di Giuseppe “Fossa” Criaco

REGGINA: dopo Perugia i playoff non sono una chimera (ed io vi spiego perché).

Per poter meglio raccontare il ritorno alla vittoria della Reggina, stasera al Renato Curi di Perugia, è necessario partire dal minuto 96 della notte di Marassi, quando la conclusione di Canotto solo miracolosamente veniva deviata, sopra la traversa, dai guantoni di Martinez e dal capriccio di Eupalla.

Foto DAZN

Ma in quel momento drammatico e di delusione i ragazzi di Pippo Inzaghi, e noi con loro, hanno capito che le forze stavano tornando, che quella squadra capace di vincere ben 6 partite su nove in trasferta era di nuovo nella testa e nelle gambe. Era chiaro a tutti che  Perugia starebbe stato il punto di svolta, il punto di frattura rispetto alla squadra dimessa e smarrita vista al Granillo con il Cagliari.

E così è stato, nonostante assenze pesanti e di qualità (e di tanto fosforo) come Pierozzi, Mayer e Menez (almeno per buona parte del match), calciatori che nessuna squadra, oggi in serie B, può regalare agli avversari a cuor leggero. Soprattutto in momenti come questi della stagione.

Ma l’undici schierato questa sera da mister Inzaghi, dopo uno smarrimento iniziale, dovuto agli inevitabili morsi della “paura”, lentamente ha saputo trovare da solo la forza per uscire dalla corde cui l’aveva costretto il gol di Di Serio (e sul quale Colombi non ci è sembrato proprio perfetto). La squadra non si è disunita, e passo dopo passo ha saputo scalare la partita aiutata anche dall’incertezza del portiere degli umbri Gori sull’1-1, sulla punizione di Hernani.

Foto tratta da Reggio Today

Da lì in avanti la Reggina è venuta fuori, il palleggio è diventato più fluido, il feroce pressing impostato da Castori cominciava ad essere più facilmente eluso e quindi meno efficace. Insomma la squadra acquistava, con il passare dei minuti, fiducia e personalità. Oltre a guadagnare metri sul campo. Una volta raggiunto il pari gli Inzaghi’s boys hanno trovato le forze e la convinzione, “insperata dai più”, che una nuova fase doveva iniziare e doveva iniziare alla svelta. Qui (a Perugia) ed ora. La consapevolezza di non essere inferiori era forte in ciascuno degli amaranto, cui bruciava ancora quella prima sconfitta al Granillo.

Naturalmente il secondo svarione, sempre del portiere umbro, ha rafforzato nella squadra la convinzione che finalmente le “forze che muovono il calcio”, almeno per questa sera stavano accogliendo “le supplici” del popolo amaranto. Il resto lo hanno fatto Menez e Canotto negli ultimi 15 (poi 22) minuti.

Foto tratta da Il Reggino

Impossibile oggi segnalare qualcuno in particolare. Stasera tutti hanno dato il loro contributo pur nei loro limiti oppure in qualche errore ancora di troppo Ma una menzione speciale voglio farla, comunque, per Bouha. L’esterno amaranto sa bene, ogni qualvolta è chiamato a dare il suo contributo, di dover deduplicare le proprie prestazioni, su quel versante, per non far rimpiangere il Pierozzi nazionale (che dovrebbe essere regolarmente in campo con il Venezia). Stasera l’ex Roma è stata una costante minaccia per la retroguardia perugina. E solo una gran risposta di Gori nel primo tempo, e pochi centimetri dopo, nella ripresa, gli hanno negato la gioia della prima marcatura stagionale. Ma encomiabile è stato anche “Giuanin” Fabbian che nonostante non al meglio ha stretto i denti per 90 minuti. Finalmente abbiamo rivisto gli strappi di Rivas, cui solo la traversa ha negato un gol che ormai tarda a tornare, ed una difesa (con Cionek baluardo) ancora con tre centrali che dopo la leggerezza sul gol di Di Serio è finalmente tornata padrona dell’area di rigore concedendo poco o nulla agli avanti di casa.

E tutto questo, non ci stancheremo mai di dirlo è figlio di quella palla di Canotto e della “serata del Marassi”. Infine non per mera statistica, ma solo per far comprendere ai critici di questa squadra “a prescindere”, che il Perugia di Castori non perdeva in casa dal 30 ottobre scorso (0-2 con il Cittadella) ed ha saputo fermare il Bari in terra pugliese (0-2) e lo stesso Frosinone domenica scorsa (dopo essere stato avanti).

La Reggina quindi torna a casa con tre punti di platino che gli permetteranno di guardare al futuro (anche in ordine ai deferimenti) come maggiore serenità e con la feroce determinazione che ormai sono solo 7 le finali da giocare. Mai come oggi deve scuoterci il rimbombo delle parole di Pippo Inzaghi quando in settimana ha affermato “da oggi saremo artefici del nostro destino”. I ragazzi lo hanno preso in parola. La squadra è più che mai con il suo tecnico.

Intanto in questa notte che faccio fatica a lasciare andare, in questa notte amaranto, Ligabue alla radio canta “Certe notti o sei sveglio, o non sarai sveglio mai, ci vediamo da Mario prima o poi”. Da stasera, forse, la Reggina è nuovamente sveglia.

Foto tratta da Reggio Today

Giuseppe “Fossa” Criaco

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