Per Brescia, Cosenza, Perugia, Spal e Benevento annus horribilis in decade malefica

Questa sera andrà in scena il primo round degli spareggi salvezza tra Cosenza e Brescia. Un anno da dimenticare in fretta per entrambi sebbene sarà una sola a sorridere. Per l’altra invece (che sia Cosenza piuttosto che Brescia a noi non interessa e non dovrà interessare) sarà annus horribilis in decade malefica come lo è stato per Perugia, Spal e Benevento finite miseramente in Serie C.

Il Brescia con quel popò di formazione che Josep Clotet Ruiz, Possanzini e per finire Gastaldello hanno avuto a disposizione è – e lo possiamo gridare ai quattro venti senza il terrore di essere smentiti – di tutto rispetto. Anzi: di più. Ed in virtù di ciò sfidiamo chiunque ad avere in squadra elementi del calibro di Bisoli, Van de Looi, Karacic, Galazzi, Adryan, Mangraviti, Ayé e Lezzerini e poi non riuscire a trovare la quadra. Inaudito ma non troppo: la Serie B, infatti, ci ha da sempre regalato sorprese e rebus incomprensibili, inesplicabili e misteriosi che incarnano la situazione delle rondinelle. Forse la colpa è da ascrivere alle decisioni scellerate di Massimo Cellino – vulcanico presidente biancazzurro – nonché di Luigi Micheli – direttore generale del club che non si è saputo imporre sulle cervellotiche scelte di Cellino – e di Giorgio Perinetti, direttore sportivo esperto, sgamato e furbissimo ma con le mani legate di fronte a cotanta arroganza presidenziale. Fatto sta che la “leonessa” è riuscita a racimolare soltanto 40 punti (9 vittorie, 13 pareggi e ben 16 sconfitte) siglando 36 reti all’attivo contro le 57 subite. D’altronde, quando vendi un attaccante come Moreo e non lo rimpiazzi con un calciatore di pari livello significa che Perinetti e Micheli ci hanno capito poco o confidi sulla buona sorte oppure devi stare zitto perché “qui comando io, questa è casa mia, io voglio sapere chi viene e chi va” come cantava Milva. Niente di rotto per il momento. Poi si vedrà. Magari al ritorno quando, cioè, si dovranno tirare le somme che al momento sono negative.
Il Cosenza ha percorso il proprio cammino a fari quasi sempre spenti. Comunque vada, il Presidente Guarascio dovrebbe rivedere il film di tutto il campionato giocato dalla sua creatura che ha il peggior attacco (soltanto 30 le reti all’attivo) e la seconda peggior difesa (53 gol subiti proprio dietro al Brescia). Incommensurabili i tifosi rossoblù che seguono con incessante amore le sorti di una squadra che non si meritano e coscienti, comunque vada l’esito dei playout, che bisogna ripartire a testa alta sia che le squadre in lizza siano 20 oppure 22 come auspica Guarascio oppure dalla Serie C.

Capitolo Perugia. Inadeguato dal primo all’ultimo minuto di questo torneo. I biancorossi si sono dimostrati leggeri, impalpabili, prevedibili e, in un certo senso, consapevoli della loro pochezza e con un Castori che comincia ad avere qualche annebbiamento di troppo. Sicuramente tra le squadre di bassa classifica è quella che ha giocato il peggior calcio sebbene abbia conquistato 39 punti e malgrado avesse vinto in 10 circostanze. Povero Perugia: due retrocessioni in 4 anni e con un Presidente che invece di guardare al proprio orticello va a “sfruculiare” in quello degli altri accampando scuse che non stanno in cielo e neppure in terra.
La Spal ha pagato lo scotto di avere un Presidente poco presente, arrogante, presuntuoso e inesperto (addirittura inadatto). A parte De Rossi che si è rivelato inadeguato per la categoria, Oddo che ha fatto tanto ma niente nello stesso tempo (in quanto si è trovato a far fronte una situazione divenuta insostenibile e irreparabile) e Venturato che non ha avuto neppure il tempo di calarsi nella realtà ferrarese, la squadra è stata costruita con tanti nomi (Maistro, Viviani, Zanellato, Meccariello, Moncini, La Mantia, Fiordaliso, Nainggolan, Pepito Rossi per citarne solo alcuni) poco funzionali. Ed ecco il capitombolo (38 punti e penultimo posto con sole 8 successi e 14 pareggi) che, molto probabilmente, chiude un ciclo.
Benevento: come si dice? “Dalle stelle alle stalle”: i sanniti hanno iniziato male e finito peggio questo campionato nonostante i nomi eccellenti (Forte, Ciano, Tello, La Gumina, Masciangelo, Manfredini, Schiattarella, Letizia e mettiamoci anche Foulon) ed un monte ingaggi stratosferico per la categoria che non hanno inciso assolutamente e terminando ad un ignominioso ultimo posto che non rende merito ad una piazza che ha conosciuto i fasti della serie A. Viene da chiedersi: a Benevento è finito un ciclo?









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