di Giuseppe “Fossa” Criaco

Facciamo finta che …..ieri sia finito il campionato di serie B e la Reggina lo avesse concluso al decimo posto, con i play off svaniti alla penultima giornata dopo una stagione dai due volti. La prima radiosa, volitiva ed entusiasmante. Cinque mesi felici e vincenti. La seconda difficile da comprendere. Un calvario di sconfitte e di entusiasmi smarriti. Un declino senza fine. 

Una dirigenza fino al giorno prima sicura dell’obiettivo, che ha sempre sostenuto l’allenatore e la squadra. Senza mai mettere in dubbio la bontà del lavoro svolto, tralasciando la crisi di gioco e di risultati che via via si andavano palesando dal mese di gennaio in avanti, convinti che quelle difficoltà prima o poi sarebbero rientrate. Forse, ma lo scopriamo solo oggi, più preoccupati di dare un futuro a questa squadra ed a questa società, travolti da una montagna di debiti difficili da gestire se non ricorrendo a strumenti legislativi che poi hanno determinato quel corto circuito normativo, con le regole federali, figlio di quella penalizzazione forse ingiusta e comunque eccessiva. Salvifici ma poi ingenui.

Dal canto suo l’allenatore dopo la difficile e per certi versi scottante delusione patita in quel di Brescia, era giunto a Reggio carico di motivazioni, circondato da un’aurea piena di “luce”. Era la speranza che la città e la tifoseria gli proiettavano addosso dopo la delusione sportiva dell’anno appena passato ed i mesi terribili che in cui il fallimento societario e calcistico era lì, concreto e reale. Pippo Inzaghi dal canto suo indomito condottiero nel girone di andata, ha via via perso lo smalto e lo stesso controllo della squadra che ad un tratto è apparsa come fragile e smarrito naviglio, senza ciurma e senza nocchiere. Non poche le “sue” colpe in molte partite dove si è lasciato risucchiare dai gorghi anche “mentali” degli undici in campo. Indomito ma poi remissivo

Una squadra che ha strabiliato su tutti i campi della cadetteria, vincendo a man bassa e ponendo già nel mese di dicembre la sua candidatura, oltre ogni rosea previsione, ad una promozione diretta in Serie A. Un gioco fluido e leggero ma al tempo stesso concreto e vincente. Protagonista contro compagini di gran lunga più blasonate. Ma che ad un tratto ha perso quella freschezza, quella spavalderia, quella voglia. Forse bisognosa di qualcuno che sapesse ascoltarli, guidarli, oppure semplicemente “svegliarli” da quel torpore “mentale” che li ha portati al naufragio in campi non impossibili, come Cosenza, Cittadella, Benevento. Spavaldi ma poi tremebondi.

E la stessa tifoseria che in un turbinio di emozioni ha vissuto mesi dapprima incandescenti, poi disperati ed infine sereni che hanno portato alla nascita della Reggina 1914 srl. Tifoseria che con rinnovato entusiasmo e contenute ambizioni lentamente saliva nella convinzione di assistere ad un miracolo, quando travolta dalle prestazioni della squadra non credeva a ciò che vedeva. Una serie di successi dapprima insperati ma poi via via attesi, hanno trasformato la Curva in una indescrivibile fucina di sogni e spettacoli pirotecnici, consapevole della forza e della vitalità di undici ragazzi che stavano stupendo l’Italia. Ma che poi,….. poi, senza cedimenti ha sostenuto la squadra anche durante il tracollo spazientendosi solo una volta. Ma rimanendo fino alla fine al suo posto. In curva come in tribuna. Increduli (e Stupefacenti) ma poi Pazienti.

E noi stessi che da un anno scriviamo e sosteniamo questa squadra, non abbiamo mai chiuso gli occhi anzi li abbiamo tenuti sempre ben aperti. Comprendendo le mille difficoltà superate dalla proprietà e dalla dirigenza, ma anche le difficoltà che la squadra ha dovuto sopportare, e superare, preparando la stagione sotto i cinquanta gradi del S.Agata nel mese di Agosto. Abbiamo sempre visto gli errori: talvolta tecnici, talvolta della squadra, talvolta arbitrali. Sebben molte moltissime sconfitte sono figlie solo ed esclusivamente da nostre mancanze. Ma non abbiamo mai voluto far né i censori nè i giudici di questa squadra. Non abbiamo mai voluto tracciare linee per dividere i buoni dai cattivi, il vero dal falso, il bianco dal nero. Ma abbiamo scelto di sostenere la squadra perché per la città la Reggina è un bene prezioso. Entusiasti ma poi Leali.

Adesso però tutti assieme chiudiamo gli occhi per un momento e Facciamo finta che …..Felice Saladini e questa dirigenza non fossero mai arrivati, e ieri la Reggina avesse vinto il campionato di Serie D, ma con il S. Agata un cumulo di rovi e fabbricati cadenti, il Granillo una cattedrale nel deserto, il settore giovanile inesistente, ed i creditori, con il cappello in mano, in fila dietro la porta del Curatore fallimentare. Se tutto questo fosse successo, e non per finta, immaginare un campionato di serie B al decimo posto con i play off svaniti alla penultima giornata avrebbe davvero procurato un così rancoroso subbuglio nell’animo vostro?

Non rispondete a me, ma a voi stessi. Specchiandovi, oggi, con rinnovato orgoglio nella realtà che, invece, ci vedrà domani ancora protagonisti nel campionato di Serie B. Onesti.

Giuseppe “Fossa” Criaco

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