di Giuseppe “Fossa” Criaco

Il Bari per tornare nel calcio di vertice, il Sudtirol per continuare a far sognare una città ed una regione.

Bari e Sud Tirol si ritrovano dopo più di un mese al Druso dove i pugliesi passarono quasi allo scadere, al minuto 93, dopo il 2-2 di Bari, attaccando quella terza poltrona che non hanno più mollato fino alla fine della stagione regolare.

Bisoli rispetto alla gara con la Reggina deve rinunciare a Masiello per infortunio, ma recupera Celli. Mignani invece non soffre defezioni di rilievo.

Le due squadre in campo al via con i soliti moduli: 4-4-2 per gli altoatesini 4-3-1-2-per la squadra allenata da Mignani. Per i pugliesi 3 punte pure con Cheddira, Antenucci ed Esposito mentre il solito Odogwu e Mazzocchi gli avanti di Bisoli.

Una partita di studio e molto tattica quella che si snoda nei primi quindici minuti in cui la vera novità è la pressione molto alta, al limite dell’area di rigore del Bari ,da parte dell’undici di casa. La strategia sebbene dispendiosa di fatto ha impedito per 15 minuti al Bari di affacciarsi nei pressi di Poluzzi. La prima conclusione dei pugliesi è di Antenucci.

Il Sudtirol sembra avere costantemente in mano le chiavi del match, con un Bari che sembra in soggezione per le temute ripartenze degli altoatesini. Poi lentamente però la pressione dei padroni di casa comincia ad affievolirsi complice anche il passaggio della difesa a tre della squadra di Bisoli. Saranno almeno due i cambi modulo operati dal tecnico di Porretta Terma.

In tutto questo però latitano le conclusioni da gol e naturalmente le emozioni, ma non l’equilibrio che invece regna sovrano. Anche se una semifinale playoff è un’emozione di per se. E l’unica azione degna di nota di questa prima frazione è quella del Bari al minuto 35 quando Cheddira vanifica una superiorità numerica pugliese con una conclusione lenta e prevedibile tra le braccia di Poluzzi.

Il Sudtirol dal canto suo prova infine a spingere nei suoi soliti cinque minuti finali ma nessuna occasione si concretizza sotto il cielo del Druso. E’ un prevedibile 0-0 il finale di questa prima frazione.

Le squadre ripartono anche nella ripresa con la solita attenzione tattica e nei primi 30 minuti a referto troviamo solo un’incursione di Cheddira al minuto 63 ma senza impensierire più di tanto la porta altoatesina

Bisogna aspettare 75 minuti per vedere la prima occasione gol (colossale) della partita, per il Sudtirol,che capita sui piedi di Mazzocchi ma che spreca un rigore in movimento assistito da una sponda di rara intelligenza da parte di Odogwu.

E’ stata la prima fiammata di questo secondo tempo un pò più vivace del primo dove però le due squadre pensano più a non sbagliare e difendere, che cercare la marcatura ad ogni costo. Si ragiona naturalmente sui 180 minuti. A soffrirne è lo spettacolo per i 5.550 sugli spalti, ma nessuno stasera cerca azzardi. Nemmeno tra le tifoserie.

E proprio mentre tutto lasciava presupporre uno 0-0 scolpito nel granito, al minuto 94 arriva il gol di Rover su assist ancora dell’immortale Casiraghi. E qui i meriti sono tuti di Mister Bisoli che con i suo cambi (Rover, Casiraghi e infine Larrivey) ha saputo creare quella trazione finale capace di spezzare l’inerzia del match regalando ancora una serata storica ai propri tifosi.

Sudtirol in paradiso e Druso in visibilio con Bisoli ormai diventato il demiurgo dei playoff 2023. Adesso gli altoatesini fanno paura. Il sogno continua e per la bella Cenerentola biancorossa il tempo sembra essersi fermato. Lo scoccare della mezzanotte sembra davvero lontano per una magia che anche stasera, ancora una volta, cala sul Druso e sulla notte di Bolzano.

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