di Salvatore Condemi

La giornata che sta per concludersi è stata caratterizzata dalla notizia della perquisizione condotta dalla Guardia di Finanza presso il Centro Sportivo Sant’Agata, dove la società Reggina ha la propria base operativa e la squadra conduce i propri allenamenti.
Una volta che è stato pubblicato e ripreso da vari organi di stampa il comunicato della Procura della Repubblica di Bari in merito alla operazione condotta dal locale Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, sarebbe pleonastico da parte nostra farne il resoconto e descrivere ciò che hanno già fatto testate più titolate e professionali della nostra, perché non abbiamo nulla da aggiungere. Aggiungere, appunto.
Infatti, abbiamo ritenuto opportuno prenderci il tempo necessario per conoscere e comprendere al meglio i fatti, certi che è sempre meglio “bucare” una notizia, che fare un buco nell’acqua.
La sera stessa dell’arresto dell’allora proprietario scrissi un pezzo nel quale invitavo a non fare “funerali senza il morto” ed a ragionare senza farsi prendere dalla frenesia, ma affidandosi all’operato della giustizia ed alla lettura approfondita delle leggi dello Stato.
Da quella sera sono passati solo 5 mesi, ma sembra essere cambiato il mondo: dal rischio di una mancata iscrizione si è passati a: un cambio societario che ha portato un nuovo assetto dirigenziale, un nuovo progetto, l’arrivo di un allenatore molto ambizioso e conoscitore della categoria, l’allestimento di una squadra davvero competitiva, un avvio di stagione da applausi, e l’entusiasmo della tifoseria amaranto, al “Granillo” così come negli altri stadi della categoria (mentre il vecchio proprietario riceveva una seconda ordinanza di custodia cautelare, ma questa è un’altra storia).
L’avvento di Saladini ha significato una cesura netta con l’epoca della precedente gestione – ed il comunicato emesso nelle ore successive all’accesso dei finanzieri nella sede della Reggina, che sottolinea la totale estraneità alle indagini della attuale proprietà, non fa che ribadire l’ovvio -; tuttalpiù, l’odierna operazione di polizia mette nuovamente luce sulla “gestione” della società dello Stretto negli ultimi anni.
Grazie al lodevole lavoro delle Fiamme Gialle baresi possiamo affermare, tra l’altro, che sulla maglia amaranto nello scorso campionato campeggiava il logo di un’azienda che avrebbe finanziato la propria sponsorizzazione con un “credito fiscale ritenuto fittizio (…) pari ad € 703.913,40 oltre IVA utilizzato nell’aprile 2022 per compensare debiti tributari e previdenziali (…)”.
La perquisizione odierna nella sede della società calabrese non è in alcun modo una “sentenza di condanna“, bensì un’attività funzionale al reperimento di “fonti di prova” o “cose pertinenti al reato“, che andranno adeguatamente dimostrati in un processo penale; peraltro, non è poi così infrequente che una società professionistica riceva la visita delle Forze dell’ordine: è successo alla Sampdoria (quando l’allora presidente Ferrero è stato accusato di aver causato il dissesto di alcune società legate al mondo della distribuzione cinematografica), alla Juventus (caso presunte “plusvalenze gonfiate”) ed al Brescia (addirittura, in questo caso gli investigatori hanno cercato di far luce su una serie di condotte del presidente Cellino ritenute illecite, come vari reati finanziari e tributari financo alla “turbata libertà degli incanti”, in occasione dell’acquisto del campo di allenamento di Torbole Casaglia, e hanno dato esecuzione, non meno di 3 mesi fa, al sequestro di 59 milioni di € del suo patrimonio, disposto dalla Procura della città lombarda).
Ma in nessun caso sono state menzionate (tantomeno, sono state comminate in sede di Giustizia Sportiva) squalifiche, penalizzazioni, retrocessioni d’ufficio, radiazioni, revoche dell’affiliazione alla FIGC ‘’et similia’’.
Perciò, prima di parlare di “Reggina nei guai” (come improvvidamente titolato in mattinata sul proprio sito Internet da una testata sportiva di rilevanza nazionale, e che solo a distanza di ore avrebbe corretto il tiro), sarebbe meglio attenersi ai fatti e contestualizzarli.
Le indagini faranno il loro corso, la fiducia nell’operato della Magistratura e delle Forze dell’ordine deve rimanere intatta; il popolo amaranto deve solo preoccuparsi di continuare a sostenere i propri beniamini, e già dalle prossime ore l’attenzione sarà tutta rivolta allo scontro diretto di Parma.



















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