Riflessioni e commenti sul Festival della serie B. Musica, parole, analisi e statistiche


di Rocco Genovese
1)COME SI CAMBIA (PER NON MORIRE) – Dopo l’ultimo turno sono “caduti” ben 3 allenatori, portando a quota 14 su 20 il numero di squadre che hanno cambiato guida tecnica almeno una volta (come spiegato tra i “brevi appunti” di qualche settimana fa, viene eguagliato il primato delle stagioni 2011/12 e 2017/18) e 22 gli avvicendamenti complessivi sulle panchine (compresi dimissioni ed interim vari, il record di 28 del 2011/12 non è poi così lontano): Fabio Cannavaro, a braccetto col fratello Paolo e con il direttore sportivo Foggia, saluta Benevento con una media punti peggiore del suo predecessore e dopo una nuova brutta figura al “Vigorito” (1 solo successo casalingo su 9 partite) nello scontro ad alta tensione con il Venezia, alla terza affermazione esterna in rimonta (eguagliato il Frosinone); Cristian Bucchi salta, un mesetto dopo il prolungamento del suo contratto fino al 2025, al termine della disfatta di Cittadella e chiude la sua esperienza ad Ascoli con un ruolino per nulla esaltante, soprattutto in riferimento alle ultime 12 giornate (una sola vittoria, a Cosenza ed una sola partita senza subire reti, lo 0-0 col Genoa) ed all’intero percorso al “Del Duca” (2 sole vittorie, al debutto ed a fine ottobre, e ben 5 sconfitte); Cellino a Brescia procede al terzo esonero in 50 giorni (due dei quali serviti al povero Clotet, che raggiunge Boscaglia e Corini sul podio dei tecnici allontanati ben 2 volte nello stesso torneo dal sardo nella sua lunga esperienza di “mangiallenatori”) e ufficializza solo da poche ore la promozione di Davide Possanzini (ma solo perché Cosmi non è arrivato, e non che l’ex vice di De Zerbi se la stesse passando benissimo: nell’ultima uscita, la sua Primavera ha perso 5-0 con la SPAL…) per tentare di raddrizzare la china pericolosissima delle Rondinelle, che non hanno fatto nemmeno un punto nel 2023 ed ora a sono a tutti gli effetti in zona playout. Da Ferrara dobbiamo aspettarci qualcosa nel prossimo futuro?

2)CON TE (RI)PARTIRÒ – Se il 4-0 del “Curi” rappresenta il punto più basso dell’intera stagione del Brescia (fin qui), a far da contraltare c’è il momento d’oro del Perugia di Castori, che per la prima volta dall’inizio del campionato mette alle sue spalle 5 formazioni e sarebbe virtualmente salvo. Dal colpaccio di Reggio Calabria, passando per quello di Bari, fino al successo di sabato (quarto nelle ultime 6): il Castori-bis ha portato una nuova consapevolezza in casa Grifo e, soprattutto, 22 punti in 14 partite, 7 dall’inizio del girone di ritorno (con ben 9 reti segnate: nessuno come loro nel 2023, e pazienza se ora Melchiorri non la smette più di fare goal con la maglia dell’Ancona). Nella parte destra della classifica ci sono ben 9 squadre in 5 punti, ma l’impressione è che gli umbri adesso abbiano qualcosa in più delle altre: il ferro va battuto finché è caldo, e Castori proverà a farlo anche contro il “suo” Ascoli del neo tecnico Breda (ex biancorosso, peraltro).

3)BISOGNA (NON) SAPER PERDERE -… e invece Gilardino trova la sua prima (e meritata) sconfitta da quando guida il Genoa, peraltro causata da sue scelte di formazione rivedibili; al netto della prova gagliarda del Parma che, con un Vazquez sontuoso ed uno Zanimacchia in più, si rilancia ed al “Tardini” si prende un altro scalpo prestigioso (dopo Frosinone e Reggina), non si può negare l’appannamento dei rossoblù, che non vanno a segno per la seconda gara di fila e tornano a beccare due goal nella stessa partita dopo 3 mesi (tanto di cappello ai ducali: tra andata e ritorno hanno rifilato 5 reti alla seconda miglior difesa del raggruppamento). Il Bari si rifà sotto e cala il terzo poker nelle ultime 7 gare, ma contro Palermo e Perugia sono arrivate due sconfitte dolorose e contro la SPAL i galletti rischiano la beffa. La Ternana ed il Cagliari fuori casa proprio non ingranano: 2 punti ed 1 rete all’attivo nelle ultime 4 trasferte, addirittura 1 punto e 0 reti segnate nello stesso scorcio per gli isolani, solo in parte giustificati per aver giocato in 10 buona parte della sfida a Modena. Tra i giocatori di “tressette a perdere” della zona playoff chi manca all’appello ? Passate al prossimo punto.

4) TUTTI I MIEI SBAGLI – Se, parafrasando un qualsiasi allenatore a caso in conferenza stampa, “nel girone di ritorno inizia un altro campionato” e, parafrasando Agatha Christie, “tre indizi fanno una prova”, allora per i tifosi amaranto c’è poco da star tranquilli. La Reggina perde anche a Palermo e butta via un altro punticino, che in questo periodo (dove le altre stentano e si sente parlare di “deferimenti”) avrebbe fatto molto comodo. Ok, purtroppo bisogna sempre fare i conti con assenze e orrori arbitrali, ma un sincero “mea culpa” non guasterebbe: per la quarta partita consecutiva gli amaranto prendono gol con un colpo di testa (considerando anche l’autorete di Gagliolo con la SPAL, quella di Soleri è l’ottava subita nel torneo dai calabresi in questo modo) e/o da palla inattiva (tra rigori contro e azioni sugli sviluppi di angoli e punizioni, siamo a quota 8 reti complessive subite anche in questo caso). E che dire dei contropiede? Una compagine che fa del possesso palla una delle proprie caratteristiche sa che si espone a questo rischio, ma fa specie prendere goal dopo una ripartenza che nasce se viene battuto male un angolo a favore (come a Parma con Oosterwolde e come stava per accadere con il Bari), o il calcio di inizio (come nell’azione che ha portato al primo rigore del Palermo) o se il difensore porta palla e la perde malamente (come è accaduto per il parziale 0-1 contro il Frosinone o proprio in occasione della rete del definitivo 2-1 rosanero). Sbagliare è umano, ma sarebbe diabolico perseverare anche nella prossima partita, contro un Pisa non più brillante ma pur sempre reduce da 10 risultati utili consecutivi lontano da casa. Al “Granillo” saranno di scena le squadre che, tolte le 3 citate al punto 1), hanno fatto peggio di tutti in questo avvio di girone di ritorno (3 punti gli amaranto, 2 i nerazzurri): prevarrà lo spettacolo o la paura di commettere altri (o gli stessi) errori?

5)VADO AL MASSIMO – C’è chi soffre per le proprie ammesie e chi usa la testa come meglio non potrebbe: il SüdTirol trova il sesto acuto stagionale proprio a Pisa e si ritrova sorprendentemente a 2 punti dal secondo posto, dimostrandosi in queste prime giornate del girone discendente l’unico a non perdere ulteriore terreno dal Frosinone, che sabato ha mandato a tutti una cartolina dalla riva del Lago di Como con scritto “A….rrivederci” (a proposito, ma che goal ha fatto Mazzitelli?!). All’andata contro i toscani era arrivata la prima, storica, affermazione degli altoatesini in cadetteria, mentre sabato la capocciata di Belardinelli ha portato il quarto successo consecutivo (nonchè quinto nelle ultime 6), con 5 reti segnate ed una sola subita in 360′. Proprio il gioco aereo è uno dei punti di forza della squadra di Bisoli: la rete che ha deciso la sfida dell’ “Arena Garibaldi” è stata la numero 11 messa a segno dei bolzanini con un colpo di testa (4 delle quali realizzate dal solo Odogwu, in…testa a questa speciale classifica), che sanno essere letali come pochi sui calci da fermo: come ricordava SkySport, le reti realizzate dal SudTirol con punizioni/rigori a favore o sugli sviluppi di calcio d’angolo sono già 9. Applausi a scena aperta per una squadra che in ogni partita schiera 11 italiani nella propria formazione titolare (anche se il nuovo arrivato Larrivey saprà farsi valere…), almeno 6/7 dei quali reduci dalla cavalcata trionfale della scorsa stagione in serie C, e che non vuole smettere di stupire.









Rispondi