Il Genoa ha sbattuto contro il bunker sardo. Poco gioco, poca velocità e pochi palloni per Aramu e Coda

Genoa per confermare quanto di buono ha realizzato fino al momento, Cagliari per verificare se la batosta ricevuta tra capo e collo dal Venezia è da considerarsi un semplice incidente di percorso oppure se quella contro i lagunari è stato un campanello d’allarme. Liguri a quota 14 dei quali solo 5 conquistati tra le mura amiche. Gli isolani si trovano a metà classifica con 10 punti ed un curriculum esterno poco edificante: gli uomini di Liverani fuori dall’Unipol Stadium hanno infatti racimolato soltanto 4 punti frutto del pareggio acciuffato in extremis a Como all’esordio ed alla vittoria in terra sannita alla quinta giornata.

I padroni di casa si presentano con un 4-2-3-1 con Martinez tra i pali; linea difensiva formata da Sabelli e Pajac larghi mentre Dragusin e Bani fanno la guardia per vie centrali; la mediana è affidata al duo Strootman, Frendrup con Aramu sulla trequarti e lì davanti Yalcin e Gudmundsson hanno il compito di supportare Coda, unica punta di ruolo.

Il Cagliari si schiera secondo un 4-3-1- 2 con Radunovic a presidio dei legni; Di Pardo e Obert larghi e poi Goldaniga, Altare centrali nella linea di difesa; Nandez, Makoumbou e Deiola sulla mediana. Mancosu invece agisce alle spalle di Luvumbo e Lapadula.

Arbitra il Signor Matteo Marchetti davanti a 26.000 spettatori.

LA CRONACA – Predominio Genoa nella prima frazione. Al 10’ Pajac porge a Gudmundsson, il quale si sistema la sfera sul destro e lascia partire un proiettile che Radunovic manda in angolo. Un minuto dopo Aramu lancia Coda che apre troppo il piattone. Nei minuti inziali solo Genoa che imprime una velocità accettabile. Ancora Gudmundsson al 18’ che fa tutto da solo e, dopo aver saltato due avversari in velocità, spara verso la porta avversaria: palo esterno e palla sul fondo. Il Cagliari controlla le iniziative dei padroni di casa e con Luvumbo (veloce e possente ma poco tecnico) graffia la difesa di Blessin mentre dall’altra parte Strootman prova a costruire ed Aramu appare ispirato ma ha pochi palloni giocabili. Al 26’ Lapadula vicinissimo al gol: l’italo-peruviano ruba palla a Bani e batte verso Martinez con la palla che fa la barba al palo. Al 34’ Nandez pericoloso: Deiola controlla e manda la sfera verso il numero 8 che di sinistro sfiora il legno più distante con Martinez fuori causa. Al 43’ sugli sviluppi di una punizione calciata da Aramu è Bani a toccare di testa mandando di poco sul fondo. Con quest’azione si chiude un primo tempo dove i padroni di casa, ai punti, avrebbero meritato di più, pur senza arrecare pericoli concreti (se non in occasione del palo di Gudmundsson) alla porta degli isolani. D’altronde, se in fase di non possesso, i due esterni del centrocampo sardo scalano sulla linea di difesa, sarebbe difficile per qualunque attacco distruggere un vero e proprio bunker che, anzi, tiene agevolmente nella ripresa, quando il Genoa abbassa i giri del motore per la stanchezza ed i suoi continuano a peccare di imprecisione. Gli ospiti mettono il naso fuori con Nandez che al 68’ manda in area un pallone che Deiola di testa manda abbondantemente sul fondo. Un minuto appresso sussulto Genoa, con Pajac che crossa in area dove Coda colpisce di testa con la palla respinta dal portiere sardo. Al 70’ è Jagiello (entrato al posto di Yalcin) a non inquadrare la porta di Radunovic su assist di Coda. La partita non riesce a decollare: la squadra di casa cerca il colpo risolutivo ma la difesa ospite fa buona guardia, pur non trovando il modo di ripartire come nel primo tempo. I due allenatori, quindi, sono costretti ad operare altri cambi: per il Genoa escono Frendrup ed Aramu ed entrano Portanova e Puscas mentre Liverani stravolge l’attacco facendo entrare Viola, Falco e Pavoletti. I minuti passano, ma il solo Coda cerca di fare qualcosa, e chiama Radunovic ad un nuovo intervento al minuto 83, obbligandolo a smanacciare in angolo un tiro destinato nel sette.

COMMENTO FINALEZero a zero sostanzialmente giusto ma che non cambia molto la situazione delle due compagini. I liguri salgono al primo posto agganciando Reggina, Brescia e Bari, ma saranno capolista solo per una notte a meno di clamorosi ribaltoni per le tre battistrada. Gli uomini di Blessin hanno condotto, specie per larghi tratti del primo tempo, la partita puntando al possesso palla e cercando di mettere densità in area avversaria, ma questa sera la manovra è spesso risultata confusionaria e poco fluida, ed è stata supportata perlopiù da tanta spinta nervosa, che a poco serve se le verticalizzazioni latitano e ci si perde nell’ultimo passaggio. Il rendimento casalingo del Grifone (una sola vittoria al “Ferraris” in 4 incontri, secondo 0-0 stagionale, solo 4 goal fatti, 3 dei quali nel pareggio con il Parma) non è dei migliori e, a lungo andare, potrebbe minare la marcia dei rossoblù, intenzionati a rifarsi già a partire dalla prossima trasferta a Cosenza. Il Cagliari ha guadagnato un punto prezioso, più per il morale che per la classifica, grazie ad una gara accorta e di tantissimo sacrificio, ma è indubbio che avrebbe bisogno di far vedere qualcosa in più, e di ricominciare a fare bottino pieno, per accorciare sulle posizioni di testa: contro il Brescia, sabato 15 alla “Unipol Domus”, non saranno consentiti (soprattutto per mister Liverani) altri passi falsi

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