Una giocata dell’attaccante decide l’incontro del “Curi

di Rocco Genovese

Blessin sente scricchiolare la propria panchina ed asseconda i desideri della piazza rossoblù, accantonando il 4-2-3-1 in luogo di un 4-3-1-2 che – almeno nelle intenzioni – non dovrebbe lasciare Coda isolato ed il centrocampo in inferiorità numerica: porta affidata nuovamente a Semper, Vogliacco spostato terzino, in mediana confermati Frendrup, Strootman e Jagiello (quest’ultimo, in realtà, sovente giocherà largo e più avanzato), Yalcin a ridosso di Coda e Puscas.

Castori, per tutta risposta, non va in cerca di esperimenti, ma tira dritto con il suo canonico 3-5-2: Dell’Orco recupera e va in difesa con Sgarbi e Curado, Casasola e Paz a tutta fascia, Bartolomei e Santoro formano la cerniera di centrocampo con Kouan, avvezzo a sganciarsi ed inserirsi negli spazi che Olivieri e Di Carmine dovrebbero creare facendo a sportellate con Bani e Dragusin.

Il Genoa parte benino, già dopo 4 giri di lancette Gori deve impegnarsi su un tiro di Jagiello deviato in corner, ma il Perugia non mostra alcun timore reverenziale e al 15′ va alla conclusione dalla distanza con Paz. Puscas lo emula 10 minuti dopo, ma la prima vera emozione arriva intorno alla mezz’ora: fallo di Coda su Santoro in area. Rigore, anzi no: in sala VAR ci mettono un po’ a capire che il genoano tocca prima il pallone, perciò nulla di fatto, con buona pace di un componente della panchina umbra che chiede spiegazioni e viene espulso dall’arbitro La Penna (designato in sostituzione del collega Aureliano).

I minuti passano, ed il Genoa ritrova la sua espressione compassata che esibisce oramai da settimane: Jagiello e Yalcin passano esterni altissimi in un confusionario 4-2-2-2, ma l’unico spunto offensivo viene da Bani, che al 37′ riceve un traversone di Jagiello e tenta un tiro sul quale Gori si fa trovare pronto.

Gli esperimenti di Blessin continuano nella ripresa: i due esterni altissimi citati al paragrafo precedente sono rimpiazzati da Portanova e Gudmundsson, che si esibisce in un colpo di tacco pochi minuti dopo il proprio ingresso in campo. Dopo un tiro di Kouan che supera la traversa ed un colpo di testa di Bani sugli sviluppi di un angolo, al 59′ Portanova sfrutta un errore di Sgarbi in disimpegno e chiama Gori all’intervento, ma il Perugia risponde subito con una conclusione di Olivieri, servito da Di Carmine, quest’ultimo al 65′ (ma in netto fuorigioco) colpirà un palo.

Il Perugia rischia (bravo Curado al 69′ ad arrivare per primo su uno spiovente del subentrato Yeboah ed anticipare Coda), poi si fa rende pericoloso con un destro di Paz ed infine passa ad un quarto d’ora dal termine: contropiede ben orchestrato da Kouan che serve Olivieri, l’ex attaccante di Lecce ed Empoli si libera con un colpo di tacco di Dragusin e gonfia la rete con un destro dal basso in alto.

Blessin tenta la carta della disperazione, scalando Frendrup in difesa e gettando nella mischia Aramu (fuori Sabelli, oggi meno brillante del solito). Dragusin vuol farsi perdonare, ma il suo colpo di testa sugli sviluppi di un calcio di punizione di Gudmundsson è totalmente fuori misura.

I cambi di Castori non sono conservativi (ci sarà spazio anche per il redivivo Rosi), ma il Perugia deve stringere i denti. Tra gli ospiti si rivede Ilsanker, che cerca pure la porta sugli sviluppi di un corner (Gori para senza problemi), ed al 92′ la riprendono con Strootman, ma anche stavolta il VAR ci mette lo zampino e si prende tutto il tempo necessario per accorgersi di una carica su Gori e spegnere l’entusiasmo degli ospiti e degli oltre 2000 sostenitori che li hanno seguiti anche al “Curi”.

Il Genoa spreca malamente l’occasione data da Frosinone e Reggina e cade di nuovo, superato da un Perugia finalmente ritrovato e dimostratosi più determinato degli avversari, troppo convinti dei propri mezzi ma fumosi e slegati. Blessin le ha pensate tutte, le ha provate tutte e le ha sbagliate tutte: ieri sera Lucarelli è stato esonerato per molto meno. Liguri raggiunti dal Brescia in quarta posizione, l’unica nota positiva di una giornata da dimenticare è la frenata generale in testa, ma nel doppio turno casalingo (Cittadella domenica prossima, SudTirol il giorno dell’Immacolata) sarà obbligatorio fare 6 punti su 6 se si punta ancora alla serie A.

E così ha vinto il “Grifone” meno quotato alla vigilia: il Castori-bis sta andando bene ed il Perugia ha fatto capire che non sarà una semplice comparsa. L’occasione di rientrare pienamente nella lotta salvezza è data dal calendario: in programma ci sono la trasferta di Cosenza e la sfida con la SPAL al “Curi” nell’infrasettimanale.

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