Reggina, a Bari svanisce il sogno playoff. Ora bisogna ripartire. Questo dovrà essere il leitmotiv della società di Felice Saladini. Ripartire con la consapevolezza che quello appena passato è da considerare l’anno zero.

La Reggina questa sera è di fatto fuori dai playoff. Perdendo a Bari contro una squadra che non ha fatto cose trascendentali, la compagine di Pippo Inzaghi ha dimostrato tutte le difficoltà emerse nel girone di ritorno che l’ha portata dal secondo al decimo posto in un contesto surreale, ambiguo, quasi enigmatico anche se tutti (e rimarchiamo tutti, addetti ai lavori e non) ne conoscono i motivi. La Reggina ha reagito al gol di Folorunsho, tra l’altro abbastanza fortuito, ma non è riuscita a raddrizzarla vuoi per i troppi errori sottoporta, vuoi per il terrore di prestare il fianco alle ripartenze di Cheddira ed Esposito e soprattutto per le poche occasioni capitate sui piedi di Strelec e Canotto. Rispetto ad altre prestazioni, oggi la compagine dello Stretto ha prodotto sicuramente di più, ha lottato, ha dato il meglio di sé ma pur sempre con le ataviche difficoltà che l’hanno accompagnata dal 14 gennaio in poi. E non è bastato. E non basterebbero le inimmaginabili sconfitte di Pisa, Venezia e Palermo all’ultima di campionato. Alias calcio fantascientifico.
Mister Inzaghi in conferenza stampa ha parlato della prestazione che ‘’è stata molto buona, ci è mancato solo il gol, dovevamo essere più cattivi. Al primo tiro siamo andati sotto, il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto“. Per quanto riguarda le assenze, Inzaghi ha evidenziato che “mancavano dei calciatori, ma la squadra ha fatto lo stesso molto bene. Abbiamo fatto una grande partita, il miglior primo tempo della stagione. Ripeto, la squadra è sempre stata dentro i playoff, si meriterebbe di esserci, ma non è dipeso da noi.” Per ciò che concerne il futuro, il tecnico amaranto ha ripetuto le parole di qualche giorno fa: “Alla fine della stagione sono solito parlare con il presidente. Da gennaio in poi sono accadute molte cose e quindi dobbiamo confrontarci. La società ci aveva chiesto di raggiungere i playoff, vediamo venerdì’’.
Ripartire. Questo dovrà essere il leitmotiv della società di Felice Saladini. Ripartire con la consapevolezza che quello appena passato è da considerare l’anno zero, quello della ricostruzione dopo le traversie economiche. Una volta ottenuta l’omologa dal Tribunale di Reggio Calabria, i dirigenti amaranto avranno l’impegno (ancorché) gravoso di edificare un “maniero” inespugnabile, una società sportiva di prim’ordine, una macchina perfetta e (quindi) invidiata e invidiabile. E poi una squadra “vera”. E non stiamo certamente parlando soltanto della prima squadra ma (soprattutto) della “cantera” da dove attingere per valorizzare e lanciare i giovani. Le squadre non si fanno con i grandi nomi (basta guardare la finaccia di Benevento e Spal) ma con giovani che abbiano la voglia e le capacità di sfondare e con tanto, tantissimo lavoro e da gente sgamata, avvezza alla cadetteria, abituata alle sfide e pronta a tutto (anche a sputare l’anima).
Non sarà facile, ne siamo più che sicuri ma con il massimo impegno profuso da tutti (dalla proprietà al settore tecnico, dai giocatori alla tifoseria, dalla stampa alle istituzioni), la Reggina potrà avere un futuro fulgido e pieno di soddisfazioni con o senza Pippo Inzaghi.









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