Staremo a vedere ma la Serie B italiana è tutta un’altra cosa

di Basilio Gaburin

La situazione a Benevento non è delle migliori: il gioco latita e con esso le prestazioni che fanno arricciare il naso ai più. I giallorossi hanno perso con Cosenza e Cagliari tra le mura amiche avendo avuto la meglio soltanto col Frosinone; fuori casa, oltre alla cocente sconfitta di Brescia (giunta sul fil di lana), ha saputo fermare il Genoa sul nulla di fatto ed ha vinto a, invece a Venezia. Sette i punti conquistati finora, tutto sommato un discreto bottino visto che ha dovuto vedersela con Cagliari, Genoa, Brescia, Frosinone e Venezia. All’allenatore però viene imputato la scarsa verve nonostante la grande campagna acquisti. È vero, sono entrati La Gumina, Koutsoupias, Ciano, Kubica, Schiattarella, Leverbe, Veseli e Touchukwu Simy. Ma è pur vero che il Benevento ha mandato via gente del calibro di Elia, Moncini, Di Serio, Lapadula, Ionita, Insigne, Barba, ossia l’intero pacchetto avanzato più quelli che possiamo definire ‘’pezzi pregiati’’. La squadra non gira, questo è evidente. La compagine sembra imballata, senza idee di gioco, senza inventiva, senza verve. Tra l’altro, ci sembra di capire che da quelle latitudini non abbiano ancora capito che i tempi cambiano, che i cicli passano e che tutto è in continuo divenire. Ma soprattutto che il campionato è lungo. A Benevento – dove c’è il vino buono e dove si mangia bene – avrebbero dovuto avere un pizzico di pazienza maggiore. Ad ogni modo, adesso che non è più il condottiero dell’esercito sannitico, possiamo constatare se le maggiori colpe sono da ascriversi al buon Fabio Caserta o meno. Sebbene una colpa grossa come un macigno il trainer reggino ce l’ha eccome: chi ha permesso a Pasqualino Foggia di vendere i pezzi di maggior valore tecnico? Ad ogni buon conto, noi porgiamo il benvenuto in Italia a Fabio Cannavaro che parte da una piazza di Serie B che ha assaporato anche la massima serie ma poi consigliamo all’ex Campione del Mondo di mettere l’elmetto ed il giubbotto antiproiettile: la Serie B italiana non è certamente come la massima serie cinese (con tutto il rispetto) e la bacchetta magica non la usa neppure Mago Merlino

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