Reggina-Benevento: sarà una partita a scacchi tra due allenatori che hanno un modo di giocare agli antipodi

di Basilio Gaburin

Pippo Inzaghi contro Fabio Cannavaro. Attaccante furbissimo uno, difensore arcigno l’altro. Nonostante ciò da allenatori praticano un gioco agli antipodi usando una tattica totalmente diversa rispetto a quando a scendere in campo erano loro, i Campioni del Mondo. Pippo ama curare la fase difensiva senza aggredire l’avversario per poi colpirlo come farebbe un aspide. Fabio, invece, piace tenere il pallino del gioco riempiendo l’area avversaria. ‘’Cannavaro – scrive Ottopagine di Benevento – sa perfettamente cosa si troverà di fronte e sa anche che non conviene mai sfidare l’avversario sul campo delle sue armi preferite. Questa volta, però, avrà più scelta con le uscite dall’infermeria e anche un bel po’ di autostima in più dopo la vittoria di Ferrara. Al Granillo – chiosa Ottopagine – sarà una partita a scacchi tra i due ex campioni del mondo, con una cornice di pubblico degna di una sfida al vertice’’.

A Reggio Calabria, vivono i pre-gara con scioltezza e nonchalance da quando Felice Saladini si è insediato quale patron della gloriosa società che ha vissuto i fasti e i lustrini della Serie A per ben nove campionati. È come respirare l’aria dell’ormai lontanissimo 1999 quando la Reggina vincendo con la leggerezza d’animo di chi non ha la tempestività di raggiungere scopi ed obiettivi in modo categorico ha trovato la Serie A. Si vede a occhio nudo che questa come quella squadra è un tutt’uno col proprio allenatore, con l’ambiente, con i tifosi, con la presidenza, con i dirigenti. Si vede ad occhio nudo che i ragazzi di Pippo scendono in campo per divertire e divertirsi e tentare l’impossibile sempre e comunque con il sorriso sulle labbra. E la leggerezza d’animo (da non confondersi con la faciloneria oppure con la mancanza d’intenti o di serietà) che accompagna le gesta di gente del calibro di Menez, Hernani, Cionek oppure Canotto o Rivas, si nota anche dopo una sconfitta. Questo è Pippo Inzaghi, questa è la Reggina. Il Benevento non farà da comprimario o da sparring partners in una partita che ha una sua importanza basilare dal punto di vista della classifica. I sanniti non possono perdere perché significherebbe salutare tutti gli obiettivi della vigilia e pensare solo alla salvezza anche se nel torneo partecipano compagini sicuramente meno attrezzate (leggi Cosenza, Modena, Palermo e Perugia) così come non si possono permettere passi falsi gli amaranto che hanno l’obbligo di far sognare una città, una provincia, un popolo disseminato in un tutti e quattro angoli della terra.

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