Colpo playoff al “Barbera”. Apre Brunori (rigore) in avvio di ripresa, Strelec trova il pari al debutto ma Soleri decide la sfida. Rosso per Majer a fine partita.

di Rocco Genovese

Corini sente profumo di playoff e conferma in toto l’11 partito dall’inizio nella trasferta vittoriosa di Ascoli Piceno: davanti a Pigliacelli, largo al trio Marconi-Nedelcearu-Mateju, Valente e Sala quinti a centrocampo, con Saric, Damiani e Segre in mezzo, ed in attacco c’è sempre Di Mariano a far coppia con bomber Brunori.

Scelte obbligate in casa Reggina: senza Fabbian (squalificato) ed Hernani (infortunato), Inzaghi vara l’inedito trio a centrocampo Liotti-Crisetig-Majer e ripropone Rivas e Canotto nel tridente offensivo con Menez. Cionek vince il ballottaggio con il neoacquisto Terranova per far coppia con Gagliolo nei 4 dietro, con Pierozzi e Di Chiara esterni bassi.

Al netto delle decisioni delle Autorità, il “Barbera” presenta una bella cornice di pubblico: sono 24.000 circa i presenti sugli spalti di Viale del Fante i quali, poco prima dell’inizio della sfida, tributano un commosso omaggio a Vito Chimenti, ex attaccante rosanero scomparso in settimana.

I padroni di casa approcciano bene la gara, già dopo 3′ Majer deve spendere un cartellino giallo per fermare un contropiede insidioso nato da un corner sprecato (una situazione che si ripete troppe volte per gli amaranto) ed al 17′ vanno vicini alla rete con una punizione calciata da Valente, la cui conclusione va poco sopra la traversa della porta difesa da Contini. La Reggina replica subito dopo con Canotto, servito da Majer dopo uno scambio poco fuori dall’area rosanero, ma il suo destro non trova lo specchio.

Saranno le uniche due emozioni di una prima frazione avara di spunti tecnici: i padroni di casa tentano sistematicamente lanci lunghi per scavalcare un centrocampo privo di geometrie, gli ospiti tengono il possesso palla e, pur non producendo granché, hanno il merito di non farsi schiacciare nella propria metà campo. Lo 0-0 al 45′ è la logica conseguenza.

Corini lascia Segre negli spogliatoi, preferendogli Verre. La Reggina inizia il secondo tempo come il primo, ossia regalando un contropiede sanguinoso agli avversari: battuto il calcio di avvio, gli ospiti riescono a perdere palla ed innescare Brunori, che si invola in area e trova lo stinco di un immobile Gagliolo. Rigore netto, che l’italobrasiliano trasforma spiazzando Contini: Palermo avanti e Cheddira raggiunto a quota 13 in cima alla classifica cannonieri.


Poco dopo arriva anche il terzo contropiede beccato da una palla inattiva (nello specifico, una punizione da posizione interessante), stavolta Majer si fa tutto il campo e rinviene su Brunori, sradicandogli la palla dal piede senza commettere fallo ed evitando guai peggiori.

Corini avvicenda Damiani con Broh, Inzaghi toglie Canotto ed un abulico Menez ed inserisce Cicerelli e l’ultimo arrivato Strelec. Un minuto dopo che Di Mariano spreca una palla-goal dopo essere stato servito in area da Brunori su azione di… contropiede, arriva il pari amaranto: traversone in area Palermo, Nedelcearu interviene di testa e libera, ma la palla arriva a Rivas che, dal fondo disegna un cross basso che ritorna in area. Broh svirgola e la palla carambola, nell’ordine: sul corpo di Strelec, sulla gamba di Marconi, sulla mano di Pigliacelli, in rete. Per quanto visto (o, meglio, non visto) fin qui, il pareggio sarebbe anche meritato.

Proteste al 66′ per un fallo in area Palermo sugli sviluppi di un angolo battuto da Cicerelli: Gagliolo si lascia cadere, ma la “cravatta” di Marconi è ben visibile…. L’unico provvedimento che ne consegue è un’ammonizione per Di Chiara per proteste.

Tutto da rifare tra i padroni di casa, che rinnovano la coppia d’attacco ad un quarto d’ora dal termine con Soleri e Tutino, quest’ultimo va vicinissimo alla rete del nuovo vantaggio con un destro a giro che va di poco a lato. Per il secondo centro delle Aquile però bisogna solo aspettare qualche minuto: Gagliolo porta palla ma sbaglia un passaggio orizzontale, Verre recupera la sfera ed apre per Mateju che prova subito un cross in area: Soleri va in cielo, sovrasta Gagliolo e trova il suo primo goal in questo campionato, disegnando una parabola che supera Contini, bacia la parte bassa della traversa e va a segno.

L’arbitro Minelli si riprende la scena negli ultimi minuti, sventolando il secondo cartellino giallo a Majer per un fallo a metà campo su Tutino. Decisione fiscale, ma può starci; il fatto è che pochi istanti dopo la sala VAR lo richiama per fargli rivedere un intervento in area di Gagliolo.

L’italo-svedese “corona” la propria prestazione con un buffetto sulla testa del numero 7 rosanero che vale il secondo rigore di giornata, ma è vano ogni tentativo di Crisetig di spiegare al direttore di gara che se il gioco si ferma per il fallo in area, non ci sarebbe motivo di sanzionare quello di Majer 20 metri più avanti. Tant’è, fortunatamente Tutino mette tutti d’accordo ed appoggia la palla a Contini. Si resta sul 2-1, e nel lungo recupero si assiste ad un assalto degli amaranto confuso e inefficace.

Un Palermo per nulla trascendentale trova il nono risultato utile consecutivo ed altri 3 punti che rafforzano la sua candidatura per i playoff. Sul piano del gioco i siciliani devono migliorare più di qualcosa ma, a parte il Frosinone, non sembra che le altre siano più forti e possano disporre di una batteria di attaccanti che restano in ombra per larghi tratti delle partite e poi trovano sempre il modo di finire nel tabellino (ogni riferimento a Brunori è del tutto casuale). Venerdì sera al “Ferraris”, contro un Genoa distante 6 punti (40 i rossoblù, 34 i rosanero) ma apparentemente in calo, gli aquilotti hanno l’occasione di accorciare sul secondo posto e gettare la maschera.

Senza tifosi, senza idee, senza punti: per la Reggina, l’unica cosa da salvare di questo weekend è la contemporanea sconfitta del Genoa al “Tardini”. Inzaghi ha tutte le attenuanti del caso ed ha comunque messo in campo una formazione che ha tenuto botta per buona parte dell’incontro ai temuti avversari, ma è troppo netto il calo di rendimento dei calabresi in questo 2023: le sconfitte si susseguono (oggi è arrivata l’ottava stagionale, terza nelle ultime 4) e sono caratterizzate sempre dagli stessi errori.

Il Genoa è a un punto di distanza, ma ora si sono fatte sotto SudTirol e Bari, ed in zona playoff le altre non dormiranno ancora per molto. Sabato prossimo al “Granillo” arriva il Pisa, squadra in cerca di punti dopo i recenti passi falsi: una nuova prestazione senza gioco e senza punti autorizzerebbe tutti a parlare di “crisi”.

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