REGGINA: dopo il Venezia i playoff non sono più una chimera (ed io vi spiego perché)
di Giuseppe “Fossa” Criaco

La seconda vittoria consecutiva, mai successo in questo “sciagurato” 2023 per i colori amaranto, è stata soprattutto voluta. Fortissimamente voluta. La squadra di Inzaghi dà inizio, quindi, alla prima striscia positiva dell’anno e lo fa in un momento cruciale della stagione.
Intendiamoci quella di oggi è stata una brutta partita tra una squadra andata in vantaggio troppo presto e poi ostaggio dei suoi fantasmi, ed un’altra che nonostante un possesso palla mostruoso (86% a 34% per i lagunari, ed un 7-0 nel conteggio finale dei corner) ha saputo confezionare due sole occasioni-gol: una annullata per fuorigioco di Pohjanpalo ed una neutralizzata da uno strepitoso Colombi in versione “Martinez a Marassi” al minuto 93. Insomma solo uno sterile predominio.
Evidente però l’involuzione della squadra amaranto, forse confusa dai vari sistemi di gioco dettati da Mister Inzaghi. Difatti da un iniziale (ed azzeccato) 3-5-2 che aveva determinato subito due palle gol (tra cui quella del vantaggio) in poco più di 9 minuti, si è passati (appunto dopo l’autogol di Ceppitelli) ad un 5-3-2 “di puro contenimento” nella prima frazione di gioco, per scivolare ad un indecifrabile 5-4-1 “di assoluta ed inspiegabile sofferenza”, nella ripresa, con il solo Canotto unico riferimento avanzato e finire quindi con un 4-4-2 “di affannoso e confuso equilibrio” quando a Canotto è stato affiancato Gori ed un interessante Bondo a centrocampo. Assolutamente da rivedere ed apprezzare questo ragazzo francese che ha fatto vedere dei lampi di freschezza atletica e di raffinato palleggio nei venti minuti in campo.
Mentre anche oggi, pur nella giornata grigia, Bouah conferma quanto di buono aveva fatto vedere a Perugia, mentre Liotti continua a ragione ad essere un punto fermo nelle scelte di Inzaghi.
Si chiudono cosi i ” 10 giorni “determinanti” per la squadra amaranto che possiamo ben dire superati con ampia sufficienza, ma non a pieni voti. Perché alla bella ma non fortunata prestazione di Genova, ed al successo del Curi (bene la seconda parte del match, dall’1-1 in avanti), oggi al Granillo si salva solo il risultato ed il piedino di Colombi che lo ha sigillato.
Da oggi non bisognerà più parlare di obiettivi a questa squadra. Con i tre punti “pesantissimi” del pomeriggio forse si è fatto quello scatto definitivo che ha posto fine allo spauracchio play-out, (anche alla luce di una possibile penalizzazione).
Da domani Inzaghi dovrà solo sgomberare la “soffitta mentale” dei suoi ragazzi, da quei freddi fantasmi che oggi per lunghi tratti hanno paralizzato le gambe e la testa in campo.
Da domenica prossima al “Vigorito” di Benevento la Reggina dovrà e potrà finalmente dedicarsi a quello che meglio ha saputo fare nei primi mesi di questo campionato (e che aveva caratterizzato la natura stessa della squadra): una squadra cappa e spada con in testa un solo obiettivo “Vincere divertendosi”. Nient’altro.
Undici ragazzi irriverenti e un po’ guasconi capaci di rifilare 13 gol in quattro partite al Granillo. E un mister (Inzaghi) che non faceva calcoli, ma voleva solo cancellare la brutta storia di Brescia.
Da oggi bisogna restituire a questi ragazzi quella spensieratezza che nelle prime giornate ha fatto volare la squadra. Mente sgombra e gambe sciolte, senza calcoli o timori. Per guardare lontano per guardare in alto.
“Per guardare a quelle stelle che terranno lontani dal fango questa squadra e questi colori”

Giuseppe “Fossa” Criaco






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