Gli allenatori di Pisa e Perugia devono trovare la vittoria o sono guai
di Giuseppe Malavenda
Ore roventi a Pisa e Perugia, entrambi ferme ad un punto dopo quattro giornate e fanalino di coda di una serie B da sempre difficile e ancor più inconcepibile, indecifrabile e dura nell’edizione targata 2022/2023. Fa specie vedere queste due compagini così in basso in graduatoria. E fa riflettere.

In casa Pisa la situazione è ‘’bollente’’: i risultati non vengono e le prestazioni sono quelle che sono. Nonostante la grande campagna acquisti dove la dirigenza non ha badato a spese pur di accaparrarsi gente del calibro di Benali, Torregrossa, Canestrelli, Esteves, Morutan, Cissè, Calabresi, Ionita, i due fratelli Tramoni, Gliozzi e Barba. È innegabile che sulla carta il Pisa sia una corazzata ed è indubbio che la piazza pretenda molto di più in tutti i sensi dopo il campionato scorso che ha visto i nerazzurri cedere solo ai playoff, proprio sul più bello. Tutti chiedono la testa del tecnico Rinaldo Maran incapace di dare un gioco alla squadra e con esso di conseguire i risultati. E anche la dirigenza sta tangibilmente pensando di dare una sterzata a tutto l’ambiente. Il prossimo avversario dei pisani sarà la Reggina delle meraviglie, quella che ha saputo regolare in modo utilitaristico Spal, SudTirol e Palermo con Inzaghi quale direttore di un’orchestra che ha steccato soltanto a Terni. Maran dovrà trovare contromisure idonee per contrastare la vitalità di Rivas, la velocità di Canotto, l’inventiva di Fabbian, le incursioni di Pierozzi e Di Chiara, la potenza di Majer, la concentrazione di Camporese e Gagliolo nonché la cazzimma di Menez. Per il Pisa vittoria o morte nel senso che in caso di sconfitta o pareggio, il tecnico nerazzurro sarà costretto a fare le valigie.

Un’altra società che sta pensando tangibilmente a esonerare il proprio allenatore è il Perugia. È inutile nascondersi dietro il fatidico dito: Fabrizio Castori è a rischio esonero. È vero che il ‘’grifone’’ si è fatto sfuggire gente del calibro di Di Chiara, Traore, Burrai, Zaccagno, Chichizola e Righetti ma è pur vero che li ha sostituiti con Beghetto, Vulikic, Di Serio, Zaccagno, Furlan, Luperini, Di Carmine e Strizzolo. In questo caso c’è sicuramente qualcosa che non va: a Castori la piazza imputa un gioco rinunciatario, lento, compassato e senza idee innovative. Il DS biancorosso, Marco Giannitti, ha cercato di rassicurare l’ambiente assicurando che ci vuole tempo prima di trovare il giusto equilibrio e che ci sono molti giocatori della rosa non ancora al 100%. Saranno decisive i prossimi due derbies dapprima con l’Ascoli e successivamente con la Ternana che Castori non può sbagliare. Andrea Stellone, infatti, è già fuori dall’uscio.

In entrambi i casi, a pagare per tutti potrebbe essere – come sempre – l’allenatore visto che il calcio moderno è restio a coniugare il verbo ‘’programmare’’ e misconosce il significato del verbo ‘’avere pazienza’’. Nel novero inseriamo pseudo Presidenti che spendono e spandono pur di raggiungere l’obiettivo senza pensare alle conseguenze future (si veda, ad esempio, le magre figure di Cremonese e (peggio ancora) Monza. Senza contare, poi, due aspetti fondamentali. La serie cadetta è talmente sui generis che con tre vittorie consecutive una squadra è in paradiso e con altrettante sconfitte ritorna all’inferno. E non solo: sempre per l’imprevedibilità della seconda divisione calcistica italiana, succede che una squadra accreditata per la vittoria finale, si perda per strada e ruzzoli in Serie C. Un po’ come è successo al Crotone dello scorso anno che è passata dagli sfarzi della massima serie direttamente a giocare con Giugliano e Picerno (con tutto il rispetto per queste squadre)

Se dici qualcosa che non offende nessuno non hai detto niente Oscar Wilde





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