di Giuseppe “Fossa” Criaco
LETTERA APERTA ALLA TIFOSERIA REGGINA Hobsbawm Freud e Pippo Inzaghi (Dal secolo breve al campionato breve …..della Reggina)
Lo storico Eric J. Hobsbawm ha sigillato una definizione: il secolo breve. Vale a dire il periodo storico che va dal 1914 (dallo scoppio della 1^ guerra mondiale) al 1991 (il crollo dell’Unione sovietica.
Analogamente per i colori amaranto anche “questo in corso” può essere definito il “campionato breve”. Un torneo di fatto conclusosi il 26 dicembre dello scorso anno e che gli uomini di Inzaghi non riescono più a riaprire nemmeno con l’ultima della classe.
Non sto qui a fare una disamina del match di ieri al Vigorito, sarebbe come rimestare l’acqua in un mortaio. Voglio piuttosto soffermarmi sulle parole amare del nostro Mister, quando in conferenza stampa afferma che “non sa più a questo punto se valga la pena fare il suo mestiere”.
Legittimo “a questo punto” farsi certe domande.
Ma noi di “serieBche passione”, che seguiamo e sosteniamo da sempre questa squadra e questa società, chiediamo a Mister Inzaghi una analisi lucida e onesta (intellettualmente) del suo recente percorso. E se non sia il caso di rivedere qualcosa nel suo stesso lavoro.
Intendiamoci, la Reggina con il 49* punto conquistato ieri in terra campana (e con 5 gare da disputare) ha raggiunto una posizione impensabile a Luglio. Quello che appare evidente oggi sono i dubbi professionali ed esistenziali del suo allenatore, un uomo ed un professionista nuovamente assalito da quegli spettri che lo avevano indotto a prendersi una pausa di riflessione. Dopo le recenti delusioni degli ultimi anni. Dubbi che, a questo punto, non possono non riverberarsi sulla stessa squadra.
Indubbiamente le fredde statistiche ci dicono che sia nell’esperienza a Benevento (in Serie A) nel campionato 2020-2021, che in quella di Brescia dell’anno successivo (in serie B) il tema dominate delle due squadre è stato un girone di andata straordinario ed un crollo verticale nella seconda parte della stagione.
Ed anche a Reggio, la storia di ripete, ed è inutile ribadirne le tappe. Oggi serve sostenere il tecnico amaranto in quella che forse è la sua partita più difficile: una auto-analisi costruttiva ed onesta del suo operato. Insomma più un lavoro per Mr. Freud.
Bisogna necessariamente che Inzaghi comprenda i motivi per cui dopo alcuni mesi di assoluta perfezione psico-atletica le sue squadre fanno “crack”. Inspiegabilmente. E senza allarmi o preavvisi. Succede e basta. Come un quadro che dopo anni che sta lì, appeso in quella parete, un bel giorno “PPAM”: va giù.
Ed allora oggi è necessario cambiare paradigma. Tutti assieme, dobbiamo chiederci “non cosa ancora può fare Inzaghi per la Reggina, ma cosa noi e la tifoseria, e la città possiamo fare per Pippo Inzaghi”. Comunque un uomo, un professionista che per cinque mesi ha portato la Reggina ed il suo miracolo amaranto sulla bocca di tutti e sulle prime pagine della stampa sportiva nazionale. Una figura che ha ridato entusiasmo e vita alle ambizioni di tutto l’ambiente. Indimenticabile lo spettacolo della Curva Sud nella notte “con il Genoa”.
Oggi è il momento di aiutarlo ad uscire da queste sabbie mobili mentali. Senza più porsi aspettative ulteriori, (è evidente che questa squadra ha finito la benzina) ma dando un segnale di gratitudine ai ragazzi per quanto comunque hanno fatto fino ad oggi. Ed al tempo stesso lanciare un nuovo, ennesimo, segnale di fiducia al mister (quella pazienza invocata proprio ieri in conferenza stampa).
Far comprendere all’Inzaghi uomo, di essere in una terra speciale, in una città speciale e con una tifoseria speciale. Un ambiente insomma che non solo sa aspettare, ma sa prendersi cura della persona e delle sue fragilità, cingendo con il suo caldo abbraccio chiunque voglia e sappia chiedere aiuto. E ieri a suo modo Superpippo l’ha fatto, mettendo da parte il suo passato.
Ed allora Reggio Calabria sappia diventare per Mister Inzaghi “il punto di svolta” umano e professionale. Un luogo, più volte valorizzato dallo stesso tecnico reggino, che con il tempo lo porti a dire orgoglioso: “Sì a Reggio Calabria vale ancora la pena fare questo mestiere”.
Con il cuore mister, a riveder S.Siro (con la Reggina però).
Giuseppe “Fossa” Criaco






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