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Il ragazzo sardo, però, non può prendere ancora sulle spalle la squadra

di Basilio Gaburin

La vittoria del Cosenza fa notizia per due motivi: prima di tutto perché i rossoblù non facevano bottino pieno dal lontanissimo 30 settembre allorquando batterono il Como e – soprattutto – perché il 3 a 2 sul Palermo arriva in concomitanza del rientro di un ragazzino che, col suo brio, la sua cazzimma, il suo entusiasmo e la sua voglia di spaccare il mondo può esser considerato il valore aggiunto della compagine silana. Stiamo parlando di Aldo Florenzi nato a Nuoro il 2 aprile 2002 e cresciuto calcisticamente nel Chievo Verona ma con la maglia rossoblù indossata come seconda pelle. Un prodigio? No, non lo è ma potrebbe diventare un fenomeno se avrà la tempra di continuare a giocare secondo le proprie caratteristiche e con l’umiltà che lo contraddistingue. In una squadra messa insieme senza criterio e senza liquidità da un DS con le mani legate, Aldo Florenzi fa la differenza e lo testimonia il fatto che in sua mancanza i rossoblù non hanno giocato oppure l’hanno fatto male rimediando solo sconfitte e figure barbine; ma da qui a pensare che un ragazzo senza esperienza e senza malizia possa sobbarcarsi il peso della squadra sulle spalle ce ne vuole. Deve invece (forse sarebbe meglio dire piuttosto) crescere insieme a William Viali che ha dimostrato di saperci fare sebbene abbia affrontato un’altra incompiuta come il Palermo che dovrà investire tantissimo nella sessione invernale di calciomercato. Lo certifica il gol di Larrivey che ha staccato di testa letteralmente e colpevolmente indisturbato, lo afferma lo stesso gol di Florenzi (bravo a trovare la traiettoria giusta per rendere impossibile la parata di Pigliacelli) e lo evidenzia la rete siglata da Rigione che ha scaraventato il pallone in rete senza alcuna opposizione ospite. Con questo non vogliamo sminuire la vittoria dei silani contro i rosanero, tutt’altro caso mai. Chi vince festeggia, chi perde spiega (come ebbe a dire Julio Velasco): ieri ha esultato Aldo Florenzi coraggioso e quindi capace di prendere per mano la squadra in una giornata da dentro o fuori contro una diretta concorrente per la salvezza. È lui il vero eroe di Cosenza e del Cosenza ma (ripetiamo) non gravatelo di responsabilità per il momento non sue.