Longo avrà molto lavoro da fare. Cosenza cinico e spietato vince e incamera tre punti importantissimi
di Rocco Genovese

Novità per il Cosenza: Brescianini e Nasti titolari con quest’ultimi al posto di Larrivey. Nel Como tutto come previsto: Fabregas dietro le punte Mancuso e Cutrone; centrocampo a tre con Blanco, Baselli e Faragò e difesa a quattro.
Partono forte gli ospiti e dopo 3 minuti di gioco Faragò mette apprensione alla difesa di casa con un tiro da lontano che scheggia il palo con Matosevic battuto. Pressing altissimo per gli uomini di Longo che disorientano i rossoblù del Cosenza costringendoli alla difensiva. Al 10’ Rispoli è costretto a lasciare il campo per un profondo taglio sulla fronte in un normale scontro di gioco con Ghidotti. Al suo posto Martino. Insomma: piove sul bagnato alle pendici della Sila nonostante sia una gradevole serata ma solo dal punto di vista meteorologico perché, per il resto, è una partita sonnacchiosa dove gli sbadigli si sprecano.
Alla mezzora succede quello che non t’aspetti. Scambio D’Urso-Nasti, la palla arriva a Martino che rimette a centro area, Merola spizza per D’Urso che, tutto solo, ma da posizione defilata, si coordina e scaglia un tiro che muore nell’angolino basso alla destra di Ghidotti poco reattivo. Cosenza in vantaggio al primo affondo.
Il Como si getta subito in avanti e Cutrone si divora il pareggio con un tiro di controbalzo che si spegne di pochissimo oltre la traversa.
Il Como accusa il colpo ed il Cosenza passa nuovamente all’incasso: fallo di Baselli nei pressi del vertice dell’area, Brignola chiama lo schema su punizione ma disegna un traversone innocuo, ma Ghidotti la combina grossa uscendo dai pali e smanacciando il pallone, che arriva ad un isolato Rigione che punta allo stesso angolino centrato da D’Urso poco prima, beffando i 4 avversari appostati in area piccola.
La squadra ospite reagisce subito, più con i nervi che con il gioco e Mancuso spara alto sopra la traversa.
Al 41’ il Como, però, perviene al 2-1 con Vignali, che conclude la propria percussione penetrando in area rossoblù, dopo uno scambio con Mancuso, e piega le mani di Matosevic.
Poco dopo, il portiere del Cosenza è costretto a volare per deviare sopra la traversa una “castagna” di Cagnano da fuori area.
Al 45’ Como vicino al pari. Mancuso salta un avversario e porge a Blanco ma la difesa calabrese si salva a pochi passi dalla linea di porta.
Dopo la prima mezzora dove non è successo davvero nulla di importante, la gara si è ravvivata nel momento in cui le squadre che si sono date battaglia. Cosenza cinico e bravo nel tesaurizzare le uniche due palle gol costruite nell’arco dei 45 minuti, Como invece da punto interrogativo: la squadra ha costruito tanto ma Cutrone e Mancuso non sono riusciti ad incidere. In difesa i giocatori lariani sono imbarazzanti, per non parlare di Ghidotti autore di due errori di valutazione nelle occasioni dei gol avversari.
Il Como esce dagli spogliatoi con il piglio giusto e già dopo 3 giri di lancette nella ripresa potrebbe acciuffare il pari, Matosevic, però, si supera su Mancuso, servito alla grande da un lancio dalla lunga distanza di Fabregas. Il Cosenza si abbassa vistosamente, gli ospiti ci credono sempre più ma nessuno ci arriva su un cross in area di Faragò e, poco più tardi, Blanco scorrazza in area silana ma si perde sul più bello. Cambi da una parte e dall’altra ma la gara nel secondo tempo si riaccende al 72’ grazie ad un tiro del belga Chajia (entrato poco prima al posto di Faragò questa sera sottotono) che chiama alla parata il portiere calabrese. È un assedio alla porta del Cosenza ma c’è evidentemente un qualcosa che non va nei meccanismi comaschi. Un qualcosa che si può chiamare scarsa determinazione sotto porta, difficoltà a costruire, poche idee e quelle poche sono per lo più annebbiate. E le idee ce le ha annebbiate anche Binks che si fa espellere a otto minuti dalla fine quando il Como avrebbe avuto bisogno di spingere.
Ed il Cosenza la chiude: Butic sfonda in area e serve Brescianini che trova la risposta di Ghidotti in angolo; dalla bandiera Vallocchia disegna una parabola perfetta per Meroni che sale in cielo, colpisce di testa e firma il goal del 3-1, regalandosi la prima gioia tra i professionisti.
Longo debutta con una sconfitta e avrà molto da lavorare, ma la prestazione dei suoi c’è stata; la prossima partita in casa con il Perugia, sarà giocoforza un crocevia della stagione dei lariani. Il Cosenza, invece, pur non avendo grandissime individualità, ha dimostrato di essere una squadra, capace di soffrire il giusto e capitalizzare le occasioni prodotte. Dionigi porta a casa un altro risultato positivo e già pregusta il ritorno al “Granillo” da avversario nel prossimo turno
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