A vede Como-Venezia nu’me vergogno de dì che me sò addormito dop’er gò de Bellemo
di Basilio Gaburin
Dopo aver assistito a Como-Venezia, ho imprecato perché conscio di aver sprecato tempo prezioso rubandolo alla famiglia. ‘’Il calcio è lo sport più bello del mondo’’ ho sempre sentito dire. Ed è vero. Però la gara a cui ho assistito mi ha fatto comprendere il vero significato della frase più inflazionata del mondo, le sue varie accezioni e le sue tante eccezioni. Il Como, ad esempio. I lariani hanno una proprietà da ‘’mille e una notte’’. I fratelli Robert e Michael Hartono sono infatti ricchi sfondati avendo in mano un impero valutato sui 40 miliardi di dollari (centesimo più, centesimo meno) che si basa (tra l’altro) sul commercio di tabacco. Eppure sono lì, tra il cielo e il mare (il lago in questo caso) ad elemosinare vittorie ed a sperare che le altre facciano peggio di loro per salvare le terga. E sì che possiedono elementi come Fabregas (ex-calciatore ormai spremuto come un limone), come Cutrone (mandato via da qualsiasi squadra abbia giocato), Mancuso (che vive sugli allori dei ‘’quattro’’ gol segnati ai tempi dell’Empoli), per non parlare del 23enne Blanco che oggi ha toccato tre palloni sbagliandone quattro. Nu’me vergogno de dì che me sò addormito dop’er gò de Bellemo (un bel giocatore insieme a Parigini) che ha permesso ai comaschi di portare a casa i tre punti e la terza vittoria consecutiva tra le mura amiche. Il Venezia è stato nullo, arruffone, incapace e non all’altezza di imbastire un’azione che sia una nel tentativo di pervenire al pareggio. Questa compagine somiglia molto al Crotone dello scorso anno (né più né meno) ossia inadatto a calarsi nella giusta mentalità cadetta dopo appena due anni di serie A dimostrando in tal caso arroganza e faciloneria. Il Venezia se non corre ai ripari durante la campagna acquisti di gennaio corre il pericolo di fare il doppio ruzzolone. Davvero, non sto scherzando: se non manda via i tanti stranieri dal nome esotico e dal capello biondo e non acquista elementi in grado di sbuffare, di correre e di mangiare pane e caviglie avversarie, è una seria candidata alla sofferenza fino al 95’ del 9 maggio 2023. E oltre. Quindi non inventatevi i draghi, cari amici comaschi e cari amici veneziani: ar Sinigaglia oggi s’è visto tutto meno ch’er calcio


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