Felice Saladini (foto Catanzaroinforma)

La società amaranto è costata molto meno di altri sodalizi

Lo chiamano ‘’pazzo’’ ma lui, Felice Saladini, ha avuto un coraggio leonino a sposare la causa della Reggina. E con un’operazione di grande spessore finanziario, ha salvato la gloriosa società amaranto. Operazione pulita e conforme alla legalità perché sullo sfondo c’è l’ingombrante ma propedeutica presenza del Tribunale, della Guardia di Finanza e di Giudici togati. Vi assicuriamo che non vi sarà iscrizione più sicura, pulita e cristallina checché ne possano dire i sempliciotti e gli incolti che continuano a gufare. Qualcuno ha addirittura puntato il dito verso la potenza politica che la Reggina possa godere in seno alla Federazione. Non crediamo in questo e anzi lo escludiamo categoricamente in special modo dopo l’interregno ”allegro e spensierato” di Luca Gallo. Tutt’al più alla F.G.C.I. ed alle Pay-Tv conviene avere una Reggina al posto di altre società il cui bacino d’utenza è ristretto alla città o al massimo alla provincia come succede soprattutto al nord della Penisola italiana. Il Reggino si trova ovunque, in ogni anfratto della terra, in tutt’e quattro angoli del pianeta con un bacino d’utenza smisurato, colossale, abnorme. Questa è ricchezza che produce ricchezza, non ci sono santi che tengano. Saladini ha capito la situazione da imprenditore smaliziato e opportuno qual è e ci si è tuffato nonostante i debiti da rifondare. Debiti che alla fin fine si sono ridimensionati fino a diventare meno di 15milioni di euro di cui 4 da sanare subito ed il resto in comode rate come quando il padre di famiglia va a comprare il televisore nuovo. In fondo, Saladini da un lato ha compiuto un miracolo, dall’altro ha fatto un affarone in considerazione di tre aspetti fondamentali. Il primo è il bacino d’utenza, la riscoperta della normalità, il ritrovato entusiasmo e l’amore verso i colori amaranto che spingeranno a sottoscrivere più abbonamenti possibili tanto da riempire lo stadio e fare del Granillo un vero muro, un fronte comune, una linea Maginot. Il secondo è il Centro Sportivo Sant’Agata dove si potrà ripianificare la gloriosa ‘’cantera’’ amaranto. Il terzo è lo Stadio Granillo che opportunamente non dovrà essere un posto dove gioca la Reggina. E tutti coloro che si sono fatti il risolino a proposito del mancato ingresso in società del fondo anglo-americano, a breve avranno la risposta in merito. Per non parlare dei marchi locali, nazionali e internazionali pronti a investire sulla Reggina che, alla ”fin della fiera”, è costata molto meno di altre società meno importanti e blasonate. Insomma ride bene ha la possibilità di ridere.

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