Riflessioni “a bocce ferme” sul campionato più incerto di sempre
di Rocco Genovese
1) GRAN VAR…IETÀ – Tecnologia protagonista nell’ultimo turno, in ben 4 partite (almeno) una decisione arbitrale è stata “sconfessata” dal (o dalla?) VAR. Goal del definitivo 2-2 a Bari assegnato dopo 5 minuti (vedi punto 5), rigori al Cagliari ed alla Ternana prima dati e poi tolti (alle Fere nella stessa sfida è successo anche l’opposto) e show a Venezia: gol dello 0-1 inizialmente annullato, rete del possibile 4-1 annullata solo dopo che le telecamere avevano scorto un fuorigioco (millimetrico, in verità) e rigore del definitivo 3-2 assegnato dall’arbitro Gariglio malgrado le riprese video non evidenziassero alcun contatto falloso in area. Ognuno si faccia la propria idea…

2) SUDTIROL, CHE SUCCEDE? – Premessa doverosa: nemmeno il più ottimista tra i tifosi della compagine altoatesina avrebbe immaginato di ritrovarsi, a 5 giornate dalla fine del primo campionato in B disputato dalla propria squadra del cuore, al quarto posto in classifica e con l’accesso (quasi) assicurato agli spareggi promozione; tuttavia, è indubbio che nelle ultime giornate il SudTirol abbia vistosamente rallentato e la sconfitta nell’ultimo turno ad Ascoli avrebbe potuto assumere proporzioni ben più pesanti se “San Poluzzi” non avesse sfoderato la sua migliore prestazione stagionale (avesse parato pure il rigore di Gondo il titolo di “personaggio” della settimana non glielo avrebbe tolto nessuno). Colpisce soprattutto la difficoltà della truppa di Bisoli nel trovare la via del goal, solo in parte mascherata dall’abilità di colpire sugli sviluppi di palla inattiva (soprattutto di Curto e Zaro, due difensori centrali…): 1 sola rete nelle ultime 3 uscite (su rigore, peraltro), l’ultima su azione è stata siglata da Mazzocchi contro il Perugia lo scorso 5 marzo. E Odogwu non la butta dentro da fine gennaio…

3) UN BRUTTO QUARTO D’ORA – Ieri è arrivata la decisione del TFN (leggi qui) ma già sabato la Reggina… si è penalizzata da sola, lasciando per strada 2 punti. Al “Vigorito“, contro un Benevento comunque ancora vivo (e che, come evidenziato dal neo-tecnico Agostinelli, ha ancora il dovere di credere alla salvezza), gli amaranto vedono sfumare la vittoria nei minuti finali, proprio come nella gara di andata (singolare come la squadra che ha pareggiato meno di tutte abbia raccolto ben 2 dei 4 segni “X” stagionali contro la stessa avversaria), e neppure con il passaggio al 5-3-2 riescono a blindare la difesa, visto che quella segnata da Ciano è la 22° rete subita dai calabresi nel girone di ritorno; un numero già di per sé poco confortante, ma fa riflettere l’andamento negativo dei secondi tempi: 15 reti al passivo, ben 7 delle quali arrivate negli ultimi 15 minuti delle gare, con l’aggravante che solo in un caso (il definitivo 0-4 del Cagliari ad opera di Zappa) il goal subito non ha inciso sul risultato finale. Ben 8 punti totali persi nello spicchio finale delle 14 gare del girone discendente fino a qui disputate, 3 solo a Cosenza: in riva allo Stretto che campionato sarebbe stato con un pizzico di “mestiere” in più?

4) “PENZO” POSITIVO – Vittoria “in fotocopia” per il Venezia che, come accaduto nel penultimo turno casalingo, va sotto quasi subito, trova il pari già nel primo tempo e prende il largo nella ripresa, con due reti in rapida successione: in un turno zeppo di pareggi, la truppa arancioneroverde è l’unica delle pericolanti a fare bottino pieno grazie al 3-2 contro il Palermo (per i rosanero una sola vittoria nelle ultime giornate, e 3 successi fuori casa in tutto il campionato), sesto risultato utile consecutivo fra le mura amiche per Pohjanpalo (che sabato, dal dischetto, ha risposto ai “tre tenori” in cima alla classifica cannonieri ed agganciato l’infortunato Mulattieri a quota 12 reti) e compagnia. Vanoli può dirsi soddisfatto dei suoi, dal suo arrivo solo Reggina (al debutto) e SudTirol hanno trionfato in Laguna e con il successo di sabato i punti di vantaggio sul Perugia quartultimo (ed ospite dei veneti alla 37° giornata) sono saliti a 5, il minimo per garantirsi la salvezza diretta. L’impressione è che il Venezia sarà in lotta fino alla fine, ma la strada è quella giusta.

5) IL PERSONAGGIO – Ci avevamo visto giusto (leggi qui): in quest’ultima fase di campionato il Como è davvero un brutto cliente ed ha seriamente rischiato di fare il “colpaccio” al “San Nicola” di Bari (dove, comunque, i padroni di casa hanno fatto più di un passo falso). I “galletti” forse mettono da parte i sogni di promozione diretta, ma dimostrano di poter pungere anche all’ultimo istante e, così come accaduto a Bolzano, trovano un goal pesante al minuto 93 (è il quinto nel girone di ritorno che arriva oltre il tempo regolamentare, ed il terzo che porta punti): secondo cross vincente di Morachioli (dopo quello per il ritrovato Cheddira ad inizio ripresa), e palla spinta dentro la porta da Valerio Di Cesare, che può esultare dopo essere stato “autorizzato” dal (o dalla?) VAR. Terzo centro stagionale per il capitano biancorosso, che festeggia al meglio il conseguimento (insieme al compagno di squadra Mirco Antenucci) dell’abilitazione da direttore sportivo; uno “splendido quarantenne” (la cifra tonda sarà raggiunta il prossimo 23 maggio) che pensa al futuro ma che, con un contratto valido fino al 30 giugno 2024, può ancora puntare a diventare il marcatore più anziano della serie B (scalzando German Denis, che ci è riuscito lo scorso anno) o, magari, ad un obiettivo ben più… Ambizioso.

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