Nella vita gli avvenimenti si susseguono in modo caotico ma non casuale. E tu finisci per comprendere che alla fine (se ci credi) succede(rà) sempre qualcosa di meraviglioso.

di Giuseppe Criaco

…E gli eventi che hanno caratterizzato questo inizio di settimana della Reggina forse non sono stati casuali: la piccata conferenza stampa di Pippo Inzaghi, l‘intervento sui canali social di ReggioTv, del curatore fallimentare della Reggina Calcio Fabrizio Condemi, le dichiarazioni del presidente Cardona.

Tutti con un solo filo conduttore, un fil-rouge che porta diritto ad una conclusione. È tempo che tutto l’ambiente (stampa, tifoseria, e la stessa città) si compatti attorno a questa società ed a questa squadra. Ma con la consapevolezza, per tutti, come dichiarato dal dott. Condemi che la Reggina era ad un millimetro dal baratro più fondo possibile, ancora peggio di quello del 2016. Mentre a proposito di calcio mercato (di gennaio) sembrerebbe evidente che “per ognuno che va via, uno può entrare ma non potrá essere un calciatore con il costo del cartellino elevato”. Insomma “i conti soprattutto”.

Sono ancora nitidi, oggi, nella memoria della città i giorni di maggio e di giugno scorsi. Quando con il fluire del tempo sul calendario il calcio che contava si allontanava sempre più.

Poi fu Felice Saladini, e poi Marcello Cardona ed infine lui: SUPER PIPPO e poi via via, i calciatori che cominciavano (adesso) ad accettare la maglia amaranto. Fino ai riflettori di Genova, dove una bella ma acerba Reggina fu piegata di misura dalla Sampdoria. Ma potevamo dire che c’eravamo ancora (nel calcio che contava).

Era chiaro a tutti, allora, quale fosse il compito affidato agli uomini di Inzaghi ed allo stesso Mister: un campionato dignitoso, possibilmente lontani dalla zona calda degli “out“. Intanto la società enfatizzava il progetto triennale per riportare Reggio e la Reggina nuovamente nell’Olimpo del calcio.

Sin da subito questa squadra ha stupito tutti con la serata di Ferrara. Poi seguì quella con il SudTirol ed il triplete da sogno con Palermo, Cittadella e Cosenza. E quella straordinaria con il Genoa con la Curva Sud immortalata in tutta Italia con i suoi “effetti speciali”. Fino all’oggi: secondi in classifica dopo venti partite. Inimmaginabile solo sei mesi fa.

Allora le parole del Presidente Cardona che affermano che la società Reggina cresce, si evolve, si struttura dal punto di vista societario e diventa sempre più solida. Vogliono essere parole che paventano un programma di investimenti tra cui quelli finalizzati a dare a Reggio ed alla Reggina un nuovo Stadio. “Un modello europeo, in modo da ospitare tutta quell’attività sportiva e non, anche internazionale

Mentre limpido il messaggio di Mister Inzaghi che nel dopo Reggina-Ternana magnifica (giustamente) l’operato dei suoi ragazzi non lesinando, invece, un rimbrotto alla stampa con quel “anche voi dovete crescere”, In cui a mio avviso è presente una sfumata amarezza verso quel Granillo ancora mezzo vuoto.

Insomma oggi non è più tempo di polemiche e distinguo. Oggi a mio avviso tutti a Reggio Calabria devono fare quadrato attorno a questa squadra ed a questa società. Senza cavillare se a gennaio non arriverà nessun “pezzo da novanta” e se Rivas e Canotto non sono (come Amoruso e Bianchi) da 30 gol a campionato. Non importa. Quel che conta è il sudore versato, partita dopo partita, che onori la maglia ed i suoi colori. E per quest’anno deve bastare. Ed entusiasmare. Ma senza smettere di sognare.

A maggio, poi, sai mai, se dopo il “miracolo Mazzarri” dei 51 punti, arrivi pure il “miracolo Inzaghi”. Perché credendoci tutti assieme davvero può succedere, anche a Reggio, qualcosa di meraviglioso. Basta solo crederci e sognare. Appunto.

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