Ai silani basta un pari. Il Brescia è costretto a vincere con almeno due gol di scarto

Dentro o fuori per una tra Brescia e Cosenza, il sogno oppure l’incubo per una delle due, sebbene sia le Rondinelle che i Silani non meriterebbero di lasciare la Serie B. Ma tant’è: la cadetteria è crudele e insidiosa. A volte viscida. Sicuramente spietata. Ed il Cosenza ne sa qualcosa visto che è chiamata a giocare un secondo drammatico playout nel breve volgere di un anno. E lo sa benissimo anche il Brescia partito per condurre un torneo che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto avere ben altri obiettivi. Propositi che sono via via cambiati per le molteplici cause che tutti, nel bene e nel male, conosciamo.
Il Cosenza è forte dell’uno a zero conquistato all’andata grazie al gol di Nasti in un San Vito Marulla pieno come l’uovo e grondante di entusiasmo. Un gol che pone i silani in quello che Dante ha chiamato Purgatorio, in quel limbo o in quella che viene chiamata terra di mezzo in attesa di questa seconda sfida che – purtroppo – dovrà regalare una squadra vincente ed una perdente, una che “ritorna” nel Paradiso della B e l’altra che scende negli inferi della Serie C.

Non sarà facile né per l’una che per l’altra, sia ben chiaro. Tecnicamente saremo costretti a vedere una gara dove i calabresi tenteranno in tutti i modi di bloccare e di farla diventare sonnacchiosa, addirittura noiosa. Dovrà – quindi – esser bravo Gastaldello a riempire quanto più possibile l’area di rigore avversaria, a creare geometrie atte a saltare le sentinelle del centrocampo rossoblù ed a tentare di realizzare la superiorità numerica sulle fasce laterali allo scopo di far giungere palloni veloci e giocabili per chi deve scardinare il maniero calabrese. Questo è l’A-B-C del calcio che prevede – tra l’altro – il controllo di ogni spazio, la determinazione di lottare su ogni palla e la lucidità e (fors’anche) il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Solo così il Brescia potrebbe evitare l’onta della Serie C dopo 38 anni di Serie A e B (l’ultima apparizione delle Rondinelle nella terza serie risale al 1985). Per il Cosenza, per il Presidente Guarascio e per i propri tifosi questa sfida rappresenta la partita della vita. Come sempre. Un pubblico che si “porta in giro” per lo Stivale mille e più tifosi in ogni trasferta significa amore, fede e appartenenza. Significa orgoglio. Significa “esserci”. In tutti i sensi.
Morale della favola, il Brescia deve assolutamente vincere con due gol di scarto per salvarsi mentre al Cosenza basta ovviamente il pareggio. In caso di uno a zero (o comunque con le rondinelle avanti di un gol) alla fine dei due tempi regolamentari, si andrebbe ai due tempi supplementari (di 15 minuti ciascuno) e qualora il risultato non si schiodasse, Brescia e Cosenza risolverebbero la questione attraverso la roulette russa dei calci di rigore.
Gastaldello avrebbe trovato la soluzione facendo scendere in campo un 4-3-1-2 formato da Andrenacci; Karacic, Cistana, Adorni, Mangraviti; Bisoli, Labojko, Bjorkengren; Listkowski; Rodriguez, Ayè. C’è comunque da specificare che il tecnico biancazzurro lamenta la sola assenza di Huard per cui potrebbe avere in serbo tante altre possibilità. Viali non ha – fino al momento – fatto palesare nulla circa la formazione anti-Brescia ma presumiamo ci si possa trovare davanti ad un ermetico 3-5-2 (Micai; Vaisanen, Rigione, Meroni; Martino, Brescianini, Voca, Florenzi, D’Orazio; D’Urso, Nasti). Intanto il tecnico bruzio recupera Manuel Marras che potrebbe essere utile quando ci sarà da tenere palla lontana dalla porta di Micai. Chi vivrà vedrà in una notte drammatica: una delle delle due contendenti sarà costretta a piangere








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