È un successo che viene da lontano sia per i liguri che per i laziali. Angelozzi per i ciociari e Ottolini per i rossoblù valore aggiunto
Il campionato di Serie B è ai titoli di coda. Manca solo una squadra per completare il quadro delle ammesse nella massima serie dopo le promozioni di Genoa e Frosinone. E sarà necessariamente una tra Bari, Parma, Cagliari, SudTirol e Venezia (la Reggina è stata eliminata dagli altoatesini nel preliminare) che si sfideranno nel mini-torneo dei playoff. E manca una tra Cosenza e Brescia (con i silani che nel match di andata si sono imposti sulla Rondinelle per una rete a zero) per stabilire chi dovrà far compagnia a Benevento, Spal e Perugia già retrocesse in Serie C.

Tempo di bilanci, dicevamo. Il Frosinone ha centrato la promozione giocando un campionato eccezionale sotto la guida di Fabio Grosso e grazie ad un manipolo di giovani di grande avvenire – basta nominare Mulattieri, Moro, Ciervo, Turati, Monterisi, Borrelli – spinti e sospinti dall’esperienza di gente come Szminski, Lucioni, Cotali, Sampirisi, Mazzitelli, Rodhen, Baez e Roberto Insigne. E, se la compagine ciociara con una media età di 25 anni, ha troneggiato dalla prima all’ultima giornata, vuol dire che questo mix tra giovani e “terribili attempati” è risultato vincente. In Ciociaria, d’altra parte, sono maestri nel trasformare le “semplici faccende” in ottimo lavoro. Nel caso specifico quello del Frosinone, è stato un lavoro certosino che viene da lontano grazie al Presidente Maurizio Stirpe (che, nello stesso tempo è anche Vice Presidente di Confindustria) e Guido Angelozzi, navigato e preparato Direttore Generale (e Amministratore Delegato) con licenza di scegliere e lanciare personalmente i calciatori. D’altronde, Angelozzi conosce il mondo della Serie B come nessun altro. Per dovere di cronaca: lo Spezia è in A grazie ai suoi servigi, sarebbe bene rimarcarlo.

Il Genoa (e che te lo dico a fare…) con Gilardino in panchina ha messo le ali sbaragliando totalmente la concorrenza. L’avvio stentato con il teutonico Alexander Blessin – incapace di “spiccicare” una parola in italiano – è stato ben presto dimenticato e la promozione diretta è stata cosa certa dopo il 4 a 0 inflitto al Cosenza: da allora 8 vittorie, 2 pareggi ed 1 sconfitta (arrivata per giunta col Frosinone delle meraviglie) nel giorno della festa gialloblù. D’altronde con Gudmunsson, Strootman, Bani, Coda, Dragusin, Badelj e Sabelli (solo per fare qualche esempio) è stato un gioco da ragazzi centrare 21 vittorie, 11 pareggi e soltanto 6 (dicasi sei!) sconfitte. Un lavoro indubbiamente eccellente quello di Alberto Gilardino coadiuvato da due Direttori Sportivi come Carlo Taldo e Marco Ottolini (il primo proveniente dal Settore Giovanile e l’altro dalla Juventus) che hanno avuto il coraggio e la lungimiranza di non smembrare l’ossatura della compagine retrocessa l’anno precedente. Un mix vincente tra elementi di grande sperienza internazionale, giovani di grande valore che avrebbe ben figurato anche in massima serie. In questo caso, un applauso a scena aperta per il Presidente Alberto Zangrillo è sicuramente doveroso non solo dai tifosi genoani.










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