di Giuseppe “Fossa” Criaco
Reggina e Sudtirol si tornano ad affrontare al Druso dopo la gara vinta dai biancorossi altoatesini 2-1 nel gennaio scorso. Questa volta però non sono in palio solo tre punti, ma la posta in gioco è l’accesso alle semifinali per la promozione in serie A. Un traguardo che, se per la squadra di mister Inzaghi rappresenterebbe un ritorno dopo quindici anni, per il Sudtirol sarebbe una pagina di storia che la compagine di Mister Bisoli scriverebbe per sempre.
Vogliamo parlare di questa sfida con Antonio Nucera, calabrese, uomo di sport e di calcio come lui stesso ci racconterà, che oggi vive a Bolzano e fa parte dell’entourage “tecnico” del Sudtirol. Ma nel suo passato calcistico vi sono trascorsi professionali e sportivi anche nella società dello Stretto. Ma lasciamo che sia lui stesso a fare le sue presentazioni e raccontarci chi è e cosa fa, prima di immergerci in questo suo derby personale. Quindi:
Chi è Antonio Nucera, calcisticamente parlando e dove nasce.
Sono nato a Condofuri (RC) antico borgo della Calabria adagiato sul mare Ionio, calcisticamente posso dire che ho ricoperto tutti i ruoli per la squadra del mio paese: calciatore, allenatore ed infine anche Dirigente.

Conseguendo sempre brillanti risultati aggiungiamo noi, se ce lo consenti, Antonio.
Invece oggi cosa fai, oppure cosa hai fatto visto che siamo a fine stagione
Dopo tanti anni come Team Manager del Settore Giovanile della Reggina, da circa un anno sono passato al Sudtirol di Bolzano. L’incontro con il Responsabile del Settore Giovanile Alex Schraffl, persona straordinaria umanamente, e tecnicamente di alto spessore, è stato decisivo.
Per me quello a Bolzano è stato un ritorno, avendo vissuto per 25 anni, per il mio passato professionale “non calcistico”, in queste terre. Bressanone, Merano, Brunico le altre sedi di lavoro. Terre impreziosite dalle meraviglie delle Dolomiti, dove ogni metro di terra è un paradiso terrestre.
Bolzano quest’anno per la prima volta nella storia si è presentato sul palcoscenico della serie B. Come è stata vissuta questa avventura dalla città e dall’ambiente
Per la prima volta nella storia del calcio altoatesino una squadra si è trovata in serie B. L’avvio del campionato è stato vissuto senza sussulti per le cattive prestazioni della squadra. Ma con il cambio dell’allenatore la musica è cambiata radicalmente. Mister Bisoli, grande allenatore, ha costruito una squadra perfetta. Oggi sugli spalti si guarda e si vive la partita in maniera sempre festosa accompagnata da boccali di buona birra.
La proprietà potrebbe essere assimilabile a una public company: Infatti il 90% delle quote è suddiviso tra una trentina di soci, tra cui spiccano Hans Krapf (titolare della ditta Duka) e l’azienda Forst. E’ questa la forza di questa società?
Si è vero la qualità societaria è la vera forza di questa squadra, con un Centro Sportivo bellissimo, un vero gioiello in una cornice ambientale che non ha uguali. I soci sono veramente una famiglia unita, dove operano tutti per lo stesso scopo, con tantissima umiltà e poco passerelle. In più basta guardare la qualità degli sponsor.
Insomma un vero paradiso calcistico. Quindi sarebbe logico pensare che il Sudtirol potrebbe ripetere ancora un campionato come questo
Tutto è possibile con due personaggi come il DS Paolo Bravo e Mister Bisoli. Sì, penso che il “fenomeno” Sudtirol possa ripetere, anche il prossimo anno, i successi di questa stagione che comunque deve ancora concludersi. Sono convinto fin da adesso che l’anno prossimo si potrebbe lottare ad armi pari anche per il salto di categoria.
La squadra di Bisoli dopo un picco ha cominciato a dare segni di cedimento quanto meno rallentare. Stanchezza o strategia
Il Sudtirol non ha dato segni di cedimento. A mio avviso è stata solo poca esperienza nel gestire la pressione nei momenti finali. Come d’altronde tante altre squadre più blasonate. Basta vedere quello che è successo nei risultati dell’ultima giornata di campionato con veri e propri suicidi calcistici.
Da uomo di calcio, e di Reggio Calabria, come giudichi il campionato bifronte della squadra amaranto.
Essendo un uomo concreto e passionale, giudico l’organico della Reggina il migliore della serie B. Dopo uno splendido girone di andata qualcosa si è inceppato: moltissimi errori, troppi giocatori in organico a costi eccessivi, mancanza di serenità in ambito societario, per il quale però non sono io preposto a commentare.
Sudtirol e Reggina hanno fatto una vittoria ciascuno come prevedi la partita di venerdì.
Be’ mi aspettavo questa domanda, senza ipocrisia il mio cuore dice Reggina per fede ed orgoglio, ma per correttezza professionale e di appartenenza, dico Sudtirol. Sogno peròun fine partita fra gli abbracci.
Più voci parlano di un Bisoli in partenza nonostante una stagione forse irripetibile cosa c’è di vero.
Conoscendo Mister Bisoli penso che rimarrà a Bolzano, essendo un allenatore vincente non lascia il suo giocattolo a metà percorso. Ma se dovesse andar via, spero vada alla Reggina.
Ambizioni: onestamente Sudtirol e Reggina per la serie A sono attrezzate?
Le ambizioni delle due società sono in parte uguali; due storie diverse, due culture (molto) diverse, il campo darà la sentenza. E’ onesto però rimarcarlo: col costo di un paio di giocatori della Reggina, il Sudtirol ha fatto tutto il campionato.
Pronostico; chi delle due avrebbe oggi più chance di proseguire nella rincorsa.
Il pronostico con tanta sincerità non sono nelle condizioni di interpretarlo. In campo c’è tanta qualità e tanta quantità.
Lasciamo Bolzano e Antonio Nucera mettendoci alle spalle le Dolomiti, corona di queste terre, che ci osservano in lontananza con la loro aura rosa, capolavoro della creazione e della natura. Facendo ritorno a casa nei nostri pensieri matura lentamente la consapevolezza che quella di oggi non è stata solo una conversazione di calcio, oppure di Reggina o di Sudtirol. Ma nelle parole del Dirigente calabro-altoatesino era racchiuso, in nuce, il mistero di una vita vissuta appieno. Vissuta da entrambi i lati dello stivale. Culture e latitudini completamente differenti, ma che non per questo devono per forza rappresentare un’antitesi di vita. Anzi dal profilo che emerge è di tutta evidenza che nella persona e nella maturità di Antonio Nucera queste due anime del suo essere (quella calabrese e quella altoatesina) si siano fuse perfettamente diventando esse stesse un tratto caratterizzante della sua anima.
Insomma Sudtirol-Reggina, una semplice partita di calcio raccontata, così, nel profondo, da Antonio Nucera, diventa una meravigliosa sfida che speriamo tutti, alla fine si concluda con un vero abbraccio sportivo tra gli attori in campo. Mentre da lontano, il palpito che sentiamo e che sembra provenire da una delle tante valli presenti in questa zona, ci regala ancora, e per l’ennesima volta, una eco. “Canotto Canotto vuole l’area di rigore, Canotto ……rete …rete ….rete …..rete …. rete …Canotto, la Reggina ai playoff, pazzesco, Inzaghi impazzito, la Reggina ai playoff ad un minuto dalla fine, il Granillo è un delirio, la Reggina ai playoff, la Reggina ai playoff”.

Foto tratta da Strill-it
Giuseppe “Fossa” Criaco

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