa ultima stagione con 11 gol e 21 assist, numeri che fanno impallidire anche il ben più famoso connazionale De Bruyne. Questi tre giocatori hanno confermato il loro valore chiudendo la stagione tutti in doppia cifra in gol realizzati, ripagando in pieno la Società del grosso investimento fatto.

Ma i Noto non si sono fermati qui, la squadra è stata potenziata con innesti di assoluto valore e di esperienza nella serie cadetta. Il portiere Fulignati con la caratteristica unica di saper calciare con entrambi i piedi, Brighenti vera colonna della difesa, Situm inarrestabile esterno di destra, Curcio bomber di razza e il ventenne Andrea Ghion, di proprietà Sassuolo, giocatore del quale sicuramente si sentirà parlare nei prossimi anni. Un gruppo eccezionale.

Parte del merito va sicuramente al DG Diego Foresti, bergamasco ma dal carattere caldo e solare: un meridionale, come lui stesso ama definirsi e il DS Giuseppe Magalini arrivato quest’anno dopo aver fatto bene a Vicenza.

Un gruppo dirigenziale pienamente confermato anche per la prossima stagione, ma soprattutto lui: mister Vivarini ancora sul ponte di Comando nonostante le numerose offerte ricevute

Ma Vincenzo Vivarini ha ancora un conto aperto con la serie cadetta, che così tanti dolori gli ha procurato nella sua carriera. Ricordiamo la sua storica promozione in serie C con il Teramo, annullata per il calcioscommesse; nella stagione 2016/17 allena un Latina che retrocede per poi fallire, l’anno successivo è chiamato ad Empoli per poi essere clamorosamente esonerato a dicembre da secondo in classifica, diede poi all’Ascoli una tranquilla salvezza prima di essere scelto alla guida dal Bari dei De Laurentis in serie C che portò ad una finale play off persa con la Reggiana. Ritornò in B l’anno successivo con l’Entella ma anche in quell’occasione non ebbe fortuna.

Fortuna e gloria che, invece, ha poi trovato con il Catanzaro nei suoi diciotto mesi di permanenza e con i giallorossi ha deciso di ripartire. Di affrontare ancora una volta i marosi della cadetteria.

Ma sempre sostenuto dal vero valore aggiunto di questa società, la famiglia Noto.

David Tomaino

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