Cagliari & Ranieri storia di un grande amore

di Giuseppe Criaco

Il 2023 porta in dono al campionato di Serie B un altro protagonista di assoluto valore: Claudio Ranieri. “Sir” Claudio (lo chiamano così oltre Manica dopo il miracolo Leicester) non ha potuto e non ha voluto sottrarsi alla chiamata del patron del Cagliari per dare forza e vigore ad una squadra che non ha saputo rendersi protagonista in questa prima fase di campionato. Sebbene sia solo ad punto dalla zona playoff.

Dopo 31 anni, quindi Claudio Ranieri fa il suo ritorno in Sardegna.

Era stata allora una scommessa dei due fratelli Orrù, grazie anche al basso costo del suo contratto a farlo approdare a Cagliari. Nasceva così il Ranieri allenatore.

Alla guida dei rossoblù “Sor” Claudio (come invece lo chiamano più genuinamente nel suo quartiere di Testaccio a Roma), fu capace – al suo esordio nel calcio professionistico, del doppio salto C-B/B-A in soli due anni e di vincere una Coppa Italia di Serie C.

L’”hombre vertical” (lo definirono così a Valencia per la sua coerenza, per le sue convinzioni, per il suo modo di vivere il campo), è stato anche uno dei primi allenatori italiani ad “emigrare” togliendo l’etichetta di provincialismo ai nostri tecnici e portando ai Murcielagos tre trofei (una Coppa del Re e Coppa Intertoto nel 1988-89 ed una Supercoppa UEFA nel 2004).

Da molti critici però è sempre stato definito un perdente di lusso, ma Claudio Ranieri, invece, ha raggiunto risultati e trofei con squadre mediocri e calciatori anonimi che poi con lui sono diventati campioni celebrati come nel 2016 quel Jamie Hardy del Leicester capace di stabilire il record di gol segnati in partite consecutive di Premier League e diventare Calciatore dell’anno; oppure prima John Therri da giovane sconosciuto, a capitano del  Chelsea dal 2004 al 2017, e miglior difensore della Champions League nel 2005, 2008 e 2009.

II 2016 il Best FIFA Men’s Coach (il premio attribuito dalla FIFA al miglior allenatore del mondo) trasforma il “perdente di lusso” in leggenda dopo il trionfo con le Foxes del Leicester in Premier League.

Ma la “Leggenda” ha saputo fare anche “lo stagnino” (the Tinkerman, fu talvolta apostrofato dalla stampa inglese) ovvero capace di raggiungere risultati impensabili con pochi pochissimi mezzi (e sembra poco?) come la Coppa Italia e la Super Coppa italiana con la Fiorentina (appena l’anno dopo la promozione in serie A). Oppure, con il Chelsea – prima dell’era Abramovic – arrivare nel 2002 alla finale di Coppa d’Inghilterra (persa) ed aver  raggiunto la semifinale di Champions ed il secondo posto nella Premier League nel 2003-2004.

La sua filosofia calcistica non sempre si sposa con le idee dominanti “il possesso di palla non è sinonimo di predominio” affermava dati alla mano. Dimostrando di avere creato con la sua squadra le stesse occasioni e lo stesso numero di azioni rispetto all’avversario che aveva avuto un possesso di palla ben maggiore.

Sempre lontano dal caos mediatico dice di sé che “ama guardare il prato, il campo da gioco. Ama sentire quelle sensazioni che quel rettangolo verde sa dare”. Ed aggiunge che lui cerca di insegnare questo ai suoi ragazzi “sentire la parte bella, la parte più vera del calcio”. Da ieri King Claudio è ufficialmente alla guida del Cagliari. “Io da solo non basto” sono state le sue prime parole. E pertanto cercherà, come ha fatto dappertutto fino ad oggi, di trasformare l’affetto e l’entusiasmo dei tifosi in punti per la squadra. Con lui il Cagliari potrebbe diventare la mina vagante, il convitato di pietra, di questa serie B. Ogni giorno più scintillante.

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