La “hit parade” – molto personale – dell’ultima giornata di serie B

di Rocco Genovese
5° POSTO) I TIFOSI DEL BRESCIA – “MARE DI GUAI”. Cambia il direttore d’orchestra (dopo aver licenziato già due tecnici ed ammainato un’altra bandiera come Gastaldello, è arrivato il turno di Possanzini), cambiano gli interpreti (ok, ma Bisoli terzino è improponibile e la coppia Papetti-Adorni ha stonato ancora), ma la musica non cambia: contro il Modena, al “Rigamonti”, il Brescia scivola per la quinta volta consecutiva e si ritrova quartultimo, a -2 dal plotoncino di squadre in zona salvezza diretta (come evidenziato, non senza sarcasmo, da Bresciaingol.it, è la stessa posizione dove i lombardi stazionavano nell’aprile 2017, quando Cellino uscì allo scoperto ed avviò le trattative per rilevare il club). La crisi delle Rondinelle sembra senza fine e dopo la prossima partita, contro il Benevento del neo tecnico Stellone, può assumere contorni drammatici ed impensabili 6 mesi fa: del resto, proprio dopo aver battuto i sanniti all’andata, il Brescia si affacciava alla prima pausa stagionale forte del primo posto in graduatoria. Da lì in poi, una sola vittoria nelle successive 18 partite (contro la SPAL, altra grande “malata” del torneo) ed il caos fuori e dentro dal campo: il “caso” Viviani è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di una stagione che i tifosi biancoazzurri vogliono che si raddrizzi in fretta, in attesa di un’estate che dovrà portare comunque grosse novità in Lombardia. P.s. Ma, in tutto questo casino, qualcuno ha visto il ds Perinetti? E gli “olandesi” che volevano entrare in società?

4°POSTO) FABIO GROSSO ED IL FROSINONE – “FURORE”. Quello che era stato presentato come il “campionato più difficile degli ultimi anni” è stato ucciso da una squadra che batte tutti gli avversari con una facilità disarmante, così come è capitato al Cittadella che, suo malgrado, ha rispettato “la legge dello Stirpe” ed è tornato in Veneto con 3 reti sul groppone (potevano essere di più, ma Kastrati ha sfoderato un’altra prestazione da categoria superiore). I ciociari sanno essere multiformi, ma con qualsiasi modulo e qualsiasi interprete in campo vincono “sempre allo stesso modo“: infatti, ecco un altro successo casalingo (nonchè quinto su 5 gare nel 2023, e sesto di fila), un’altra partita senza reti al passivo (porta inviolata per la 14° volta, restano sempre 13 le reti subite dalla miglior difesa del torneo), un altro goal da cineteca per Insigne, un altro goal realizzato da un subentrato (il “solito” Mulattieri), etc etc. Al bando ogni scaramanzia, la A è sempre più vicina, visto il +12 su un Genoa in ripresa dopo il 2-0 al Palermo (anche se fresco di “deferimento”… e patteggiamento) ed il +15 sulle terze.

3°POSTO)DANIELE DE ROSSI – “L’ADDIO”. Tra i “brevi appunti” della settimana scorsa mi ero segnato un promemoria in attesa di novità da Ferrara, che puntualmente sono arrivate: dopo il suo strombazzatissimo arrivo in Emilia nello scorso ottobre ed un percorso alquanto deludente nelle ultime settimane (al netto dell’acuto a Reggio Calabria), la SPAL saluta Daniele De Rossi e cambia nuovamente guida tecnica. Tacopina, tacciato di essere un “presidente assente” dai tifosi che hanno seguito la squadra a Venezia (complimenti a Vanoli, che batte un’altra concorrente per la salvezza e fa saltare una panchina per la seconda settimana di fila, e pure a Pierini, che mette a segno un’altra rete pesante), ha deciso per l’allontanamento del romano in favore di Massimo Oddo, fermo dallo scorso giugno dopo aver fallito alla guida del Padova la promozione dalla C (sfuggita nella doppia finale con il Palermo) e con più di un esonero in carriera. L’ex “Capitan Futuro“, dopo aver recentemente criticato l’operato del ds Lupo in sede di mercato, ha provato a prendersi le responsabilità per la sconfitta al “Penzo“, ma aveva già capito che il suo destino era segnato e che avrebbe confermato ulteriormente, come dimostrato già dal suo amico Cannavaro la settimana prima, che un buon cavallo non diventa automaticamente un buon fantino, e che la gavetta paga sempre: per dire, in cima alla classifica ci sono due “Campioni del Mondo del 2006″, ma il primo è già al suo quinto campionato di B ed il secondo è partito dai dilettanti ed è salito pian piano di categoria. P.s. DDR canta da solo o a breve Nainggolan duetta con lui?

2°POSTO) ATTILIO TESSER E PIERPAOLO BISOLI – “MADE IN ITALY”. Il campionato condotto dalle 4 neopromosse è positivo sotto tutti i punti di vista, e se ognuna di esse dovesse qualificarsi per gli spareggi promozione non sarebbe di certo uno scandalo. Il Modena acuisce la crisi del Brescia, vendica la sconfitta dell’andata con un rigore di Falcinelli e aggancia il gruppetto di squadre dal sesto posto in giù; da evidenziare come i canarini siano andati a segno per la dodicesima partita di fila (eguagliato proprio il SudTirol, sempre in rete dalla 4° alla 15° giornata) ed abbiano portato a casa la vittoria schierando ben 5 under: oltre a Bonfanti, entrato quasi subito per sostituire l’infortunato Diaw, e Giovannini, in campo ad inizio ripresa, ha stupito la “linea verde” in difesa, con i vari Ponsi, Cittadini ed Oukhadda, unico straniero in campo tra le fila degli emiliani. Il SüdTirol, da par suo, gioisce a metà per aver agganciato il terzo posto (in compagnia di un Bari con un Esposito in più nel motore e di una Reggina piuttosto ingolfata), visto che la quinta vittoria consecutiva è sfumata al 90′: anche contro il Como, pur con Odogwu inizialmente in panchina, si sono presentati con 11 italiani fin dal fischio d’inizio ed hanno trovato un altro goal con Zaro (è già il terzo per il centrale altoatesino, cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi mesi) sugli sviluppi di un calcio d’angolo…dopotutto, quando la squadra che ha fatto più reti in questo modo incontra quella che ha subito più reti in questo modo, cosa vuoi che accada? Due formazioni strutturate e con una fisionomia ben definita, condotte da due tecnici navigati, che stanno mettendo in mostra tanti giocatori (giovanissimi, ma non solo) che potrebbero persino farsi valere in serie A e nelle rappresentative nazionali, il tutto con due società solide alle spalle: quando il “progetto” c’è e si vede, si è già vinto.

1°POSTO) FILIPPO INZAGHI – “PAROLE DETTE MALE”. La Reggina è la lontana parente di quella del girone di andata, e lamentarsi per episodi sfortunati e presunti svarioni arbitrali non può cancellare il fatto che l’involuzione tecnico-tattica complessiva sia in atto e la condizione psicofisica di più di un elemento risulti preoccupante, oltre al fatto che non sembra siano state approntate soluzioni alternative, anche a livello di modulo. Il Pisa di D’Angelo si ritrova al “Granillo” e batte gli amaranto dopo aver apportato i giusti correttivi nella ripresa (nota statistica: il rigore del definitivo 0-2 vale l’undicesimo risultato utile fuori casa per i nerazzurri ed è il settimo a favore dei toscani, gli unici a non averne ancora sbagliato nessuno). 9 sconfitte su 24 sono troppe, anche se l’obiettivo non fosse quello di puntare alla promozione, e fa specie buttare via regolarmente le partite nella ripresa, magari prendendo goal sempre nello stesso modo. Se la contestazione di una parte dei tifosi amaranto a fine gara è stata forte, ed ai più è apparso eccessivo apostrofare come “mercenari” i giocatori di una squadra quarta in classifica, non fanno certo piacere le affermazioni del tecnico amaranto, che in conferenza stampa accusa di mancanza di equilibrio l’ambiente reggino, dopo aver tacciato di “immaturità” una parte della stampa locale al termine della precedente sfida casalinga. Altrettanto stucchevole, infine, il ritornello: “Nessuno ha chiesto la serie A a questa società, c’è un progetto triennale: ricordiamoci dove eravamo a giugno!”, utilizzato per replicare a chi avanza critiche più o meno condivisibili ed oramai divenuto un vero e proprio tormentone.









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