Gli amaranto sono apparsi spenti contro un Parma non eccezionale

Scontro “ad alta quota” per il Parma reduce dal pari a reti bianche a Pisa: al “Tardini”si presenta la capolista Reggina, fresca di trionfo nel derby con il Cosenza ed alla ricerca di un risultato positivo per mantenere le distanze in classifica con gli emiliani e proseguire il proprio cammino anche in trasferta.

Più di 12000 i presenti, oltre 2200 sostenitori della squadra amaranto.
Pecchia ha a disposizione una rosa di livello, ma falcidiata dalle assenze: al netto dello squalificato Juric, deve fare a meno di Buffon, Romagnoli, Cobbaut, Bernabè, Camara e Mihaila, ai quali si sono aggiunti Man ed il secondo portiere Chichizola (pertanto, sarà costretto a mettere a guardia dei pali il debuttante Corvi, prodotto del vivaio); per questa gara, dispone i dispone i suoi con un iniziale 4-2-3-1, con Osorio che vince il ballottaggio con Circati in difesa e fa coppia con Valenti, confermati sugli esterni Oosterwolde e l’ex Del Prato (in maglia amaranto nella stagione 2020/21), Vazquez che arretra il proprio raggio di azione e si mette in linea con Estevez, Benedyczack, Coulibaly ed il rientrante Hainualt dietro bomber Inglese.
Inzaghi non si discosta dal consueto 4-3-3 e conferma 10/11 della formazione scesa in campo dal 1′ nel turno precedente: questa volta è Ricci a riaccomodarsi in panchina e lasciare spazio a Canotto, confermato Hernani in cabina di regia e Rivas nel tridente di attacco con Menez.
Dopo un minuto di silenzio per ricordare Enrico Cannata, storico capitano della squadra di casa scomparso in settimana, la partita inizia e sembra promettere bene fin dall’avvio: Inglese al 3′ prende il tempo a Cionek in area e conclude con un colpo di testa, senza successo, mentre poco dopo Di Chiara prova un traversone che Fabbian, nella prima di una serie di incursioni nell’area ducale della sua partita, intercetta di testa, ma Corvi blocca facimente la sfera.
Con il passare dei minuti, tuttavia, l’incontro assume le sembianze di una partita a scacchi, nella quale nessuno sembra prevalere, pur essendoci una leggera predominanza nel possesso palla da parte degli ospiti, e scarseggiano i rifornimenti per Inglese, da un lato, e Menez, dall’altro.
La Reggina cerca con insistenza il gioco sulle fasce, con Di Chiara che spesso di avanza e butta palloni in area, oppure cambia gioco sull’altro lato e tenta di innescare un Rivas meno esplosivo del solito, anche perché ben controllato da Hainault e Del Prato.
Non a caso, in un paio di circostanze, Inzaghi proverà ad invertire le posizioni dell’honduregno e di Canotto, cercando di avvicinare Fabbian con Menez per fare il paio con quello che, a tutti gli effetti, è il 4-4-2 che i padroni di casa attuano in questa fase.
Dopo un contatto in area di Oosterwolde su Fabbian, regolare per l’arbitro Fabbri, si segnala solo un’apertura di Canotto per Menez, non sfruttata dal francese, e un cross dello stesso Oosterwolde (poi ammonito per un fallo sul numero 31 ospite a centrocampo) per Benedyczak, ma il colpo di testa del polacco non impensierisce Colombi.
La Reggina non è spumeggiante come più volte ha fatto vedere fino ad ora – anche per merito di un Parma ben messo in campo – ma sciupa una grande occasione per chiudere il primo tempo avanti di una rete: Hernani resiste ad Estevez a metà campo ed apre per Fabbian, che serve subito Canotto, questa volta sulla sinistra: benché in posizione defilata, può battere a rete, ma il suo tiro è debole e Corvi blocca in due tempi il pallone.
La ripresa si apre con Bonny per Coulibaly nel Parma ed una conclusione di Vazquez potente ma imprecisa. La Reggina potrebbe trovare il goal con Rivas – che penetra in area e viene murato in angolo, non tenendo conto di Hernani e Di Chiara – e dopo aver perso una nuova buona occasione, subisce pure la beffa: dal corner seguente, nasce un contropiede, Di Chiara non interviene ed Oosterwolde parte ed avanza palla al piede – come il pubblico di casa era solito veder fare qualche anno fa a Gervinho -, trovando solo la blanda opposizione di Majer (che si limita ad accompagnarlo e non prova a portarlo fuori dallo specchio della porta); dai 20 metri l’olandese scaglia un tiro per nulla irresistibile, ma capace di piegare le mani a Colombi, portando i suoi in vantaggio e trovando la prima gioia personale in serie B.
Inizia la girandola dei cambi: Pecchia mette Ansaldi e Zagaritiis al posto di Hainault e Benedyczak, Inzaghi toglie Canotto ed Hernani per far spazio a Gori e Ricci, passando al 4-2-3-1, sperando di aumentare la pressione e produrre nuove soluzioni in fase offensiva, ma il canovaccio resta lo stesso: traversone dalla trequarti per la testa di Fabbian (come al 67′, conclusione fuori misura), o cross verso il palo più lontano (così fanno il subentrato Cicerelli per Ricci, o Pierozzi per lo stesso Cicerelli più avanti) che nessuno raccoglie o riesce a spizzare per un compagno bravo a seguire l’azione ovvero meglio appostato in area.
La Reggina si spegne poco a poco ed il Parma mette in ghiaccio il risultato: minuto 85, schema su punizione battuta da Ansaldi, palla a Vazquez che pesca Tutino (entrato poco prima al posto di Inglese) con un tocco morbido, il quale serve di esterno a Valenti un pallone che il difensore argentino deve solo spingere all’interno della porta sguarnita. 2-0 e primo centro stagionale anche per lui.
Tutino avrebbe persino la palla del tris, ma la spara addosso a Colombi, che evita un passivo che sarebbe stato ingeneroso per la propria squadra, comunque lontana parente di quella che ha dato spettacolo fin qui tra le mura amiche e che al “Tardini” trova il terzo stop fuori casa (secondo consecutivo) al culmine di una gara sottotono, che le costa anche il sorpasso in vetta e l’aggancio a quota 18 punti di Frosinone e Genoa, oltre al Bari.

Così come a Terni alla seconda giornata e a Modena due settimane addietro, anche stavolta la truppa di Inzaghi non riesce a sbloccare un incontro nelle fasi iniziali, subisce una rete dagli avversari in modo episodico e finisce sconfitta (peraltro, è la prima volta che la retroguardia viene punita per 2 volte in una gara ufficiale); peraltro, i calabresi sono apparsi spenti e incapaci di mettere il dinamismo e la cattiveria agonistica ammirati in altre occasioni.
Sull’altro fronte, come già accaduto due settimane fa con il Frosinone, un Parma non eccezionale conquista altri 3 punti contro una diretta concorrente per l’alta classifica e raggiunge il Brescia a quota 16 punti, a sole 3 lunghezze dalla nuova capolista Ternana, vittoriosa al “Vigorito” in rimonta ed al quinto successo di fila.
Nonostante l’assenza di numerosi giocatori, soprattutto in ruoli nevralgici (da sottolineare la prova di Vazquez, che ha comunque messo lo zampino sul 2-0 ed al quale Pecchia, come affermato in sala stampa, aveva chiesto di giocare “alla Mascherano”, schierandolo in un ruolo non propriamente suo), il Parma ha dimostrato una solidità non da poco, concedendo quasi niente ai propri avversari, ed una volta che buona parte degli infortunati torneranno ad essere disponibili non potrà più nascondersi.
Nel prossimo turno, la Reggina ed il Parma incroceranno le sfidanti del posticipo di questa giornata: al “Granillo” Inzaghi e soci ospiteranno il pericolante Perugia, mentre gli emiliani saranno di scena al “Druso” contro il SüdTirol.


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